Tecnologia
February 01 2023
La ragazza se ne sta seduta in fondo al salone, su un divano lontanissimo, giustamente impegnata a farsi i fatti suoi. Non sa che noi, molesti e inopportuni, la stiamo usando come cavia. Le puntiamo contro il telefono, la avviciniamo un po’ alla volta, portiamo al massimo lo zoom ottico 10x fino a incastrarla in un quasi primo piano.
L’effetto è incredibile: siamo agli antipodi di un ambiente enorme, eppure sembra lì, proprio sotto il nostro naso. L’immagine è stabile, non traballa, la foto è perfetta, il video quasi di più. Finché, giustamente, non ci passa davanti un incolpevole intruso a rovinare tutto.
Abbiamo tra le mani per qualche minuto il nuovo Galaxy S23 Ultra, il top di gamma appena svelato da Samsung. È un primo contatto, ma le sue virtù sono già evidenti, al di là delle promesse altisonanti del marketing. Uno dei sensori delle fotocamere si spinge fino a 200 megapixel (c’è pure un teleobiettivo da 10 megapixel che abilita uno zoom ottico da 3x), ma al di là dei numeri conta il peso e il ruolo dell’intelligenza artificiale, che anziché mettersi a fare temi e componimenti, qui dà il meglio di sé: supporta il nostro estro per aggiustare la resa delle immagini e restituirgli un effetto convincente, pronto da postare sui social senza filtri e abbellimenti, soprattutto nelle condizioni di scarsa luminosità. Tu chiamala, se vuoi, co-creazione.
La «nightography», la fotografia notturna, oltre a un neologismo brevettato rimane uno dei cavalli di battaglia della casa coreana, anche perché sotto il sole pure un medio di gamma si comporta con dignità, è sul buio che i grandi produttori stanno giocando, da un po’, la loro partita. E ciò perché siamo diventati esigenti, vogliamo raccontare le nostre vite pure in penombra, catturare la luna o giusto il piatto in un ristorante dove l’architetto ha spinto troppo sui toni dark.
Il Galaxy S23 Ultra non si tira indietro, anzi promette di riconoscere il soggetto inquadrato per enfatizzarne le caratteristiche principali. E lo fa meglio con i volti, con il contorno del viso, per ritratti sempre più soddisfacenti. O per selfie e durante videochiamate che siano, finalmente, degni del comparto frontale: la serie Galaxy S23 ha messo un autofocus superveloce e tanta altra cura pure sull’occhio incastonato nel display. Sì, c’è l’Hdr pure lì, se siete tanto tecnici. E i video si possono registrare in 8K, mentre uno stabilizzatore ottico migliorato assicura fermezza anche a chi ha la mano traballante.
Lo schermo dell’Ultra è la solita favola da 6,8 pollici, con i dettagli nitidissimi e i colori brillanti, ma anche attenzioni agli occhi, a non stancarli troppo o non tenerli troppo desti quando scende la sera. Non è una rivoluzione, né nelle forme né nelle funzioni, ma una decisa evoluzione della specie. Un perfezionamento di un pacchetto che già teneva bene. La notizia principale, ampiamente anticipata, è che Samsung mette da parte i suoi processori fatti in casa e sposa la piattaforma Snapdragon 8 Gen 2 in una versione personalizzata, che infatti si chiama «Mobile platform for Galaxy».
Ora, i vecchi Exynos hanno imparato a comportarsi bene: nelle ultime generazioni avevano accantonato il vizio di succhiare via tutta l’autonomia, ma con Qualcomm è tutta un’altra storia. E la batteria da 5.000 mAh saprà dare un supporto sul fronte dell’autonomia. Non è l’unico guadagno: le prestazioni grafiche faranno un salto di qualità (la gpu è stata ottimizzata per essere del 41 per cento più veloce rispetto alla serie Galaxy 22) tanto quanto i muscoli dell’intelligenza artificiale, sia per foto e video, quanto per le applicazioni di gaming, per cui l’Ultra ha storicamente un’ottima propensione.
Si tratta di un telefono completo, anche per il lavoro, vista la S Pen integrata. Chi non la conosce la evita, chi impara a usarla approfitta dei suoi tanti talenti durante le presentazioni, per prendere appunti o improvvisare uno schizzo.
Il nuovo smartphone è un concentrato di potenza che richiede il giusto spazio di archiviazione: il taglio minimo è da 256 giga con una memoria da 8 e un prezzo consigliato di 1.479 euro. La versione più dopata, con 12 giga di ram e un tera di spazio sfiora i 1.900 euro. Nel mezzo c’è il taglio 12+512 giga a 1.659 euro. Varie le promozioni disponibili, tra cui un cashback per chi acquista il prodotto sul sito di Samsung entro il 16 febbraio.
Per qualcosa in meno, 1.229 euro, sempre per la combinazione 8+256 giga (ne servono 1.349 per 8+512), c’è il Galaxy S23+, che è una scelta eccellente. Intanto in termini di design: è un telefono bello da tenere in mano, dalle linee eleganti, che sta comodo in tasca senza invaderla completamente.
Lo schermo è un filo più piccolo, da 6,6 pollici anziché 6,8 dell’Ultra; ha sempre lo Snapdragon 8 Gen 2, una batteria da 4.700 mAh, un sensore principale della fotocamera da 50 megapixel. Il peso è sotto i 200 grammi, mentre l’Ultra si spinge a 233.
A completare la serie il piccolo del trio, l’S23, con schermo da 6,1 pollici, degnissima batteria da 3.900 mAh, lo stesso comparto fotografico dell’S23+. È tutt’altro che un ripiego, ma un ottimo candidato per chi non sopporta i telefoni di taglia xl. D’altronde, il prezzo parte da 979 euro, stavolta sì con il taglio da 128 giga. Il peso se non è da piuma poco ci manca, siamo a 168 grammi. Un premio alla voglia di leggerezza.
Per quanto riguarda le colorazioni, Samsung dice di essersi ispirata alla natura. Sono phantom black, cream, green e lavender.
Nell’ottica di ampliare il suo ecosistema, di offrire una selezione trasversale ai suoi clienti, assieme ai telefoni Samsung ha presentato una vasta gamma di nuovi pc: ecco il Galaxy Book3 Pro 360, con lo schermo touch e la capacità di trasformarsi in tablet, per giostrarsi tra la produttività (supporta la S Pen) e l’intrattenimento; ecco il Galaxy Book3 Pro, sottilissimo, per chi ama il design minimal.
La vera chicca è però il gemello del top di gamma sul fronte smartphone: si chiama Galaxy Book3 Ultra e strizza l’occhio ai creatori dei contenuti, ai quali garantisce molta potenza sotto il cofano e un ampio display su cui lavorare. Parliamo di 16 pollici in 3K (risoluzione da 2880x1800), una sorta di cinema portatile; i processori Intel Core di tredicesima generazione sono nella variante i7 ma anche i9, ancora più dopata; c’è una scheda grafica dedicata, la Nvidia GeForce Rtx. Insomma, tutto quello che seve per creare dappertutto senza appesantirsi in modo eccessivo la schiena: il peso è di poco più di un chilo e mezzo, ma per una macchina molto performante. Ultra di nome e di fatto.