Musica
February 06 2022
Tutto come previsto. Hanno vinto Mahmood e Blanco con Brividi seguiti da Elisa e Gianni Morandi. Nessuna sorpresa dunque rispetto alla classifica parziale che aveva già delineato quanto distacco ci fosse tra questi artisti e gli altri concorrenti.
Adesso che l'infinita serata finale si è conclusa, vale la pena fare qualche considerazione generale. Non ci sono dubbi sul fatto che le ultime tre edizioni del Festival abbiano annullato il gap generazionale che per lungo tempo ha tenuto i più giovani lontani dal Festival. L'apertura al rap, alla trap, alle nuove sonorità ha certamente riconnesso il Festival con il presente, ma, a giudicare da certe esibizioni che abbiamo visto anche in questa edizione, non ha migliorato la qualità musicale. Lo abbiamo già scritto, ma giova ripeterlo: davvero le 25 canzoni che abbiamo ascoltato sono il meglio che la musica italiana può offrire al Festival? La risposta è no.
Intonazioni improbabili, senso del palco imbarazzante, ritornelli da dimenticare. In alcuni momenti più che il Festival della canzone italiana è sembrato il festival delle meteore. Per non parlare degli outfit tanto celebrati in diretta tv ma spesso al di là del bene e del male. Nel gran circo del Festival la musica è risultata piccola piccola. Con qualche eccezione: i Maneskin, la performance di Cesare Cremonini quella di Morandi e Jovanotti e poi, per quanto riguarda la gara, Elisa, Mahmood e Blanco, La Rappresentante di Lista, Massimo Ranieri (Premio Critica Mia Martini) e ancora Gianni Morandi, il più divertito e divertente grazie al brano confezionato per lui da Lorenzo. Un incontro virtuoso mille volte più virtuoso di quelli andati in scena nelle serata dei duetti che ha deturpato alcuni classici di Vasco Rossi e persino My way di Frank Sinatra.
Detto questo, resta il problema di fondo che riguarda la scelta delle canzoni e degli artisti, in troppi casi non all'altezza della storia del Festival...