Musica
February 09 2018
Continuano i record di ascolti per la 68esima del Festival di Sanremo targata Baglioni e condotta con brio dall'inedita coppia Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino: con oltre 10 milioni 100 mila telespettatori e, in termini di share, con il 51.1%, è la quarta serata più vista dal 1999.
La serata è stata sicuramente la più divertente e singolare rispetto alle altre: tutti e 20 i concorrenti della categoria “Campioni” hanno cantato una versione rivisitata della propria canzone inedita insieme ad altri ospiti.
Stasera si sono esibiti tutti e 8 gli artisti della categorie “Nuove proposte”. A trionfare, dopo una votazione tripartita tra televoto, giuria della sala stampa e giuria di esperti, è stato Ultimo, seguito da Mirkoeilcane e Mudimbi.
I superospiti musicali sono stati Piero Pelù, con un energico tributo a Lucio Battisti ne Il tempo di morire, e Gianna Nannini, che ha duettato con Baglioni.
Ecco le nostre pagelle della quarta serata.
Una canzone pop-soul un po' troppo ripetitiva e canonica, che scivola via senza troppi sussulti. Voto 5,5
Un po' Daniele Silvestri, un po' Simone Cristicchi, Mirkoeilcane ha costruito una canzone intelligente, impegnata ed emozionante. L'orchestra ha un ruolo fondamentale nell'economia della canzone, con i suoi saliscendi emotivi. Voto 7,5
Voce potente e ben modulata, ottima presenza scenica, ma la canzone offre poche sorprese. Voto 6,5
Il brano ha un bello sviluppo armonico, alternando cantato a rap, e non è per niente facile da cantare. Ultimo offre un'interpretazione convinta e convincente, anche se sulle note più alte la voce risulta troppo affaticata. Voto 6
Anche Giulia Casieri canta in modo quasi rappato, si vede che ha consumato gli album di Amy Winehouse e intepreta Come stai con la sicurezza di un'interprete navigata. Voto 7,5
Molto furbo il fischio inziale, che si ripete durante la canzone, lo stile ricorda quello di Caparezza o, se vogliamo essere più esterofili, di B-Real dei Cypress Hill, ma il testo è troppo debole per un brano di questo tipo. Voto 6
Dal suo look pluritatuato e con diversi piercing uno si aspetterebbe una bella scossa rock, e invece Eva canta una ballad abbastanza anonima, senza particolari sorprese, che viene riscattata da una buona interpretazione. Voto 6
Lodevole il tentativo di far ripassare agli italiani il congiuntivo, che da noi rischia di fare la fine della tigre bianca, ma la canzone è un po' troppo leggera e inconsistente per essere presa sul serio. Voto 5,5
Custodire viene proposta stasera con un arrangiamento più essenziale, quasi da jazz club, fino al gran finale con l'orchestra che esalta l'ottima intesa tra Rubino e Serena Rossi, artista di rara completezza. Voto 7,5
"In nomine stat virtus", dicevano i latini. In effetti di sbagliato, qui, c'è proprio il duetto con Skin: la cantante degli Skunk Anansie all'inizio appare fin troppo trattenuta, poi grida a casaccio nel ritornello, rovinando una canzone fresca e moderna, con un bel tiro. Un connubio poco riuscito, e non per colpa delle Vibrazioni. Voto 6,5
Il confronto tra la classe di Paola Turci e il massimalismo di Noemi è impietoso per la seconda, ma il duetto funziona e la canzone diventa così più incisiva. Voto 6
Classe, eleganza, interpretazione, intensità, Italia, Brasile, jazz, bossa nova: in due parole, grande musica. L'Italia forse non merita un artista della caratura internazionale di Mario Biondi, che il mondo ci invidia (ricordiamo che Burt Bacharach gli ha chiesto qualche anno fa di seguirlo nei suoi concerti come resident vocal, ottenendo un cortese diniego da parte del crooner catanese) Voto 8,5
Una ballad d'amore classica e moderna al tempo stesso, che poggia su un brillante arrangiamento anglosassone, esaltando la potente voce di Annalisa, sempre più sicura di sè e lanciatissima per un piazzamento importante. Michele Bravi non strafà, limitandosi a supportare bene la cantante. Voto 7
Lo Stato Sociale mette insieme Paolo Rossi, fuori luogo e visibilmente alticcio, e i bambini del Piccolo Coro dell'Antoniano con l'obiettivo dichiarato di far divertire gli spettatori meno esigenti. La canzone funziona, è innegabile, ma è una paraculata senza precedenti, in confronto alla quale Occidentali's karma era My way e Francesco Gabbani era la reincarnazione di Frank Sinatra. Voto 6
"Dimmi con chi vai, e ti dirò chi sei". Mai proverbio fu più azzeccato per Max Gazzè, che stasera ha portato sul palco dell'Ariston due eccellenze del jazz italiano, il pianoforte di Rita Marcotulli e la batteria di Roberto Gatto. Il racconto di una leggenda del Gargano, una storia antica di uno scoglio che ogni cent'anni si anima e diventa un uomo cui le sirene restituiscono per una notte la donna amata, risulta così ancora più poetica ed emozionante. Voto 8
L'omaggio a David Bowie, un piacevole mid tempo tra pop e rock, acquista una caratura internazionale con la voce e la chitarra elettrica (che all'inizio non funziona, costringendo Ruggeri & co a stoppare il brano e a ricominciare da capo) di Midge Ure, indimenticabile voce degli Ultravox. I Decibel si confermano in grande spolvero, un gradito ritorno per il rock italiano. Voto 7
L'apporto di Preziosi, che si limita ai cori e alla seconda voce, è piuttosto limitato. La canzone, un brano classico ed elegante, tra i maggiori candidati al premio della sala stampa, poggia tutto sulla voce inconfondibile e senza tempo di Ornella Vanoni. Voto 7,5
Otima idea, quella di Diodato e Roy Paci, di chiamare Ghemon, un fuoriclasse del rap e dell'r&b italiano, autore del recente album-gioiello Mezzanotte, uno dei migliori del 2017, affidandogli una strofa inedita della canzone. L'attacco a tre punte funziona e fa centro. Voto 7.5
La canzone, in cui Facchinetti e Fogli raccontano un ritrovato rapporto d'amicizia nel delicato testo di Pacifico, è deboluccia, e non è certo la voce singolare della Amy Winehouse di Palermo a risollevarla. Voto 6
Una scelta saggia e lungimirante, quella di Avitabile e Servillo, di chiamare musicisti che hanno condiviso tante volte con loro il palco. La canzone, con i nuovi inserimenti, aumenta la sua componente di world music, quasi un omaggio al pop senza confini di Peter Gabriel e Paul Simon, e la sua teatralità. Voto 6,5
L'introduzione recitata di Simone Cristicchi, che legge la celebre lettera "Non avrete il mio odio" di una coraggiosa madre vittima dell'attacco terroristico del Bataclan, è sublime. Fabrizio Moro ed Ermal Meta sono sempre più affiatati e in palla: dopo il giallo del presunto plagio, sono i grandi favoriti per il podio finale. Voto 7,5
Eterno sarà probabilmente uno dei brani sanremesi più apprezzati in radio, grazie anche a un'ottima costruzione della canzone, con la lunga intro e le aperture orchestrali che esaltano il pathos della voce elegante e romantica di Caccamo. Il problema è che Arisa ha una voce pazzesca, una delle migliori in Italia, e Caccamo esce perdente dal confronto. Voto 6,5
Chissà perché Lucio Dalla non ha mai pubblicato un gioiello come Almeno pensami, delicato nella melodia degli archi e nelle poetiche immagini usate, ma, per nostra fortuna, Ron e Alice gli hanno reso giustizia stasera con un'interpretazione misurata, emozionante e raffinata. Voto 9
La nuova versione della canzone parte in sordina, salvo poi essere ancora più carica e "piena" nel ritornello. Masini fa bene il suo compito, ma ci era piaciuta di più la versione originale di Canzian. Voto 6,5
La canzone più catchy e radiofonica tra le 20 in gara, in cui la band di Stash accantona l'inglese e il pop-funky per atmosfere più crude e rock, con percussioni tribali, esaltate dall'inconfondibile drumming di Tullio De Piscopo, cori a presa rapida che entrano immediatamente in testa e perfino un(breve) assolo di chitarra. Frida piacerà ai più giovani e funzionerà bene sulle piattaforme streaming. Voto 6.5
Premesso che chi scrive è romano, ma a noi questa Passame er sale continua a non convincere: troppo vecchia, poco radiofonica, senza guizzi, né grandi aperture. Lodevole l'omaggio alla grande tradizione della canzone romana, ma il risultato è deludente, e Anna Foglietta non riesce e migliorare granché il risultato. Voto 5,5
La cura Cammariere, con il suo pianoforte ricco di lirismo, il suo crooning confidenziale e la sua classe innata, ha funzionato, dando nuovi colori alla canzone di Nina Zilli, un brano pop alla Anna Tatangelo che valorizza la sua voce nel racconto di una donna che cambia, anche se il testo, un po' troppo ripetitivo, non brilla certo per originalità. Voto 6
Quando pensavi che gli Elii fossero ormai pronti per il carello dei bolliti, la band milanese tira fuori una raffinatissima performance insieme al vocalese dei Neri per Caso, in una versione di Arrivoderci corale, intensa e decisamente migliore dell'originale. Voto 6