Dal Mondo
March 07 2022
Secondo il presidente ceceno Ramzan Kadyrov per chiudere la partita in Ucraina Vladimir Putin dovrebbe cambiare atteggiamento perché a suo dire i russi «non sono abbastanza spietati, troppa attenzione ai civili», sempre secondo Kadyrov il presidente russo «dovrebbe chiudere gli occhi di fronte a tutto questo e consentirci di farla finita in un paio di giorni». Il leader ceceno uomo che è al potere dal 2005 dopo che venne ucciso in un attentato suo padre Akhmad Kadyrov (presidente fantoccio messo lì nel 2000 dal Cremlino dopo il secondo conflitto russo-ceceno), in Ucraina su richiesta di Putin ha inviato migliaia di suoi soldati appartenenti alla Rosgvardiya (Guardia nazionale) comprese le sue truppe speciali note come Kadyrovtsy note per la loro brutalità già mostrata nel Donbass nel 2014, oltreché in patria.
Quanti sono i ceceni in Ucraina? Secondo alcuni report i ceceni in Ucraina sarebbero 10 mila mentre c’è chi si spinge nell’affermare che sarebbero almeno 70 mila unità. Quello che è certo è che in alcuni video diffusi sui canali Telegram al fronte con le milizie cecene che hanno più volte tentato di uccidere il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, c’è Daniil Martynov, ex ufficiale dei corpi speciali del Federál'naja služba bezopásnosti Rossijskoj Federácii (FSB il servizio segreto interno russo) e che ora addestra le truppe d'elite cecene. Ma contrariamente alla narrazione russa i ceceni in Ucraina non sono tutti fedelissimi del Cremlino; a tendere un agguato mortale ai Kadyrovtsy sarebbero stati i cosiddetti “ceceni dall'altra parte" due milizie islamiste nate nel 2014 dopo l'annessione della Crimea che hanno combattuto in Siria con l’Isis. Si tratta del Battaglione Sheikh Mansur attivo nella difesa di Mariupol e la milizia Dzhokhar Dudayev comandata da Adam Osmaev un veterano di molte guerre che ha dichiarato: «Voglio assicurare agli ucraini che i veri ceceni stanno difendendo l'Ucraina oggi».
Cosa spinge queste due milizie islamiste a schierarsi contro lo spietato presidente ceceno (anch’egli islamista salafita) Ramzan Kadyrov? L’odio per quanto accaduto durante le due guerre russe alla Cecenia non è stato certo dimenticato e la sete di vendetta è oggi come allora immutata. Per supplire alle difficoltà che l’esercito russo incontra sul campo, aldilà delle narrazione trionfante del Cremlino, dopo aver sottovalutato l’esercito e la resistenza ucraina i russi secondo alcuni media arabi avrebbe iniziato a reclutare migliaia di mercenari siriani tutti appartenenti alle decine di milizie ancora attive in Siria che vengono ingaggiati con un salario mensile che secondo quotidiano Ash-Sharq al-Awsat sarebbe di circa mille dollari per un arruolamento che durerà fino all’ottobre prossimo.
Si tratta di una cifra enorme per la Siria di oggi dove il 90% della popolazione vive sotto la soglia di povertà e che attrarrebbe disperati di ogni tipo ai quali viene recapitato un volantino dove è scritto <<Proteggere le infrastrutture in Ucraina>>. Il governo siriano non sarebbe direttamente coinvolto nell’arruolamento che viene gestito direttamente da rappresentanti russi che a Damasco dettano legge visto che se Bashar Assad è ancora al suo posto lo devo solo ed esclusivamente all’intervento di Vladimir Putin avvenuto nell’autunno del 2015 anche se il rapporto russo-siriano risale a moltissimi anni fa. L’abbraccio mortale di Mosca avvenne nel 1970 quando l’ennesimo golpe portò al potere un giovane (sconosciuto ai più) membro del partito Baath che si chiamava Hafez al-Assad, il padre dell’attuale Presidente Bashar al-Assad.Hafez al-Assad tra le prime cose che fece nel 1971 fu quello di firmare con l’allora Unione Sovietica un accordo “leasing” per l’utilizzo dell’impianto navale di Tartus, città siriana non lontana dal confine con il Libano e secondo porto della Siria dopo quello di Laodicea, capoluogo del Governatorato di Tartus.
Dalla firma dell’accordo l’URSS prima e la Federazione Russia poi dalla Siria non se ne se sono più andati anzi, numerose unità della flotta del Mar Nero sono finite a Tartus, un operazione benedetta da ingenti forniture militari russe all’esercito siriano. Per tornare all’Ucraina oltre alle milizie cecene e a quelle in arrivo dalla Siria sul terreno ci sono centinaia di uomini del famigerato gruppo paramilitare Wagner Gruop, la milizia personale del Cremlino diretta da Yevgeny Prigozhin noto come “il cuoco di Putin”. Alla milizia russa è stato dato l’ordine imperativo di uccidere il presidente ucraino Volodymyr Zelenskye per poco negli scorsi giorni l’obbiettivo sarebbe stato raggiunto se qualcuno non avesse avvisato per tempo lo staff del presidente ucraino.
E chi è stato, gli americani? Secondo il team di hacker Anonymous sarebbero stati i servizi segreti russi fin dall’inizio contrari alla guerra in Ucraina «Informazioni trapelate dall'FSB russo hanno allertato l'Ucraina di un complotto per l'omicidio del presidente (Volodymyr, ndr) @ZelenskyyUa. Ora, possiamo aspettarci una lotta di potere interna al Cremlino per rovesciare il regime di Putin. Nel frattempo, continuiamo con gli attacchi», recitava il tweet di Anonymous. Intanto la guerra sporca di Vladimir Putin in Ucraina giunta al 12° giorno continua a mietere vittime. Ora l’Occidente dopo il tentativo sostanzialmente fallito del premier israeliano Naftali Bennett spera nei cinesi. Peggio di così non poteva andarci.