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November 18 2016
Meno deleteria di quelle che l'hanno preceduta, anche quest'ultima tornata di match tra nazionali ha lasciato qualche vittima sul campo, a partire dal milanista Alessio Romagnoli (finito ko in Italia-Germania e quindi assente nel derby di domenica sera con l'Inter) e da Alvaro Morata, bomber del Real Madrid che salterà a sua volta il derby con l'Atletico e per cui è già stato previsto uno stop di circa un mese.
Infortuni che fanno seguito a quelli, ben più seri, occorsi all'altro azzurro Montolivo (ancora Milan) e al polacco Milik (Napoli), e a quello del croato Pjaca (Juventus). Con quest'ultimo che, al pari di quello di Romagnoli, al danno di non avere il proprio giocatore in campo aggiunge la beffa per il club di non avere alcun risarcimento per il danno subìto. Istituito nel 2012 e valido nell'attuale forma sino al 31 dicembre 2018, il Fifa Club Protection Programme, sorta di assicurazione che rimborsa appunto le società in caso di "ko" di un proprio tesserato durante una partita della propria Nazionale, prevede infatti la copertura dello stipendio del calciatore in proporzione ai giorni di stop, ma solo se la prognosi è superiore ai 28 giorni. Inoltre, lo stanziamento annuale da parte della Fifa è di 80 milioni di euro totali: il che significa che gli infortuni di fine anno sono anche peggiori degli altri, perché c'è il rischio che il "tesoretto" sia ormai esaurito...
In termini assoluti, il rimborso ha un tetto massimo di 7,5 milioni di euro annuali e 20.548 euro giornalieri a giocatore, con la somma che viene calcolata attraverso una mera operazione aritmetica: si divide lo stipendio lordo del giocatore per 365 e la cifra ottenuta viene poi moltiplicata per i giorni di assenza per infortunio. Per un totale che spesso non riduce il rammarico del club, e la rabbia dei tifosi, per il dover fare a meno del proprio campione. Ancora di più in caso di derby e altri big-match.