Tecnologia
May 28 2015
Che i robot stiano lentamente invadendo ogni settore lavorativo umano ce lo ripetono da diversi anni. Sappiamo che la Foxconn ha in progetto di dotare le sue aziende di un milione di robot assemblatori; sappiamo che in alcune città degli States i robot hanno cominciato a coadiuvare i poliziotti; abbiamo visto le macchine che si guidano da sole di Google e non passa giorno senza che spunti un nuovo tipo di macchina semi-autonoma capace di svolgere mansioni un tempo unicamente umane.
Fino ad oggi però nessuno aveva mai pensato che un robot potesse occuparsi di cibo. Un conto sono le componenti meccaniche di una vettura, un altro sono ortaggi e alimenti che, il più delle volte, richiedono un trattamento attento e delicato, pena il deterioramento della materia prima stessa. Nessuno a parte Gary McMurray e pochi altri pionieri nel campo della robotica applicata al cibo.
McMurray, ricercatore capo della divisione Food Processing Technology presso il Georgia Tech Research Institute, sta lavorando a un sistema autonomo per la lavorazione del pollo. Si tratta di due tipi di robot programmati per disossare e preparare i polli per il confezionamento industriale. Il primo robot si occupa di recidere i tendini delle spalle così da semplificare la successiva rimozione di petto e ali. Il secondo robot invece è programmato per posizionare i polli disossati sugli appositi coni della catena di montaggio.
L’obiettivo di un simile sistema non è solo ridurre i costi di manodopera, ma anche ridurre i rischi di contaminazione dell’alimento. Gli studi più recenti infatti dimostrano che, soltanto negli Stati Uniti, negli ultimi vent’anni sono stati ritirati dal mercato quasi 300 milioni di chili di carne considerata invendibile o a rischio, che hanno causato ingenti perdite all’industria alimentare. Bisogna poi considerare che ogni anno centinaia di migliaia di persone vengono ricoverate per problemi legati all’assunzione di cibo adulterato.
Secondo McMurray e altri esperti del settore, questi problemi potrebbero essere arginati introducendo nella catena produttiva alimentare nuove macchine più sofisticate. Ma perché questi processi possano diventare sufficientemente automatizzati da eliminare la componente umana dall’equazione è necessario dotare questo tipo di robot di un sistema di apprendimento automatico (o machine learning che dir si voglia).
È l'approccio su cui sta lavorando Ashutosh Saxena, professore associato di Scienze Computazionali alla Cornell University. Abbinando un sistema multi-telecamera, una serie di sensori disposti nelle giunture del braccio robotico e un sistema di machine learning, il robot di Saxena si è dimostrato in grado di tagliare le verdure necessarie a preparare un’insalata, imparando volta per volta come ottenere il prodotto desiderato.
Questo tipo di risultato apre interessanti prospettive che vanno ben oltre la semplice lavorazione degli alimenti. Se un robot è in grado di imparare a maneggiare ortaggi e altri ingredienti per preparare un’insalata, significa che può essere programmato per imparare a cucinare altri tipi di piatti. Una volta raggiunto questo traguardo, la strada verso lo sviluppo di cuochi-robot in grado di scalzare l’uomo dalle cucine dei ristoranti sarebbe tracciata.