Tecnologia
February 09 2022
Come nella celebre canzone di Antonello Venditti, certi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano. L’anno scorso come accessorio opzionale nella cover esterna, come possibilità, estensione, compatibilità. Stavolta, direttamente dentro lo smartphone: pareggiando la prerogativa della fortunata serie Note, che soffiava venti di tentazioni sulle estati degli utenti Samsung più stakanovisti, il Galaxy S22 Ultra integra la S Pen. Se la riprende, la riporta nel corpo, trasformando il top di gamma appena svelato dalla casa coreana in un’operosa macchina per la produttività.
È una delle numerose caratteristiche di un oggetto che negli anni, sin dal nome, sbandiera la tendenza alla versatilità, alla trasversalità, al meglio possibile in ogni fronte offerto dalla tecnologia del momento. A dispetto delle dimensioni, inevitabilmente generose, unico compromesso necessario per tanta inclusività. Se lo Z Flip, con il display pieghevole, è compattezza, sintesi, minimalismo, l’Ultra è agli antipodi: maiuscolo, rotondo nelle specifiche tecniche nonostante la sagoma un po’ più squadrata del solito.
Inutile smarrirsi nelle chilometriche specifiche tecniche. Si tengano a parametro, puntello e riferimento, giusto le essenziali: il display è da 6,8 pollici con una gamma colori da primato e una luminosità da record. Con un contraltare, la sua dovuta mordacchia: l’opzione per smorzare e spegnere l’urlo cromatico, far riposare gli occhi. Magari la sera, dopo una girandola di sollecitazioni visive. La batteria è da 5 mila mAh, perché di lavoro ne deve fare eccome: durerà, promette Samsung. La fotocamera principale è da 108 megapixel, quella frontale da 40, per selfie splendenti e videochiamate di qualità, per smart working e riunioni in mobilità. L’ufficio è ovunque, l’Ultra lo strizza ancora meglio in una tasca.
I numeri, comunque, lasciano il tempo che trovano. Samsung racconta un’ottimizzazione lato software (l’interfaccia è senza dubbio tra le più riuscite lato Android), una fluidità corale, sia nelle mansioni più ovvie che in quelle di solito ardue, sfiancanti, per la concorrenza. La parola chiave, nell’ennesimo neologismo che la tecnologia ci impone di tollerare, è la «nightography». Video e immagini rendono pure quando la luce è scarsa o addirittura nulla. In una delle dimostrazioni messe a disposizione della stampa, la casa coreana ha fatto vedere che nel buio assoluto, nelle tenebre totali, si riesce a ottenere una resa degna di una pubblicazione sui social. Sarà una falsificazione, quantomeno una sofisticazione, però di necessità si potrà fare virtù.
«Un nuovo standard di smartphone» è la definizione del prodotto data da TM Roh, nome breve per una carica nemmeno troppo chilometrica: presidente e responsabile del MX (Mobile eXperience) Business: «In Samsung ci impegniamo costantemente ad alzare l’asticella dei nostri dispositivi premium». Non era facile, per niente, perché l’S21 Ultra era, anzi ancora è, un ottimo prodotto, con il design caratterizzante del corpo fotocamere in sporgenza, che lo rende stabile sulle superfici piane. L’S22 Ultra, come fa con la penna, cambia morfologia: quasi rincorpora gli obiettivi nella scocca, preferendo, dov’è possibile - dicendolo con le molle - un senso di minimalismo e pulizia. Può piacere, di sicuro quei cinque fori si fanno notare e danno un connotato d’eccellenza, una percezione di avere tra le mani, o davanti a sé se osservatori, un prodotto di punta.
Un gingillo lussuoso, coerente nei costi alla sua vocazione identitaria: la versione di base, con 128 giga di spazio d’archiviazione e ben 12 giga di ram – per far andare il bolide 8 sarebbero troppo pochi – viene 1.279 euro. Il meglio assoluto, in esclusiva sul sito ufficiale di Samung, schizza fino a 1.689 euro, ma comprende un tera di spazio, per salvare tonnellate di video e un’abbuffata di videogame, mentre la ram incrementa a 16 giga. Ammortizza un po’ la spesa, sovrapponibile se non superiore a quella di un pc forzuto, la promozione per chi lo preordina da oggi fino al 10 marzo: in omaggio ci sono gli auricolari Galaxy Buds Pro, più una valutazione del proprio usato per sfrangiare il cartellino. Tutti i modelli saranno disponibili all’acquisto nei negozi fisici e online a partire dalla fine di febbraio.
Una scelta intelligente, sul fronte della continuità, riguarda i due fratelli minori – anche qui si tratta di un eufemismo – dell’Ultra: il Galaxy S22, con il display da 6,1 pollici, e l’S22+, con lo schermo da 6,6. Entrambi con frequenza d’aggiornamento fino a 120Hz, come il top di gamma, tutti e due con il design vincente delle fotocamere disposte in verticale su un lato del telefono, a darne l’impronta, la riconoscibilità.
Qui il pendolo si muove lungo una gamma di dimensioni e pesi: 168 grammi nel caso del modello standard (con batteria da 3.700 mAh) e 196 grammi nel Plus (con batteria da 4.500 mAh). Piume o quasi rispetto all’Ultra, che tocca i 230 grammi.
Il fattore da tenere in considerazione, che può pilotare una scelta su misura ai propri gusti solo di compattezza, è che il comparto ottico è il medesimo, con sensore principale da 50 megapixel, teleobiettivo da 10, ultra-grandangolo da 12. Se sembrano pochi, risicati, giacché siamo abituati ai numeri roboanti che spingono al raddoppio e oltre dell’occhio master, ci sbagliamo e di grosso: per l’uso quotidiano, l’attività sui social, l’archivio e la collezione sovrabbondante di ricordi, questa configurazione non solo è sufficiente, ma soddisfacente. Specie perché il grosso del lavoro non lo fa l’hardware, ma il software. L’intelligenza artificiale, giusto in quanto intriga e attrae chiamarla così.
Oltre ai talenti di «nightography» (la reiterazione renderà il termine più familiare), un altro ottimo esempio coincide con l’ennesimo anglismo: l’«auto framing». Se si girano video affollati, con più soggetti, la funzione rileva fino a dieci persone in simultanea e le tiene a fuoco mentre si spostano nell’inquadratura, così da ritrarne ognuna in maniera definita. Se torneremo presto a fare assembramenti, questi smartphone ci consentiranno di raccontarli.
C’è un distinguo per i frettolosi, che riguarda la batteria: l’S22+ offre la ricarica rapida da 45W (come l’Ultra, per fortuna), mentre l’S22 si ferma a 25W. I costi sono più accessibili, con tutte le cautele del termine trattandosi comunque dei più alti di gamma della collezione Samsung: l’S22 parte da 879 euro nella versione con 8 giga di ram e 128 giga di spazio d’archiviazione, che salgono a 929 euro per avere 256 giga. L’S22+ muove da 1.079 euro (8+128 giga) e raggiunge i 1.129 euro (8+256 giga). Uno scalino, quest’ultimo, che potrebbe far tornare in gioco l’opzione Ultra.
Anche qui c’è una promozione: «Gli utenti che acquisteranno Samsung Galaxy S22 e Galaxy S22+ tra il 9 febbraio e il 10 marzo potranno ricevere gratuitamente gli auricolari Galaxy Buds Pro, dopo aver registrato il dispositivo sulla piattaforma Samsung Members. Inoltre, acquistando Samsung Galaxy S22 e Galaxy S22+ entro 10 marzo è possibile avere una super valutazione del proprio smartphone usato» fanno sapere dalla sede italiana dell’azienda coreana.
I più incalliti dell’ecosistema Samsung possono completare la loro esperienza, allargarla, con una power machine formato tablet: il Galaxy Tab S8, anch’esso non uno ma trino. È disponibile, con una nomenclatura sovrapponibile ai telefoni, nella versione S8, S8+ e S8 Ultra. Quest’ultimo con display Super Amoled da 14,6 pollici, mentre si parte da 11 pollici per il modello base e si sale a 12,4 per quello intermedio.
Il sistema operativo è Android 12, ma basta associargli una tastiera per avere un pc completo da usare in mobilità, con tutta la versatilità della suite Google a disposizione. Anzi, chi lo preordina riceverà proprio una tastiera (diversa a seconda del modello) in omaggio. Si parte da 799 euro per il Galaxy Tab S8 che salgono a 1.299 euro per il Tab S8 Ultra, la cui configurazione più completa, con il 5G, 16 giga di ram e 512 giga di spazio d’archiviazione richiede 1.649 euro.