Televisione
November 06 2020
La storia delle storie, l'origine di Roma, diventa una serie tv in cui s'intrecciano battaglie feroci e riti arcani, ambizioni umane e destini sovrannaturali. È impastato di storia e leggenda Romulus, ideato e diretto dal regista Matteo Rovere, che firma per la prima volta una serie tv, dieci puntate che tratteggiano un grande affresco epico e una realistica ricostruzione degli eventi che portarono alla nascita di Roma. Ecco sette cose fondamentali sulla produzione molossi firmata da Sky, Cattleya e Groenlandia, in onda su Sky Atlantic e Now Tv da venerdì 6 novembre.
Sono tre giovani di grande talento i protagonisti di Romulus, la serie un cui si mescola il racconto di guerra, fratellanza, passione, coraggio e paura, realizzato con un impianto scenico da kolossal e due intere città ricostruite sulla base di ricerche storiche documentate e coinvolgendo migliaia di figuranti. Andrea Arcangeli è Yemos, Principe di Alba, visceralmente legato al gemello Enitos: costretto da un evento clamoroso a scappare dalla sua città, andrà a rifugiarsi nei boschi. Francesco Di Napoli è invece Wiros, orfano senza destino e schiavo nella città di Velia, mentre Marianna Fontana incarna la giovane vestale Ilia: il destino dei tre ragazzi cresciuti nella violenza di un mondo arcaico e pericoloso, s'intreccerà in maniera inaspettata. Nel cast ci sono anche Vanessa Scalera - la protagonista di Imma Taratanni - e Ivana Lotito, già vista in Gomorra.
Romulus - scritta da Filippo Gravino, Guido Iuculano e Matteo Rovere - è ambientato nel Lazio del VIII secolo a.C.. In un mondo arcaico e selvaggio, dominato da violenza e paura, gli uomini vivono soggiogati dal volere degli dei. Ad Alba, Numitor Amulius s'impossessa del trono e così Yemos è costretto a scappare dalla sua città, finendo nei boschi dove la sua strada incontra quella di Wiros: il principe fuggiasco e lo schiavo perseguitato diventano quasi fratelli e la loro alleanza sarà la scintilla che li porterà a sfidare l'ordine in cui sono cresciuti. Intanto vengono accolti nel misterioso mondo dei seguaci di Rumina e saranno guidati dalla Lupa (Silvia Calderoni), una guerriera feroce e materna, che rivela loro il sogno di una città capace di sfidare ogni potenza e di accogliere tutti i diseredati, Ruma. Nel frattempo Ilia sfida il destino che le era stato imposto e si trasforma in una guerriera in cerca di vendetta.
Oltre alla sfida fisica, gli attori hanno dovuto affrontare anche quella della lingua. Matteo Rovere ha infatti scelto di far recitare l'intera serie in protolatino, che è stata ricostruita filologicamente. «Una scelta che abbiamo da subito trovato geniale: ha dato un imprinting psicologico agli attori e un'impostazione radicalmente diversa, di immedesimazione profonda in questa realtà dell'ottavo secolo avanti Cristo», spiega soddisfatto Nils Hartmann, Senior Director Original Productions Sky Italia.
La serie tv avrà una sigla d'eccezione: Elisa canterà un evocativo opening theme e ogni episodio si aprirà con un'emozionante e inedita versione di Shout dei Tears for Fears. La colonna sonora è invece dei Mokadelic.
Riserve e aree protette, siti archeologici e zone di protezione speciale, fondi agricoli ed ex cave. C'è un lavoro di ricerca meticolosa nella scelta delle location in cui è stata girata Romulus, ricaduta sulle campagne laziali, dalla solfatara di Pomezia alle zone lungo la Pontina fino alle riprese nelle caverne. L'intera ideazione scenografica della serie è nata invece da un'attenta documentazione storica relativa alla civiltà villanoviana e successivamente etrusca: altra fonte importante è stata l'osservazione e lo studio dei vari reperti archeologici, custoditi all'interno del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, e la consulenza storica e archeologica del suo direttore, Valentino Nizzo.
Romulus non è solo una storia sul potere e sulle distorsioni che ne derivano, utile anche a dimostrare come alcune dinamiche siano nate con l'uomo, ma anche una grande sfida per Sky e gli altri produttori. Il lavoro di pianificazione ricorda quello delle più importanti produzioni internazionali e basta un numero per capirlo: durante le riprese sono state coordinate circa mille stunt, un numero enorme per una produzione italiana. Gli attori, grazie al lavoro di preparazione, hanno svolto le scene di combattimento da soli, riducendo al minimo l'utilizzo delle controfigure.
Molto importante poi l'utilizzo degli effetti speciali. Prima sono state ricostruite le tre città in cui è ambientata la storia - Alba, Velia e Gabi - poi ancora sono stati creati interi eserciti in marcia e assembramenti nelle città. «Queste folle 3D, unite alle figurazioni girate dal vero, hanno incrementato il respiro epico della serie», spiegano i produttori. Le scene di lotta sono nate dalla commistione del lavoro degli stuntmen e l'utilizzo degli effetti speciali con l'inserimento di armi come lance, frecce e spade. Un altro importante lavoro è stato fatto con gli animali, data la presenza nel racconto di numerosi riti sacri: sono tutti ricostruiti, non c'è niente di vero.