Politica
September 28 2023
Una delle espressioni più usate, anzi, abusate negli ultimi giorni è «voto di scambio». parole utilizzate da alcuni autorevoli opinionisti negli ultimi giorni per definire la proposta di un condono per i piccoli abusi edilizi proposto da Salvini. A parte il fatto che nella narrazione si raccontava di grattacieli abusivi messi a norma con una semplice multa quando nell’idea del Ministro delle Infrastrutture si parlava di regolarizzazione di una finestra, una porta oltre misura, insomma, minuzie. E a parte anche il fatto che poi il Consiglio dei Ministri ha accantonato la cosa che a meno di interventi dell’ultim’ora non rientrerà nella legge di bilancio. Quello che resta è il concetto di voto di scambio…
Cosa di cui la storia politica è piena, in maniera più meno evidente. Non si può non ricordare come uno dei massimi e più fulgidi esempi l’accoppiata Superbonus-Reddito di Cittadinanza con cui Giuseppe Conte ha basato la sua campagna elettorale di un anno fa. Su twitter sono ancora rintracciabili i video con cui ad ogni comizio il leader grillino ricordava a tutti che «vi siete sistemati casa GRATUITAMENTE», salvo poi scoprire che di gratis c’era davvero ben poco che quel gratuitamente sulle casse dello Stato ha provocato un buco da un centinaio di miliardi.
Ma negli ultimi giorni l’Europa ci ha regalato due iniziative davvero rilevanti, passate forse sotto silenzio.
Cominciamo dalla Spagna dove l’ex premier Sanchez proverà a formare un suo nuovo governo. Siccome le elezioni del luglio scorso non hanno dato maggioranze certe a Sanchez non resta che il più noto e tipicamente italiano «tutti insieme contro la destra». E così per arrivare alla maggioranza ed alla fiducia risicata l’ex premier deve chiedere aiuto a chiunque, persino agli indipendentisti catalani. Siccome gli acerrimi nemici del sistema, separatisti nel midollo, con diversi pluricondannati tra le loro fila, sanno di essere indispensabili hanno fatto una richiesta pesante per dare i loro voti: amnistia per i condannati o i militanti a processo e si al referendum per l’autonomia catalana. Richieste che tutti a Madrid ritengono inaccettabili, tranne Sanchez, pronto al si pur di ritornare alla guida del paese, sotto ricatto ovviamente, ad ogni votazione decisiva. Ma, come abbiamo visto anche da noi dietro il «piuttosto che la destra» a sinistra sono capaci di qualsiasi cosa.
Dalla Spagna alla Francia il passo è breve. Nelle ultime ore il presidente Macron, anche lui alla caccia disperata di voti in vista delle prossime elezioni europee, si è detto per la prima volta favorevole all’autonomia della Corsica. Una svolta epocale dopo decenni di lotte tra l’isola e Parigi che Macron ha cancellato in un minuto: «Dobbiamo avere l’audacia di costruire un’autonomia corsa nel paese per uscire da una situazione di incomprensione e di risentimento tra la popolazione ed il continente».
Insomma, la Spagna si mette nelle mani dei catalani, la Francia regala la Corsica agli indipendentisti; regioni, popolazione, storie e battaglie chiuse in poche ore per un semplice voto di scambio. Davanti a tutto questo la finestra non a norma o la veranda abusiva con cui si attaccava il governo nostrano diventano quello che sono: una barzelletta.