Televisione
February 08 2020
«Qui non succede quasi niente, non c'ho capito proprio niente» cantaRita Pavone. Peccato che la profezia si realizzi al contrario, intorno alle due del mattino e dopo cinque ore di diretta, quando scoppia il caos durante l'esibizione di Morgan e Bugo: quest'ultimo non gradisce le frecciatine del collega, che ha cambiato il testo della canzone senza avvertirlo, e dopo pochi secondi esce di scena scatenando il panico. Un colpo di scena clamoroso, da storia del Festival. Ecco il meglio e il peggio della quarta puntata di Sanremo 2020, quella del 7 febbraio.
Mancano finalmente poche esibizioni alla fine della "Maratona Amadeus" – come Antonella Clerici ha ribattezzato il Festival di Sanremo 2020 – i nottambuli finalmente sono con un piede nel letto, quando scoppia il caos sul palco dell'Ariston. «La tua brutta figura di ieri sera. Ringrazia il cielo che stai su questo palco», canta Morgan nelle prime strofe (cambiate) di Sincero, lanciando frecciatine per nulla velate a Bugo, con cui è in gara in questo Festival per altro con una canzone dedicata alla loro amicizia.
Della tensione tra i due si parla da giorni in sala stampa ed esplode prepotente quando Bugo, con un colpo di scena strepitoso, lascia il palco per protesta dopo pochi secondi. Una scelta clamorosa (ma giustificata, perché l'atteggiamento di Morgan è stato francamente imbarazzante) che li costringe alla protesta. «Mi dispiace, li considero due grandi artisti ma per regolamento sono squalificati dal Festival», spiega Amadeus. Stupendo Fiorello: «Meglio, una canzone in meno in gara, domani finiamo prima». E come dargli torto.
Per una lite che infiamma il Festival, un'altra si ricompone. Il «patto dell'autoradio» sancisce infatti in diretta tv la pace definitiva tra Fiorello e Tiziano Ferro, dopo gli screzi degli ultimi giorni scaturiti da una battuta del comico che aveva stuzzicato lo showman lanciando l'hashtag #Fiorellostattezitto. Prima si erano riconciliati con uno scatto su Instagram poi Amadeus officia il riavvicinamento con tanto di duetto sull'iconica Finalmente tu, sfortunata hit sanremese di Fiorello del '95. La tensione sparisce quando Ferro ricorda che uno dei suoi primi premi lo conquistò proprio durante un karaoke in cui vinse un'autoradio, poi parte la canzone e i due si riavvicinano a tal punto che scatta un bacio (sulla bocca). La gag è servita.
I medley dei suoi brani più famosi, gli omaggi alla storia del Festival, i duetti. La scelta di Amadeus di includere nel suo FestivalTiziano Ferro si sta rivelando strategicamente perfetta. Ferro fa Ferro, sceglie di non "sporcarsi" le mani con la conduzione (non fa mai un lancio, per dire) ma trasforma in mini-show ogni sua performance. Emoziona e si emoziona, spesso fino alle lacrime, come quando canta Portami a ballare (dedicata alla mamma). È lui la chicca cult, il valore aggiunto.
Tempi perfetti, senso dello spettacolo, interventi equilibrati. Antonella Clerici torna all'Ariston e le bastano due discese dalle scale e quattro snodi per far vedere la differenza tra una conduttrice qualunque e una professionista impeccabile. Non pervenuta invece Francesca Sofia Novello: debuttare in tv è complicato per tutti, farlo al Festival è un azzardo assoluto. E si vede.
Tra i misteri di questo Sanremo, spicca la partecipazione di Tony Renis. Una "toccata e fuga" funzionale a ricordare Quando quando quando – uno dei brani italiani più celebri al mondo – che però nemmeno canta, visto che la affida a Fiorello e si limita a dirigere l'orchestra. C'era davvero bisogno di questa trasferta transoceanica?
Non c'è serata senza standing ovation e nella quarta puntata l'omaggio è a Vincenzo Mollica, lo storico giornalista del Tg1 che a fine mese andrà in pensione. A sorpresa, arrivano le clip di saluto da parte di Stefania Sandrelli, Roberto Benigni e di Vasco Rossi. «Ti ringrazio per tutto ciò che hai fatto per la musica, per averla raccontarla, soprattutto per quel che riguarda la musica italiana. Lo hai fatto con una sensibilità veramente rara. Festeggio con te i 70 anni di Sanremo, aggiungendo che non te ne puoi andare così, perché tu sei la rockstar di Rai1 e senza di te Sanremo non è Sanremo», chiosa il rocker. L'Ariston si alza in piedi, il giornalista sale in Sala Stampa e si congeda ironico: «Con quel po' di vista che mi è rimasta, un cazzo, posso dire che me la cavo abbastanza e mi tolgo dai coglioni il 29 febbraio perché vado in pensione».