Tecnologia
April 20 2016
Internet ha perso la sua innocenza molto tempo fa. È ormai chiaro a tutti: quello che stiamo vivendo è solo l'inizio della rivoluzione che vedremo.
La digitalizzazione porta con sé indubbi benefici ma rischia di polverizzare la governance delle istituzioni così come le conosciamo finora. E minare, in modo pervasivo, ma indiretto e quindi difficilmente fronteggiabile, la stessa autonomia decisionale dei cittadini. "Come europei non possiamo lasciare che il dibattito resti in mano ai nerd della Silicon Valley. Tutti i soggetti coinvolti hanno qualcosa da dire". Martin Schultz, presidente del Parlamento europeo, ci va giù duro e diretto.
La sfida che lancia è profonda: portare l'etica nel dibattito sulla produzione e la gestione dei dati dei cittadini e delle organizzazioni. E l'Edps (European data protection supervisor, istituzione europea che si preoccupa della supervisione della protezione sui dati), annuncia la nascita dell'Ethics advisory group, incaricato di guidare la discussione su diritti umani, tecnologia, mercati e modelli di business nell' Infosfera (il mondo connesso) sotto il profilo etico.
"È giunto il momento di preoccuparci per come internet sta cambiando noi esseri umani e le nostre organizzazioni. Le vecchie strutture sociali economiche finanziarie e politiche verranno distrutte. Ma non possiamo lasciare ad altri il compito e il potere di disegnare il nuovo ordine e le nuove strutture economiche, politiche, sociali e finanziarie" prosegue Schultz.
In altre parole, consegnando i nostri dati ai nerd di Google, Amazon, Facebook corriamo il rischio di diventare, per usare un'espressione del presidente, "remotecontrol data cows". Mandrie di inconsapevoli le cui scelte vengono orientate da chi disegna le piattaforme che lentamente stanno infiltrando le istituzioni e i sistemi. Oppure rassegnarci a diventare, se non attivi in rete, emarginati.
I moderni tribuni a cui si affida l'Edps per esercitare una leadership intellettuale sono sei: lo scrittore e computer scientist Jaron Lanier; l'analista Aurélie Pols e ben quattro filosofi, Peter Burgess, Antoinette Rouvroy, Jeroen van den Hoven e Luciano Floridi, filosofo etico, professore e direttore dell'Internet institute dell'Università di Oxford, già membro dell' Advisory council di Google sul diritto all'oblìo.
"L'Unione europea ha abdicato in favore di Google ammettendo implicitamente di non essere più totalmente in controllo di quelle che sono le politiche nazionali o sovranazionali di base in una decisione quasi giuridica" dice Floridi. "È sorprendente quanto rapidamente ci siamo assuefatti all'evidenza che le tecniche e le strategie commerciali usate dalle aziende siano le stesse utilizzate dalla politica. E dal fatto che le grandi aziende tecnologiche si comportino come Nazioni, gestendo i flussi informazionali locali e globali che determinano le nostre vite al posto degli Stati".
Un tema, quello della riconsiderazione dei ruoli in un quadro totalmente inedito, reso ancora più evidente dal complesso caso Apple-Fbi per l'accesso ai dati del telefonino di uno dei terroristi della strage di San Bernardino in California. Un dibattito, quello tra privacy, accessibilità ai dati e sicurezza che si è acceso in tutto il mondo. Purtroppo nella maggior parte dei casi utilizzando parametri di valutazione inadeguati e novecenteschi.