Economia
May 28 2018
I tempi di pagamento alle imprese da parte della Pubblica amministrazione continuano ad essere un vero e proprio tallone d’Achille del nostro Paese.
È vero che qualcosa sta cambiando e la situazione nel 2017 ha registrato lievi miglioramenti, ma complessivamente l’Italia resta una realtà nella quale lavorare per il settore pubblico e farsi poi regolarmente pagare è ancora una mezza avventura. A certificarlo è un'analisi realizzata da Banca Ifis, basata su dati Istat, Banca d'Italia e ministero dell’Economia.
Vediamo quali sono i dati più significativi di questo studio, del quale forse potrà tenere conto nei prossimi mesi anche Carlo Cottarelli, mister spending review, che proprio in queste ore ha accettato con riserva l’incarico di formare un nuovo governo che, tra le sue priorità, non potrà non avere proprio un efficientamento della macchina pubblica.
Il primo elemento della ricerca di Banca Ifis da mettere in rilievo, quello decisamente più significativo, riguarda i cosiddetti debiti in ritardo ovvero scaduti, il cui ammontare si riduce dai 33 miliardi del 2016 a i 31 miliardi del 2017.
Il tutto su un totale di 58 miliardi di debiti commerciali della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. Questo significa, in parole povere, che attualmente più della metà dei debiti vantati dalla imprese rispetto allo Stato, sono già ampiamente scaduti, alla faccia delle regole europee che imporrebbero tempi di rientro tra i 30 e i 60 giorni.
L’analisi di Banca Ifis fissa tra i 27 e i 59 giorni il ritardo medio con cui la Pubblica amministrazione effettua i propri pagamenti, sebbene si riscontrino situazioni gravi in Comuni e Province con picchi rispettivamente oltre i 300 e i 540 giorni.
Nel dettaglio poi lo studio rileva come il 62% degli enti pubblici abbia pagato in ritardo nel 2017 rispetto ai già citati vincoli di 30/60 giorni imposti dalla legge. Si tratta di un dato in calo di 8 punti percentuali rispetto all'anno preceden
Migliorano Asl, Comuni e Province, fra i quali però, come detto, si registrano situazioni di grave ritardo. I ministeri purtroppo risultano invece in netta controtendenza: nel 2017 infatti, ben il 93% ha pagato in ritardo contro l’86% del 2016.
Infine, c’è un ulteriore dato significativo, che contribuisce tra l’altro a certificare una sorta di discriminazione tra le imprese che lavorano per il settore pubblico e quelle che invece fanno affari nel privato, ossia generalmente con altre aziende.
La ricerca di Banca Ifis dimostra infatti che le imprese fornitrici della Pubblica amministrazione incassano mediamente 30 giorni più tardi rispetto a quelle dello stesso settore che però appunto lavorano con il comparto privato. Un gap inaccettabile, che in futuro bisognerà cercare in tutti i modi di colmare.