Dal Mondo
March 01 2023
Dopo il caso dei palloni spia cinesi che hanno fatto naufragare la visita a Pechino del 5 e 6 febbraio del Segretario di Stato americano Antony Blinken tra Stati Uniti e Cina è tornato il gelo. A pesare sullo stato dei rapporti, oltre alle annose questioni una su tutte le mire cinesi su Taiwan, non si placano le indiscrezioni e i sospetti di Washington sul possibile invio di armi cinesi alla Russia. Il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov ha negato la circostanza: «Non credo di poter rispondere in modo più chiaro su questo argomento di quanto non abbiano già fatto i rappresentanti cinesi. La Cina ha già risposto a queste domande, ha fortemente negato. Non c’è nulla da aggiungere qui».
I cinesi a loro volta hanno smentito con sdegno le accuse americane e i sospetti di Ue e Nato, tuttavia, le recenti ricerche della Free Russia Foundation e della IE-University di Madrid, in collaborazione con un gruppo di economisti russi fuggiti dalla madrepatria, mostrano una realtà molto diversa e pericolosa. Come ha scritto lo scorso 30 gennaio il Wall Street Journal l’import-export tra la Russia e la Cina è esploso nel 2022 e questo boom nell’interscambio bilaterale ha più che compensato gli effetti delle sanzioni economiche occidentali.
A questo proposito le esportazioni cinesi in Russia di microchip e altri componenti elettronici e materie prime, alcuni con applicazioni militari, sono aumentate dall'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca, complicando gli sforzi degli Stati Uniti e degli alleati occidentali per isolare l'economia del paese e paralizzare i suoi militari. Ma non solo. Le spedizioni di chip dalla Cina alla Russia sono più che raddoppiate a circa 50 milioni di dollari nei primi cinque mesi del 2022 rispetto a un anno precedente, mostrano i dati doganali cinesi, mentre le esportazioni di altri componenti (come i circuiti stampati) hanno avuto una crescita percentuale a due cifre.
I volumi di esportazione di ossido di alluminio, che viene utilizzato per produrre l'alluminio metallico, un materiale importante nella produzione di armi e nel settore aerospaziale, sono 400 volte superiori rispetto all'anno scorso. Tra marzo e settembre del 2022 il loro commercio è salito di 27 miliardi di dollari fino a sfiorare i 100 miliardi. Detto delle menzogne russo-cinesi sugli scambi commerciali negli Stati Uniti, si parla nuovamente dei satelliti cinesi a disposizione dei russi durante il conflitto in Ucraina. Oltre all'azienda cinese Changsha Tianyi Space Science and Technology Research Institute, sanzionata dagli USA perché avrebbe fornito immagini satellitari ai mercenari russi della compagnia militare privata Wagner impegnata in Ucraina, lo stesso provvedimento è stato preso contro la Spacety Luxembourg SA (Spacety Luxembourg), che è la filiale lussemburghese di Spacety China e la China HEAD Aerospace Technology Co. Spacety Co, è stata sanzionata dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti a gennaio, e all'epoca aveva affermato «di aver rispettato le sanzioni internazionali contro la Russia e di non aver mantenuto alcun legame con il Paese dopo l'imposizione delle restrizioni».
Secondo l'Office of Foreign Assets Control del Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, Spacety China avrebbe venduto a Terra Tech, una società con sede in Russia (che come si legge sul loro sito web è stata «fondata nel dicembre 2017 dall'iniziativa strategica di State Corporation Roscosmos per fungere da fornitore di soluzioni e dati di telerilevamento») immagini satellitari «raccolte da radar ad apertura sintetica (SAR) in Ucraina». Secondo il Segretario di Stato americano Antony Blinken queste nuove sanzioni «ostacoleranno ulteriormente la capacità del Cremlino di armare la sua macchina da guerra che è impegnata in una guerra di aggressione contro l’Ucraina e che ha causato morte e distruzione inconcepibili».
Lunedì scorso la Cina ha accusato gli Stati Uniti di «aperta prepotenza e doppi standard» nel disporre quelle che ha definito «sanzioni illegali» alle società cinesi come parte delle azioni statunitensi contro il gruppo Wagner e le società e gli individui a loro collegati. I dipartimenti del Tesoro e dello Stato hanno annunciato le loro mosse in dichiarazioni coordinate che hanno preso di mira anche dozzine di affiliati del gruppo Wagner, tra cui alcuni nella Repubblica Centrafricana e negli Emirati Arabi Uniti, nonché il presidente della Russia Kalashnikov Concern, il produttore originale dell'AK-47 fucile d'assalto. Vero che le aziende cinesi sono private ma è fatto universalmente noto che il Partito comunista cinese controlla direttamemte o indirettamete quasiasi azienda nel paese. Del caso della Spacety China, società che si colloca come uno dei leader globali nella raccolta delle immagini satellitari e che lavora a stratto contatto con lo Stato cinese come si legge nel loro sito web, ha parlato lo scorso 28 febbraio Daniel Kritenbrink, vicesegretario di Stato americano per gli affari dell'Asia orientale e del Pacifico, che ha fatto le sue osservazioni durante un'audizione al Congresso.
Non appena si è diffusa la conferma che Spacety China è ufficialmente nella lista nera degli Stati Uniti il portavoce dell'ambasciata cinese a Washington, Liu Pengyu, ha espresso la sua contrarietà a quelle che definisce come delle «sanzioni unilaterali» definendo il suo paese «impegnato nel dialogo per la pace sulla questione ucraina». Per il diplomatico cinese «l’accusa che la Cina fornisca aiuti alla Russia non ha basi fattuali, ma è puramente speculativa e gli Stati Uniti non devono minare in alcun modo i diritti e gli interessi legittimi della Cina nella gestione della questione ucraina e delle relazioni USA-Russia». A lui ha fatto eco il portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning che in un briefing quotidiano ha dichiarato: «Le sanzioni non hanno base nel diritto internazionale o autorizzazione del Consiglio di sicurezza, e sono tipiche sanzioni unilaterali illegali e giurisdizione a braccio lungo».