Musica
August 03 2022
Atom Heart Mother, pubblicato il 10 ottobre 1970, non è soltanto uno degli album dei Pink Floyd più amati (e controversi) dai fan del primo periodo, ma anche una delle copertine più famose e riconoscibili nella storia del rock. Frutto del genio dello Studio Hipgnosis di Storm Thorgerson e Aubrey Powell, la cover di Atom Heart Mother raffigura semplicemente una mucca al pascolo, la placida frisona Lulubelle III.
«I Floyd si stavano allontanando dallo space rock per abbracciare il prog e la musica classica», ci ha raccontato recentemente Aubrey Powell all'inaugurazione della mostra Hipgnosis Studio: Pink Floyd and Beyond al Museo MArTa di Taranto. «Visto che Atom Heart Mother era un disco davvero particolare e fuori da ogni canone, abbiamo pensato, per contrasto, a una cosa molto comune, come una mucca. Abbiamo fotografato la mucca Lulubelle III, fotografata in un campo vicino allo studio di registrazione. Quando abbiamo portato lo scatto in studio, i Pink Floyd ne furono entusiasti. 'Sì, Fantastico! Questa sarà la copertina'. Gilmour, scherzando qualche anno fa, mi ha detto che la gente oggi conosce più la copertina che i brani di Atom Heart Mother!».
A rendere la cover ancora più suggestiva ed enigmatica, era il fatto che non erano stampati su di essa né il nome del gruppo, né il titolo dell’album: una scelta che lasciò di stucco LG Wood, il boss della EMI, che vagliava personalmente tutte le copertine degli album. È curioso che l'album, nonostante l'assoluto valore di alcuni brani, è forse oggi il meno amato dagli stessi Floyd: Gilmour lo ha definito «spazzatura: all'epoca avevamo davvero esagerato a raschiare il fondo del barile», mentre Waters ha dichiarato sprezzante che adesso non suonerebbe dal vivo un brano di Atom Heart Mother neanche per un milione di sterline.
Nonostante i brani If e Fat Old Sun siano entrati qualche volta nelle scalette dei live solisti sia di Waters che di Gilmour, Atom Heart Mother, considerato l’album progressive dei Pink Floyd, è famoso soprattutto per l'omonima suite, una geniale commistione tra musica sinfonica e rock della durata di 24 minuti, scritta in buona parte dal compositore scozzese Ron Geesin, che in carriera ha spaziato tra avanguardia, classica ed elettronica. Il 3 agosto Geesin sarà l'ospite speciale del concerto dei Pink Floyd Legend, la più importante tribute band italiana dei Floyd, alla Cavea dell'Auditorium Parco della Musica di Roma.
Un'occasione imperdibile, per gli appassionati della band inglese, di ascoltare dal vivo, al pianoforte, colui che ha avuto il merito di creare uno dei brani più originali, avventurosi ed emozionanti dell'intera discografia dei Pink Floyd. Dal 2021 i Pink Floyd Legend sono i soli a portare in tour la suite di Atom Heart Mother nella versione integrale, accompagnati da un ensemble di oltre cento artisti tra il Legend Orchestra e il Legend Choir diretti dal Maestro Giovanni Cernicchiaro, seguendo la partitura originale di Geesin, con il quale i Legend hanno sottoscritto a Londra, anni fa, un sodalizio artistico. Nel corso del concerto non mancheranno i più grandi successi del gruppo britannico, che i Pink Floyd Legend eseguiranno nella classica formazione live a nove elementi.
Tornando ai tempi della genesi di Atom Heart Mother, Geesin aveva già lavorato con Roger Waters (suo amico personale, nonché compagno di golf) alla colonna sonora di Music for the body, un documentario sul corpo umano prodotto dalla BBC. I Pink Floyd, sulla scia degli esperimenti di Deep Purple, Procol Harum, Moody Blues e The Nice, volevano realizzare allora un album che mescolasse il rock alla musica classica, ma, in realtà, il solo Richard Wright era in grado di scrivere musica sul pentagramma. Durante le sessioni di Zabriskie Point, David Gilmour tirò fuori dalla sua chitarra una suggestiva sequenza di accordi di stampo western, che andò a costituire l'ossatura della suite. Fu proprio Waters, per l'oggettiva difficoltà tecnica nel concludere la sezione Funky Dung, a chiamare Geesin a maggio del 1970 per dare forma alle loro idee innovative, consegnandogli un demo con base ritmica e linee base di tastiere e chitarra mentre loro erano in procinto di partire per un lungo tour in America. Il risultato del duro lavoro di Geesin agli Abbey Road Studios, che realizzò l'arrangiamento per orchestra basandosi sulla progressione di accordi di A Saucerful of Secrets e Interstellar Overdrive, fu straordinario: la suite di Atom Heart Mother, che occupa interamente il lato A dell'album, è suddivisa in sei movimenti, alternando melodie eleganti, potenza sinfonica e dissonanze disturbanti, fino al gran finale. Sebbene le parti strumentali siano predominanti, sono davvero memorabili anche gli interventi del coro, i cui fonemi drammatici e ricchi di pathos sono inseriti in funzione orchestrale. In questo senso, fu fondamentale, allora, anche l'apporto del direttore del coro classico, John Aldiss, che prese in mano la situazione e aiutò la band a dare la forma definitiva al brano. La suite si doveva chiamare originariamente The Amazing Pudding, ma fu Waters a chiamarla Atom Heart Mother dopo aver letto sull'Evening Standard la notizia di cronaca di una donna incinta tenuta in vita da uno stimolatore cardiaco atomico. Geesin rimase molto male (eufemismo) quando scoprì che il suo nome non compariva in copertina, ma solo all'interno dell'album: un contrasto con l'amico Waters appianato solo pochi anni fa. «Molta gente mi conosce solo per questo lavoro di gioventù» -ha dichiarato il compositore scozzese in una recente intervista al quotidiano "La Repubblica"- «mentre ho fatto molti altri, e io credo migliori, lavori in molti diversi ambiti, dalle performance dal vivo, alle eruzioni/disturbi attraverso pattern sonori elettronici fino alle installazioni interattive. Ma le royalties che continuano ad arrivare da Atom Heart Mother aiutano molto». Atom Heart Mother, con i suoi fiati epici e barocchi, affascinò anche Stanley Kubrick, che cercò in tutti i modi di inserirla come commento sonoro di Arancia Meccanica, ma, per colpa di una furibonda lite con il fumantino Roger Waters, non se ne fece più nulla. Atom Heart Mother, pur essendo un album tutt'altro che commerciale, raggiunse il primo posto della classifica inglese, mentre non riuscì ad entrare nei primi 50 posti di quella americana, arrivando però, con il tempo, a vendere milioni di copie in tutto il mondo. Un album collettivo e democratico, con un brano composto a testa (Mason a parte) e con l'apporto fondamentale di Ron Geesin, che conferma ancora una volta come i Pink Floyd abbiano fatto le cose migliori quando, nonostante i litigi e le diversità caratteriali, sono riusciti a lavorare in perfetta simbiosi artistica, mettendo la musica davanti ai loro ego.