Sanremo 2019: la vigilia, tra sovranismo e politica

È una vigilia di polemiche, tensioni e tapiri quella che precede la prima puntata di Sanremo 2019, al via da martedì 5 febbraio. Così, mentre sul retro dell’Ariston si palesa Staffelli di Striscia la Notizia con un maxi Tapiro d’oro, in sala stampa Claudio Baglioni gioca di sottrazione sulla questione "conflitto di interesse" che negli ultimi giorni ha agitato (e non poco) la Rai e gli addetti ai lavori. Ecco quello che è stato detto nella conferenza stampa di presentazione del Festival, andata in scena il 4 febbraio.

Sanremo 2019, la vigilia tra sovranismo e “conflitto di interesse”

La prima a prendere la parola è il direttore di Rai 1 Teresa De Santis e entra a gamba tesa nelle polemiche degli ultimi giorni, politiche e non solo, smentendo hic et nunc i dissidi con Baglioni, scattati (pare) dopo le parole del direttore artistico sulla “questione migranti”. “Ho grande stima di Claudio. Nessun screzio, solo cordialità e simpatia”. Poi la De Santis rimanda al mittente l’etichetta di Festival “sovranista”, che non gradisce: “Non è un Festival sovranista ma c’è la voglia si sottolineare un’identità culturale.

Nessuna preclusione anche sui temi delle canzoni, che definisce "il punto di arrivo di mille spunti per raccontare l’Italia". Poi scatta la difesa a tutto campo sul conflitto di interesse, che ha reso decisamente frizzante l’aria della vigilia (pare molto tesa in casa Rai). "Ne parlo da un punto di vista concettuale, per la mia esperienza, e rispondo dal punto di vista artistico. La produzione culturale e musicale vive di contiguità. Questo non vuol dire che non ci sia coscienza e la volontà di premiare risultati e qualità”, argoimenta la De Santis.

"Ovvio che l’artista abbia rapporti con la produzione, sta alla sua coscienza, che credo sia molto forte da questo punto di vista. Un artista che ha 50 anni di storia, non credo voglia finire nelle strettoie di chissà quali macchinazioni. I giochi di potere non gli competono". Sulla clausula di trasparenza interviene anche il vice direttore di Rai 1, Claudio Fasulo. "C'è ed è stata rispettata", sottolinea. "Dal punto di vista della qualità e della trasparenza, siamo inattacabili. Non ci sono state pressioni esterne". 


Claudio Baglioni tra armonia e polemiche

Claudio Baglioniinvece la prende larga, annuncia che non sarà un Festival politico ne all'insegna della "sana autarchia, perché ritengo che l’internazionalità sta nel fatto che gli artisti che partecipano sono già internazionali. A cominciare da Andrea Bocelli”, spiega annunciando a sorpresa anche l’arrivo di Riccardo Cocciante. Poi entra sulla questione polemiche, in maniera soft e con alcune sterzate ironiche. “Dovrebbe essere il Festival dell’armonia, anche se abbiamo avuto giornate complicate: ma l’armonia non è un dato di partenza ma una conquista", dice riferendosi indirettamente a Striscia.

Poi si fa più netto e tranchant: “Io sono il sacrestano del Festival, qualsiasi personalismo cercherò di combatterlo perché il Festival è più importante di tutti noi. Non bisogna far prevalere il chiacchiericcio o le polemiche perché la sostanza di Sanremo è talmente grande che non va toccata”.

Cosa faranno Claudio Bisio e Virginia Raffaele

Si torna a parlare di spettacolo puro solo quando intervengono Claudio Bisio e Virginia Raffaele. "È un regalo essere qui. Passo dai dieci minuti dello scorso anno alle venticinque ore di quest'anno. Spero di essere all’altezza e di divertire", spiega Virginia Raffale, ribadendo che quest'anno ci metterà la faccia, ovvero niente personaggi. "Baglioni ha chiamato me, i personaggi verranno fuori in un modo o in un altro. Ma ci saranno molti numeri inediti", spiega, a cominciare da quello con Pierfrancesco Favino, che torna da ospite.

Ancora più criptico Bisio, che non nasconde l'emozione - "l’anno prossimo faccio quarant’anni di carriera, ma una cosa così non mi era mai capitata" - promette garbo e si innervosisce quando gli chiedono se parlerà di politica. "Non parlerò di migranti né di Bolsonaro, né del buco dell’ozono, né della Juve". 


La giuria d’onore

Cambia nome e da giuria di qualità diventa giuria d'onore, il team di volti noti chiamati a giudicare le canzoni il venerdì e il sabato sera. "A presiederla sarà Mauro Pagani e ne faranno parte Ferzan Özpetek, Camila Raznovich, Claudia Pandolfi, Elena Sofia Ricci, Beppe Severgnini, Serena Dandini e Joe Bastianich”, annuncia Claudio Fasulo, vice direttore di Rai 1.

Ed è lo stesso Fasulo a snocciolare i numeri di questo Festival, che totalizzerà 27 ore di tv in cinque giorni, cui si sommano altre 40 ore "collaterali" di tv, con 263 artisti sul palco (tra artisti, cantanti, performer e ospiti) e orchestra di 55 elementi. “È il motore dell’industria musicale italiana”, aggiunge. E ora, spazio alle canzoni.

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