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July 12 2017
L’ultimo - per ora - capitolo del Russiagate si delinea meglio e rende ancora più preoccupante la faccenda per il 45° presidente degli Stati Uniti.
Donald Trump Jr, figlio del presidente incontrò - secondo le rivelazioni di sabato 8 luglio del New York Times - un’importante avvocatessa russa, notoriamente vicina al governo di Putin, durante la campagna elettorale del 2016.
Alla riunione erano presenti anche il genero di Trump, Jared Kushner e l’allora responsabile della campagna elettorale di Trump, Paul J. Manafort.
Nelle ore successive il quotidiano di New York ha anche rivelato le motivazioni di quell’incontro - in base a ciò che hanno assicurato i tre consiglieri della Casa Bianca che si sono confidati con il giornale in questa parte dell’inchiesta.
In sostanza il giovane Trump accettò l’incontro con Natalia Veselnitskaya alla Trump Tower del 9 giugno del 2016 (due settimane dopo la conquista da parte del padre della nomination repubblicana alle primarie) perché gli vennero promesse informazioni che avrebbero danneggiato Hillary Clinton.
Trump Jr, secondo un altro articolo pubblicato sempre dal New York Times lunedì 11 luglio, era stato informato con un'email che l'incontro con Veselnitskaya, era parte di uno sforzo del governo russo per aiutare Donald Trump nella corsa alla presidenza. La mail era stata inviata da un giornalista britannico Robert Goldstone, personaggio ambiguo di simpatie filorusse, come spiega il Guardian.
Fu Emin Agalarov, una specie di pop star russa a chiedere a Goldstone di organizzare l'incontro fra Veselnitskaya e il figlio di Trump. Emin è il figlio di Aras Agalarov, un tycoon immobiliare russo, ex partner in affari di Donald Trump. Agalarov senjor è molto vicino a Putin, dal quale avrebbe ottenuto numerose commesse di costruzioni per lo stato russo.
Le email. Giorno dopo giorno, da sabato 8 luglio, emergono dettagli della vicenda, perché il quotidiano di New York sta ricostruendo gli eventi e martedì 11 ha pubblicato lo scambio di email fra Trump Jr e Goldstone. In particolare, quella del 3 giugno 2016. In essa si diceva che Agalarov padre, era stato contattato da un funzionario governativo russo e offriva al comitato della campagna elettorale di Trump materiale sporco contro Hillary Clinton. Alla mail Trump figlio rispose dopo pochi minuti mostrando il suo entusiasmo per la proposta: "If it's what you say I love it especially later in the summer".
In particolare, le informazioni su Clintonn promesse sarebbero state fornite da Yuri Chaika, procuratore generale russo, nominato da Putin.
Martedì 11 luglio, Donald Jr., pressato dal New York Times, ha pensato bene di anticipare il quotidiano, diffondendo via Twitter il contenuto della corrispondenza, e sostenendo che essa sia irrilevante.
La questione è importante perché è direttamente collegata al tema centrale dell’indagine federale sull’intrusione della Russia nelle elezioni: l’organizzazione della campagna di Trump ha collaborato con il Cremlino? Si tratta, aggiungono al Nytimes della prima indicazione emersa pubblicamente che persone identificate con nome e cognome appartenenti all'organizzazione della campagna di Trump erano consapevolmente disposte ad accettare aiuto dal governo russo.
I giornalisti del Times ammettono di non sapere ancora se poi queste informazioni compromettenti vennero davvero fornite da Veselnitskaya a Trump, Kushner e Manafort, anche se le fonti interpellate hanno specificato che quando si recarono all’incontro i tre rappresentanti della campagna del repubblicano si aspettavano questo.
Le indagini delle agenzie di intelligence americane hanno concluso che i russi hanno operato sia con attività di hacking sia mobilitando strumenti e media propagandistici per influenzare a favore di Trump le elezioni. Parte importante dell'operazione fu la consegna a Wikileaks delle famose email del comitato elettorale di Hillary Clinton. La diffusione dei contenuti delle mail cominciò da parte di Wikileaks il 22 luglio. Per ora nulla permette di collegare l'incontro fra Trump Jr e Veselnitskaya alla distribuzione delle mail da parte dell'organizzazione di Julian Assange. Sono solo fatti da tenere presenti.
Natalia Veselnitskaya è nota negli Stati Uniti perché è stata la responsabile di un'offensiva contro il Magnitsky Act, la legge del Congresso Usa del 2012 che permette di bloccare i passaporti e congelare i beni dell personalità russe sospettate di violazioni dei diritti umani. Contro quella legge, che lo fece molto arrabbiare, Putin reagì bloccando il programma di adozioni estere dei bambini russi.
Ebbene, l'incontro con Trump Jr. sarebbe stato ufficialmente fissato per discutere di questa legge e della questione delle adozioni.
Il Magnitsky Act prende il nome da Sergei L. Magnitsky, un avvocato morto in circostanze non chiarite nelle carceri russe nel 2009 dopo aver denunciato uno dei maggiori casi di corruzione dell'era Putin. Tanto è vero, ci ricorda il New York Times, che fra le attività nelle quali si è impegnata maggiormente Natalia Veselnitskaya, c'è proprio quella di screditare la reputazione di Magnitsky, una delle numerose vittime misteriose fra gli oppositori del il presidente russo.
Donald Jr., in risposta al Nyt ha dichiarato che nell'incontro l'avvocato russo disse che persone legate alla Russia stavano finanziando il Comitato nazionale democratico e sostenevano Hillary Clinton. Affermazioni vaghe e ambigue, aggiunge il giovane Trump. Non mi offrì né dettagli né altre informazioni a sostegno di quella generica affermazione. Inoltre, Trump jr sostiene di non aver mai detto al padre di quell'incontro.
Infine, Axios dice che fra gli uomini del cerchio ristretto di Trump stanno indagando su chi potrebbero essere i tre "advisers" della Casa Bianca che hanno raccontato la storia al New York Times: qualcuno, probabilmente, che intenda vendicarsi di Trump jr. Una prova indiretta, forse, che uno dei principali problemi dell'amministrazione Trump è proprio la mancanza di coesione, di coordinamento e unità di intenti. Unita alla presenza dominante nelle posizioni decisive, di personaggi della famiglia: figlia, genero, figlio.
(Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio e aggiornato l'11 e il 12 luglio 2017)