Tecnologia
May 28 2020
Siamo in guerra. Impugniamo pistole d'aria bollente, per sparare nuvole di vapore sulle superfici. Accendiamo radar minuscoli per scandagliare gli ambienti e depurarli, attraverso il respiro benefico di purificatori e condizionatori. Nel frattempo, lottiamo contro lo sporco, combattiamo gli allergeni, tramiamo attentati verso i batteri. Le nostre armi hanno forme familiari, di lavatrici e frigoriferi, di lavastoviglie e asciugatrici, ma virtù inedite, strizzate in tre comandamenti: sanificare, sterilizzare, igienizzare.
È l'ultimo fronte tecnologico figlio delle ansie da coronavirus, che hanno amplificato il concetto di contaminazione, la sua effettiva percezione: da grossolana macchia evidente, a insidioso nemico invisibile. Riscrivendo i canoni di appetibilità degli elettrodomestici: «Dal design si è passati a badare alla sostanza. Prima ci concentravamo sull'estetica dei prodotti, ora vogliamo guardarci dentro» conferma a PanoramaDaniele Grassi, vicepresidente di Samsung Electronics Italia. Che riassume il cambio del paradigma prendendo in prestito due termini inglesi: «Assieme al green, è protagonista l'health. Il consumatore cerca soluzioni verdi, dal consumo efficiente e dal ridotto impatto ambientale che, in parallelo, tutelino la sua salute. La tendenza si stava già consolidando, con la Covid-19 questi piloni sono esplosi».
Sono state sconvolte le dinamiche che si attorcigliano negli oblò, che ribollono nel chiuso degli sportelli. È cambiata la morfologia delle manopole, la geografia dei tasti sui telecomandi. Con «Ciclo vapore» stampato tutto maiuscolo, sottolineato in rosso, sul pannello di una lavatrice LG; il condizionatore di Hitachi che si lava da sé, premendo un pulsante; il frigorifero sicario di Haier, che stermina i batteri con una luce ultravioletta accesa sugli alimenti, la medesima che luccica su un aggeggio pensato ad hoc per gli smartphone, capace di azzerarne qualsiasi scoria virulenta, assorbita nei mille posti su cui l'appoggiamo. Inclusa la toilette.
La metamorfosi in corso, comunque, non è solo un'evoluzione della specie, quanto un suo allargamento. La nascita di categorie inedite di oggetti che incorporano l'ossessione per la pulizia. Come AirDresser di Samsung, una cabina armadio che distrugge acari, virus e batteri annidati nei capi che posizioniamo al suo interno. In Corea hanno certificato che elimina il coronavirus. «In generale, vanta un notevole tasso di innovazione» commenta Grassi: «L'ideale sarebbe metterlo all'ingresso di un appartamento, di certo è più bello di un qualunque attaccapanni. Si adatta altrettanto alle stanze degli alberghi: dopo aver preso un treno o un aereo, sentiremo forte il bisogno di igienizzare ciò che abbiamo indossato in viaggio».
Oltre ai dispositivi che impongono una nostra azione – caricare un cestello, riempire uno scomparto, evocare terapie di vapore come sciamani urbanizzati – ci sono i segugi silenti, i vigilanti muti, altrettanto efficaci. Come il purificatore Pure Cryptomic di Dyson, che monta sensori e laser per fiutare le particelle ultrasottili. Si collega al telefonino e, attraverso una app, ci dice se la qualità dell'aria nella stanza in cui l'abbiamo posizionato è buona, giusta, molto o estremamente scarsa. Fino a un livello etichettato come grave. Se non da allarme rosso, di sicuro da non ignorare: «Un adulto a riposo inala circa 7-8 litri d'aria al minuto, per questo è importante porre attenzione a quello che entra nel nostro corpo. Sono tanti gli elementi inquinanti che si possono accumulare in casa: la più ovvia è la polvere che si deposita sulle superfici, ma anche peli di cani e gatti sui tappeti, muffa in ambienti umidi o polline che penetra dalle finestre aperte. Possono contribuire a scatenare reazioni allergiche» rileva Paul Dawson, vicepresidente Health and Beauty di Dyson, prima di ricordare che, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, trascorriamo fino al 90 per cento del nostro tempo tra quattro mura. Un dato per difetto, giacché non tiene conto di quarantene, lockdown e altri disagi contemporanei. Meglio attrezzarsi. «I purificatori Dyson» chiosa Dawson «sono dotati di uno strato in carbone attivo che, combinato al filtro a 360 gradi, consente di rimuovere dall'aria sia particelle ultrafini, sia composti organici volatili potenzialmente dannosi».
Probabilmente perché ci sentiamo inermi di fronte alle minacce del coronavirus, accanto a saponi e disinfettanti spray con cui umettiamo con minuzia scaffali e credenze, abbiamo eletto il vapore a nostro nuovo migliore amico. Non lascia residui tossici, è ipnotico mentre si accanisce su germi, batteri, virus e tutte quelle colonie di sgraditi coinquilini microscopici che non solo non pagano l'affitto, ma ci fanno pure ammalare.
Il vapore esce da manicotti domestici e aggeggi portatili che dovrebbero servire a stirare i capi ma, durante l'emergenza, sono stati riconvertiti in sterilizzatori fumanti. Se però l'ipocondria vi assale, amate le esagerazioni, o semplicemente avete un negozio, un ristorante, una casa da affittare (o ci volete andare in vacanza) e volete mettervi al riparo da qualsiasi rischio, valutate di affidarvi a una soluzione di tipo professionale. A una fuoriclasse del vapore. La stessa, per capirci, che adottano gli ospedali o le ambulanze tra un paziente e l'altro per cancellare il pericolo minimo di contaminazione.
Una delle aziende di riferimento in Italia è la veneta Novaltec Group, che nelle ultime settimane ha ricevuto ordini da mezzo mondo, Arabia Saudita inclusa, per il suo generatore di vapore Black Hawk R: «Diffonde nell'ambiente un virucida atossico, crea un aerosol biodegradabile al 100 per cento. Si può utilizzare anche su frutta e verdura, non danneggia né i mobili, né l'abbigliamento. Ed è velocissimo: sanifica 20 metri quadrati in pochi minuti, rendendo la stanza immediatamente utilizzabile» racconta l'amministratore delegato Pierangelo Maren.
La differenza rispetto ad altre macchine, è che non funziona per shock termico. Cioè non occorre dirigere il getto su una superficie specifica perché sia efficace, correndo il rischio di trascurarne o dimenticarne un pezzettino. «Inoltre» prosegue Maren «il virucida è attivo per diverse ore. E ha costi estremamente ridotti, circa 1,5 euro per coprire fino a 200 metri quadri». Per non parlare della soddisfazione, quella davvero senza prezzo, di mitragliare d'aria il coronavirus e annientarlo assieme ai suoi mefistofelici compari. La vendetta è un flusso che va servito rovente.