Dalla Russia al Qatar, dalla padella alla brace (sempre a gas)

Mentre lo scandalo denominato Qatargate è ben lungi dall’essere chiarito, visto che non si conosce ancora il numero esatto degli europarlamentari corrotti dal governo di Doha, aumentano le possibilità che si complichino e non di poco i rapporti con l’Emirato nel quale ieri sono terminati i mondiali di calcio.

A proposito dell’inchiesta avviata a Bruxelles la stampa europea non manca di additare l’Italia, e i suoi politici, come dediti al malaffare. Fermo restando che in questa vicenda alcuni esponenti politici (e non) sono finiti al centro dell’inchiesta è bene ricordare che il Qatar così come la Russia e la Cina da decenni mantengono rapporti non sempre limpidi con i politici di tutta Europa tanto che l’ambasciata del Qatar a Parigi era considerata una sorta di bancomat per l’intera classe politica francese, un fatto questo provato da numerose inchieste. Lo stesso vale per i russi che hanno investito negli ultimi decenni centinaia di milioni di euro per «fideizzare» il maggior numero di politici, militari, scienziati, giornalisti e chiunque potesse servire ai disegni del Cremlino e lo stesso hanno fatto i cinesi che si stanno comprando tutto quello che c’è da comprare anche grazie agli «amici» che gli spalancano le porte e non certo gratis. Quindi prima di puntare il dito contro la scassatissima classe politica italiana chi oggi fa la morale, farebbe meglio a guardare in casa propria.

Fatta questa doverosa premessa va registrata l’ira di Doha dopo che è stato deciso il divieto di accesso degli emissari del Qatar all'interno dell’Europarlamento. Un diplomatico qatarino ad Al Mayadeen, emittente tv panaraba con sede in Libano ha dichiarato: «La decisione di imporre una restrizione così discriminatoria che limita il dialogo e la cooperazione con il Qatar prima che il processo legale sia terminato, influenzerà negativamente la cooperazione in materia di sicurezza regionale e globale, nonché le discussioni in corso sulla povertà e la sicurezza energetica globale. Respingiamo fermamente le accuse che associano il nostro governo a cattiva condotta». Il diplomatico ha poi aggiunto: «Abbiamo osservato con grande allarme la condanna selettiva del nostro paese di questa settimana poiché i pubblici ministeri belgi affermano di aver indagato sulla corruzione del parlamento dell'UE per oltre un anno prima che iniziassero gli arresti all'inizio di questo mese», infine ha concluso dicendo: «È profondamente deludente che il governo belga non abbia fatto alcuno sforzo per impegnarsi con il nostro governo per stabilire i fatti una volta venuti a conoscenza delle accuse»; il diplomatico ha inoltre sottolineato, non certo a caso, che il Belgio e il Qatar hanno forti legami che risalgono a Covid-19 e il fatto che il Qatar sia uno dei principali fornitori di gas naturale liquefatto (GNL) del Belgio. Il Qatargate arriva probilmente nel momento peggiore della storia recente visto che la guerra in Ucraina tra le molte conseguenze negative ha obbligato il Vecchio Continente a ridisegnare le proprie politiche energetiche a partire dalla sostituzione delle fortiture di gas provenienti dalla Russia. Rileggendo le affermazioni del diplomatico non sfugge il passaggio ricattatorio: «Le restrizioni discriminatorie, che limitano il dialogo e la cooperazione con il Qatar prima della fine delle indagini, influenzeranno negativamente la cooperazione nonché i colloqui in corso sulla carenza di energia e sulla sicurezza globale», che tradotto suona più o meno così: «Cari europei, fate i bravi perché noi potremmo non darvi più il gas di cui avete molto bisogno e che vi abbiamo promesso per i prossimi anni». Davvero il Qatar perderebbe l’occasione di prendersi le quote di mercato di Gazprom, il colosso energetico russo che fino all'anno scorso ha rifornito di gas a basso prezzo i Paesi della Ue? Difficile che gli emiri di Doha passino dalle minacce ai fatti visto che dopo anni anni di forniture di gas naturale liquefatto verso i Paesi asiatici, vuole soppiantare i russi e diventare il leader del mercato in Europa ma non solo visto che sta stringendo sempre più il rapporto con la Cina. Un fatto questo che non piacerà a Vladimir Putin che punta a vendere tutto il gas che gli europei non compreranno più dalla Russia proprio a Pechino. In ogni caso dai ricatti russi si è passati a quelli degli emiri del Qatar che dopo aver corrotto per anni importati personalità politiche all’Europarlamento con sacchi pieni di banconote una volta che sono stati presi con la mani nella marmellata si indignano e minacciano di tagliare le forniture di gas. Peggio di così non ci poteva andare.

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