Musica
February 05 2022
Niente più duetti con le canzoni già in gara, ma cover di brani italiani o internazionali degli anni 60/70/80/90: la scelta di Amadeus per la quarta serata si è rivelata vincente a livello di spettacolo, molto meno per quanto riguarda l'esecuzione dei brani. Confrontarsi con i mostri sacri della canzone è sempre un'impresa rischiosa, degna di un equilibrista senza rete, soprattutto per artisti giovani e poco abituati a calcare un palcoscenico così impegnativo. Non è certo il caso di un cantante esperto come Gianni Morandi, che, supportato dall'amico Jovanotti (vestiti entrambi come due camerieri in Piazza San Marco a Venezia), ha coverizzato sé stesso, con gli evergreen Occhi di ragazza e Un mondo d'amore, lasciando al collega i suoi successi Ragazzo fortunato e Penso positivo, un titolo, quest'ultimo, quanto mai attuale. Il risultato è stato esplosivo, con una performance all'insegna del divertimento e delle buone vibrazione, che gli ha permesso di vincere la serata delle cover.
Al secondo posto Mahmood e Blanco, i superfavoriti per la vittoria finale (sono ancora saldamente primi nella classifica generale), che hanno confermato la loro alchimia artistica con un'emozionante versione de Il cielo in una stanza di Gino Paoli, sfruttando al meglio l'orchestra e la loro capacità di armonizzare le voci. Terzo posto (anche in classifica generale) per Elisa, vestita da Carla Fracci e a piedi nudi, che ha interpretato con la giusta grinta What a feeling di Irene Cara, dalla colonna sonora di Flashdance composta dal nostro Giorgio Moroder, accompagnata dalla coreografia della ballerina Elena D'Amario. Ci è piaciuta molto anche la reinvenzione di Be my baby delle Ronettes (un bell'omaggio al Ronnie Spector, morta poche settimane fa) da parte de La Rappresentante di Lista, supportata da Cosmo, Margerita Vicario e Ginevra.
L'inedito gruppo ha trasformato, nella seconda parte, il brano-simbolo del "wall of sound" in un muro di beat, grazie a un sorprendente arrangiamento elettronico, giocando sapientemente con i cori. Un'altra bella sorpresa della serata è stato il duetto tra Aka 7even (che ha suonato anche il pianoforte) e Arisa, che hanno omaggiato l'indimenticabile Alex Baroni, nel ventennale della sua morte, con l'intensa Cambiare, presentata proprio a Sanremo nel 1997. Molto diversa dall'originale, ma, proprio per questo, interessante, è stataLa bambola di Patty Pravo interpretata con estro da Dargen D'Amico, che ha aggiunto al brano la cassa dritta e alcune barre inedite. Per quanto riguarda le note dolenti, ci saremmo risparmiati volentieri le improvvide versioni di You Make Me Feel Like (A Natural woman) di Noemi, di My Way eseguita da Yuman (un plauso, comunque, al piano di Rita Marcotulli), di Live and let die delle Vibrazioni e di Your Song di Matteo Romano con Malika Ayane: canzoni iconiche, tra le più importanti del panorama soul e rock mondiale, che era meglio lasciare stare al loro posto.
Un classico della serata delle cover è l'evidente differenza di caratura tra l'artista in gara e il suo illustre ospite: Achille Lauro è stato messo in ombra dalla grinta Loredana Bertè, esattamente come Giovanni Truppi da Vinicio Capossela e Sangiovanni da Fiorella Mannoia. Nonostante fosse supportato da una superband come i Calibro 35, il medley di Vasco Rossi eseguito da Rkomi (a petto nudo) è stato assolutamente deficitario, così come la tremolante e cupa versione di Io vorrei, non vorrei ma se vuoi di Lucio Battisti da parte di Michele Bravi. Anche due monumenti della canzone italiana come Massimo Ranieri (in coppia con Nek) e Iva Zanicchi non hanno brillato nelle rispettive interpretazioni di Anna verrà di Pino Daniele e di Canzone nella versione di Milva: peccato.