Selfie e catastrofismo mentre il sole fa l'amore con la luna

Eclissi - totale per qualcuno, parziale (ma superiore al 50%) per gli altri - ed equinozio coincideranno lo stesso giorno.

C’è da giurarci, venerdì 20 marzo i cani ululeranno, i bambini faranno “Oooohh” e i matti intimeranno ai normali cittadini indaffarati di pentirsi dei loro peccati.

Le informazioni fondamentali si esauriscono nell’orario, dalle 9:20 alle 11:30 (segnala l’Unione astrofili italiani che momenti topici saranno: 10:32 a Milano, 10:31 a Roma,10:26 a Palermo) e nelle solite raccomandazioni: non guardare il sole a occhio nudo, ma utilizzare occhiali da saldatore, vetri affumicati e filtri vari.

Gli effetti collaterali, invece, saranno almeno due.

1) Il banalissimo avvenimento vedrà il dominio degli smartphonisti, i quali si assicureranno che le bacheche dei social network più frequentati mettano in ombra per qualche ora gattini e dolci e siano invase da milioni di altre foto identiche, una più inutile dell’altra, facendo immancabilmente diventare il disco solare un trend topic.

L’unica speranza, da questo punto di vista, è che il cielo sovrappopolato di droni diventi teatro di incidenti con perdita di dati fotografici, o che la massiccia presenza di possessori di aste allungabili alla ricerca della giusta prospettiva per realizzare smielatissimi selfie con lo sfondo del “bacio tra il sole e la luna” si trasformi in uno scontro armato dagli esiti tribali.

2) Il peggio saranno le speculazioni che già si sta tentando tra eclissi, previsione di un pontificato breve di Papa Francesco, profezie di Nostradamus, Giubileo imminente e, perché no, avanzata dell’Isis verso l’Italia, rappresentata come una cavalcata epica contro la nostra capitale, un’Apocalisse moderna a portata di mano.

Come fossimo contadini curvi completamente all’oscuro di tutto, in balia degli eventi, a provare un folle terrore per il cielo che improvvisamente si fa nero mentre zappiamo la terra come ogni giorno, ci troviamo esposti alla mercé dei catastrofisti radicali.

Gente capace di vedere segnali ovunque, coincidenze pazzesche, oscuri presagi.

Siamo tutti potenzialmente eruditi e disincantati, ma vittime dell’ipercomunicazione priva di messaggi reali.
E l’efficacia dei profeti di sventura, che vista la secolarizzazione di ogni spiritualità dovrebbe oggi essere ridotta al minimo, paradossalmente, aumenta.

Misticismi d’accatto fioriscono come denti di leone: a ogni folata di vento si riproducono alla velocità della luce, come metastasi del web, apparentemente impossibili da debellare. E i nostri profili diventano le panche di una cattedrale, in cui si celebrano, insieme alle nostre vanità, le più strampalate superstizioni. Puntualmente disattese, complice l’oblio, vengono rilanciate, come se nulla fosse, a ogni occasione, con le stesse istupidite facce di bronzo degli iettatori che ci presentano come nuove le vecchie profezie.

Quello che ci aspetta è una giornata di selfie, catastrofismo e metafore, mentre il sole fa l'amore con la luna.

Sarebbe bello se in concomitanza dell’eclissi e dell’equinozio, si scatenasse anche una tempesta solare che mandasse in tilt per qualche ora i nostri aggeggi elettronici. Almeno gli smarphonisti resterebbero fregati, costretti a vivere invece di condividere i momenti, e i catastrofisti avrebbero qualcosa di cui parlare davvero. Ma senza i mezzi per farlo.

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