News
September 26 2013
Intervistato sulla Cnn da Christiane Amanpour, una popolare giornalista televisiva fuggita con tutta la famiglia nel 1979 dall'Iran khomeinista, il nuovo presidente di Teheran Hassan Rohani ha rilasciato alcune dichiarazioni sull'Olocausto che hanno fatto discutere tutta la stampa internazionale. Non tanto per il contenuto, quanto per il fatto che è la prima volta che una autorità politico religiosa dell'Iran fondamentalista non solo non nega la Shoah contro gli ebrei, come era uso fare il suo predecessore Ahmadinejad adducendo grottesche notivazioni storiografiche, ma la derubrica a «crimine contro l'umanità» che come tale è «riprovevole e condannabile»: «In generale posso dirle che qualsiasi crimine contro l'umanità avvenuto nella storia - ha dichiarato Rohani - compreso il crimine che i nazisti hanno commesso nei confronti degli ebrei, e anche di non ebrei, è riprovevole e condannabile».
Guarda l'intervista su Cnn
Sarebbe un errore sminuire la portata simbolica dell'apertura di Rohani, adducendo a motivo il fatto che il presidente iraniano ha anche alluso all'occupazione delle terre palestinesi. O al fatto che non abbia riconosciuta la specificità del genocidio che hanno subito gli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Ma la novità simbolica non è sfuggita ai più attenti osservatori (e anche ai diplomatici): anche lo volesse - e lo pensasse - Rohani non può spingersi oltre per non fare un favore ai falchi del regime che non attendono altro che un passo falso del nuovo presidente. «Qualsiasi atto criminale abbiano commesso contro gli ebrei noi lo condanniamo, ma sopprimere una vita umana è qualcosa di spregevole, e non fa differenza se la vita soppressa è di un ebreo, di un cristiano o di un musulmano: per noi è lo stesso. Sopprimere una vita umana è qualcosa che tutte le religioni rigettano, ma d'altra parte questo non significa che se i nazisti hanno commesso crimini contro un gruppo allora è giusto sottrarre la terra a un altro gruppo e occuparla» ha specificato ancora Rohani.