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June 27 2019
La Sea Watch si trova ancora davanti al porto di Lampedusa con i suoi 42 migranti a bordo. Ma già alcune cose sono certe, definitive e su queste andrebbe fatto un ragionamento.
E' certo che la nave della Ong tedesca (ricordiamolo per i più distratti, la nazione che "seda" i migranti per poterceli rispedire in Italia con maggior agio) ha forzato il blocco navale. Ora. Provate voi, mentre siete alla guida della vostra auto, a non rispettare un "alt" della Polizia o dei Carabinieri ad un posto di blocco. Cosa accadrebbe? Che saremmo inseguiti, fermati, arrestati e la nostra auto sequestrata. In mare la legge è la stessa (l'acqua salata non cambia le regole). Quindi quanto fatto dalla Sea Watch è illegale.
E' certo che la sua Capitana, Carola Rackete, (quella che "vengo da una famiglia ricca quindi aiuto gli altri") sia il nuovo idolo della sinistra. Basta guardare i social con gente che addirittura ci racconta che questa ragazza verrà ricordata sui libri di storia per il suo gesto ribelle (ma illegale). Quello che però nei suoi appelli strazianti e nei suoi video commoventi Carola non spiega è: come mai, se la situazione a bordo era così drammatica invece che aggirarsi per 14, dicasi 14 giorni al largo delle acque italiane non si è diretta subito nel porto più vicino? A Malta, in Tunisia, oppure persino negli splendidi porti dell'Olanda, cioè il paese a cui appartiene la Sea Watch, dove ci sarebbe arrivata in 4 giorni?
E' certo che il Pd ha subito preso le difese di Carola al punto che diversi suoi esponenti si sono recati a Lampedusa per portare di persona il loro sostegno.
E' certo che l'Europa, ancora una volta, ci ha lasciato soli davanti alla questione migranti.
Questi sono i fatti.
La Sea Watch, Carola e le altre Ong hanno un unico scopo, molto politico e poco umanitario. La cosa triste è che giocano questa sfida al nostro paese sulla pelle di quei migranti (le uniche vittime in tutta questa situazione) che dicono di voler aiutare.
Il resto sono chiacchiere da tifosi.