Perché le boy band degli anni Novanta sono più vive che mai

Gli anni Novanta, se da un lato sono stati segnati dall’avvento del grunge e dal successo mainstream del rap, dall’altro hanno visto il trionfo delle boy band, gruppi formati da quattro-cinque cantanti, generalmente di bell’aspetto per far breccia nei cuori delle adolescenti, che cantavano orecchiabili brani pop-dance sapientemente cuciti addosso da abili produttori per sbancare le classifiche. Un po’ come avviene nel calcio, il pubblico si è diviso in vere e proprie fazioni tra i sostenitori dei Blue, dei Backstreet Boys, degli *NSYNC e dei Take That. Considerati dalla critica come un fenomeno prettamente commerciale, effimero e passeggero, destinato a durare non più di un lustro, in realtà i gruppi pop di quel periodo si stanno prendendo, negli ultimi anni, una clamorosa rivincita grazie all'intatto successo dei loro tour, che sono ancora oggi affollatissimi di fan. Se ci limitiamo all'Italia e al periodo estivo, possiamo vedere che in questi giorni si stanno esibendo da noi, con grande partecipazione di pubblico, i Blue, i Take That e Nick Carter dei Backstreet Boys.

I Blue, ossia Antony Costa, Duncan James, Lee Ryan e Simon Webbe, sono una delle band britanniche di maggior successo degli ultimi vent'anni. Formatisi a Londra nel 2000, i quattro hanno venduto 15 milioni di dischi, posizionato numerosi singoli al primo posto della classifica UK, collaborato con alcune delle più grandi star del mondo tra cui Elton John e Stevie Wonder, e vinto numerosi premi tra cui due prestigiosi BRIT Awards per Best British Breakthrough Act e Best British Pop Act. Lo scorso aprile, in occasione delle due date milanesi andate sold out in pochi minuti, i Blue hanno fatto un regalo ai fan italiani presentando, in anteprima dal vivo, il nuovo singolo inedito dal titolo My City. Il brano, in uscita finalmente giovedì 23 maggio nelle radio e sulle piattaforme digitali per Bloodblood Music in licenza Artist First, è stato scritto da Lee Ryan che racconta: "Ho scritto questo brano su Londra che è la città in cui ho vissuto sin da bambino e che ho poi deciso di lasciare quattro anni fa per trasferirmi fuori dal Regno Unito. Sono arrivato a Londra all'inizio di quest'anno per incontrare i ragazzi in studio e sono stato inondato da emozioni che mi hanno ispirato a scrivere questa canzone. Il brano racconta le nostre avventure di un tempo. L’ho suonata ai ragazzi e loro l’hanno adorata, poi Simon ha aggiunto il suo stile e il suo sapore unico per dare al pezzo quel classico suono alla Blue”. Il trio inglese si esibirà il 5 luglio al Festival Pistoia Blues, il 16 luglio al Sequoie Music Park, il 18 luglio a Villa Bellini di Catania e il 25 agosto al Iod Festival Foro Boario di Ostuni. Data la grande richiesta di biglietti del pubblico italiano, i Blue torneranno a esibirsi nei palasport italiani anche il prossimo inverno, in cinque date: il 21 novembre al Palapartenope di Napoli, il 23 novembre alla Kioene Arena di Padova, il 24 novembre al Palazzo dello Sport di Roma, il 25 novembre al Palaflorio di Bari e il 26 novembre al Forum di Assago.

Nonostante le variazioni di formazioni, la prematura uscita di Robbie Williams e uno scioglimento nel lontano 1996, i Take That continuano a macinare, a trentasei anni dalla loro nascita, concerti sold out in giro per il mondo e album di inediti che mostrano un'intatta vena artistica, come il recente This Life, pubblicato lo scorso 24 novembre, lanciato ai singoli Windows, Brand new sun e This life. Windows, la loro prima composizione originale in oltre cinque anni, riassume perfettamente lo stile dell'album: musicalità immediata, ritornelli coinvolgenti e raffinate armonie vocali. Nati con cinque elementi nel 1989, i Take That hanno avuto un successo immediato con i loro primi due album che si sono piazzati rispettivamente al numero 2 e al numero 1 delle classifiche inglesi. Il terzo album, Nobody Else, ha venduto oltre sei milioni di copie e scalato le classifiche in 11 paesi. L'improvvisa e dolorosa partenza di Robbie Williams, il membro più talentuoso della band insieme a Gary Barlow, provocò uno scioglimento nel 1996 e nove anni trascorsi senza produzione prima che i restanti quattro membri si riunissero per The Ultimate Tour del 2005. Ciò ha innescato uno dei più grandi ritorni nella storia della musica britannica con i Take That che hanno pubblicato tre album in cima alle classifiche britanniche in soli quattro anni. Il ritorno di Robbie per Progress del 2011 li ha visti battere i record del Regno Unito per l’album più venduto del 21° secolo e per il tour più venduto di tutti i tempi. La seconda partenza di Williams, insieme a quella di Jason Orange, ha lasciato i restanti tre membri a pubblicare III e Wonderland del 2017, che sono stati certificati rispettivamente platino e oro. La band ha celebrato il suo trentesimo anniversario con l'uscita di Odyssey nel 2018, un album di grandi successi con versioni re-immaginate di alcuni dei brani più importanti della loro carriera trentennale, seguito da un tour negli stadi e nelle arene nel Regno Unito e in Europa nel 2019. Il fortunatissimo Life Under The Stars Tour dei Take That (che detengono il record per il maggior numero di esibizioni alla O2 di Londra con 34 spettacoli da headliner) farà tappa in Italia alla fine di questa settimana e all'inizio della prossima, quando il trio si esibirà in location suggestive come Piazza Castello di Marostica (7 luglio), la Cavea dell'Auditorium Parco della Musica di Roma (8 luglio), Piazza Duomo di Trani (10 luglio) e al Parco Caserme Rosse di Bologna per il Sequoie Music Park (11 luglio).

I Backstreet Boys posso vantare il primato di essere la boy band con più dischi venduti, oltre 130 milioni di copie in tutto il mondo, ottenendo cinque nomination ai Grammy e numerosi Billboard Awards, MTV Video Music Awards, American Music Awards, RIAA Awards, People's Choice Awards e una stella onoraria su l'iconica Hollywood Walk of Fame. Ad oggi, i Backstreet Boys sono stati più volte in tournée in tutto il mondo, hanno pubblicato dieci album in studio e hanno battuto diversi record, tra cui quello del maggior numero di album venduti in un anno negli Stati Uniti, vendendo oltre 11 milioni di copie del loro terzo album in studio, Millennium, nel 1999. L'onere di rappresentare la "legacy" dei Backstreet Boys in Italia toccherà a Nick Carter, che si esibirà il 25 luglio al Teatro Arcimboldi di Milano e il 26 luglio all’Auditorium Parco della Musica, Sala Santa Cecilia di Roma con il suo Who I Am World Tour 2024. Il membro più giovane dei Backstreet Boys porterà in scena i suoi più grandi successi da solista insieme alle hit più conosciute della boy band della Florida. Con il suo aspetto da eterno ragazzo, il viaggio trentennale di Carter nel mondo dello spettacolo si è esteso oltre il mondo della musica, abbracciando una vasta gamma di progetti in televisione, cinema, filantropia ed editoria.

Hanno fatto il giro del mondo le immagini della reunion a sorpresa degli *NSYNC agli VMAs di Newark dello scorso settembre. Vedere nuovamente, uno accanto all’altro, Justin Timberlake, Chris Kirkpatrick, JC Chasez, Lance Bass e Joey Fatone, cinque anni dopo aver ricevuto la stella sulla Hollywood Walk of Fame, è stato un tuffo nel passato per i numerosi fan della boy band americana, che ha dominato le classifiche tra la fine degli anni Novanta e l'inizio degli anni Duemila. Il gruppo ha consegnato nelle mani di Taylor Swift il premio più ambito tra i nove vinti durante la serata, quello per Best Pop. La cantante dei record, visibilmente emozionata, ha chiesto alla band: “Ma state per combinare qualcosa di nuovo? Devo assolutamente saperlo!”. I cinque artisti, sorridendo divertiti, non hanno né confermato né smentito, ma il giorno dopo è arrivato l’annuncio di una nuova canzone degli *NSYNC, la trascinante Better Place, la prima dopo vent’anni, inclusa nella colonna sonora del film d’animazione Trolls Band Together. Nell'ultimo album solista di Justin Timberlake, Everything I Thought It Was, troviamo un secondo singolo con i redivivi *NSYNC, l’emozionante Paradise, una canzone che esalta le armonie vocali che hanno reso celebre vent’anni fa la boy band di Orlando. Dopo due brani insieme e vista l'accoglienza entusiastica dei due brani sui social, è difficile pensare che la reunion della band si limiterà soltanto a una sola canzone, rinunciando a un ricchissimo tour negli Usa, che potrebbe tranquillamente riempire stadi e arene al chiuso.

Anche un'altra boyband di grande successo tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta, i New Kids On The Block, sono tornati a metà giugno nei negozi fisici e digitali con l'album dall'eloquente titolo Still Kids (Ancora ragazzi), come a dire: nonostante abbiamo tutti oltre cinquant'anni, siamo giovani e abbiamo ancora voglia di esibirci e di fare nuova musica. La pop band composta da Jonathan Knight, Jordan Knight, Joey McIntyre, Donnie Wahlberg e Danny Wood fa così seguito al precedente 10, disco uscito nel 2013. I New Kids On The Block, forti dell'ottima accoglienza riservata dal pubblico al nuovo album, stanno affrontando un lungo tour attraverso gli Stati Uniti, riabbracciando i loro fan storici, oltre a un nuovo pubblico che ha conosciuto le loro canzoni attraverso lo streaming.

Dopo questo lungo excursus sull'intatto successo delle boyband degli anni Novanta, qualcuno potrebbe bollare il tutto, con un pizzico di cinismo, con il termine "operazione-nostalgia". Quest’ultima è un sentimento dolce-amaro, sospeso tra la piacevolezza del ricordo e la dolorosa constatazione di una mancanza. In realtà, niente di tutto questo ha caratterizzato i recenti concerti dei gruppi sopra citati, ma qualcosa di più profondo. Ciò che resta, nella musica, non sono le comparsate televisive, le copertine sui giornali, le scene di isteria collettiva, gli ascolti su Spotify o le visualizzazioni dei video su Youtube, effimeri parametri tanto oggi in voga, ma un aspetto che troppo spesso sfugge ai discografici: le canzoni. Quando un brano supera il banco di prova dei venti/trent’anni e ancora suona fresco e attuale, si è verificato un piccolo miracolo. Ogni canzone che assurge a un classico diventa un puzzle nel complesso mosaico dei nostri ricordi e ogni quarantenne/cinquantenne di oggi ha almeno un vivido ricordo legato a filo doppio a Back for good dei Take That, One Love dei Blue, As long as you love me dei Backstreet Boys e a Tearin' up My Heart degli *NSYNC. Segno che, oltre alla forma, c'era (e c'è ancora oggi) sostanza nella loro musica, che ha prodotto canzoni in grado di superare la polvere del tempo perché scritte, arrangiate e cantate con qualità e gusto da grandi professionisti delle sette note. Alla fine, il segreto del loro trentennale successo, è tutto qui.

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