Televisione
May 21 2019
Ora che il Trono di Spade ha un legittimo occupante, una domanda s’avanza nella mente dei fan e degli addetti ai lavori: chi prenderà il posto del Trono, cioè della serie più vista di tutti i tempi, nella programmazione tv? Ci sarà da qui a un anno un’altra serie capace di calamitare così tanto consenso nel mondo? In tempi di guerra per la conquista dello streaming, con tanti nuovi contendenti in campo, da Apple a Disney, la domanda non è affatto peregrina. Tanto che già circolano le prime ipotesi sulla serie che potrebbe conquistare il nostro cuore di spettatori e tenerci incollati alla tv per almeno 8 poderose stagioni. Le ipotesi sono almeno 4.
Morto un fantasy se ne fa un altro. E chi meglio dell’immaginario di Tolkien per attirare gli spettatori orfani del Trono? Amazon ha battuto tutti gli altri streamer per ottenere il privilegio di pagare 250 milioni (duecentocinquanta milioni!) di dollari per adattare Tolkien per la tv. E altri tre quarti di miliardo li spenderà per produrre le altre stagioni, soverchiando il Trono di Spade almeno in quanto budget. Per ora sappiamo che la serie non sarà un remake del materiale trattato nei libri e nei film precedenti, ma piuttosto un prequel di genere, potenzialmente esteso a terre non esplorate da Tolkien.
Perché potrebbe essere il nuovo Trono di Spade: Lo stesso George R.R. Martin ha ammesso di essersi ispirato a Tolkien per le sue storie. Dunque la sostanza c’è.
Perché no: un altro fantasy che rimaneggia il medioevo? Sicuro che gli spettatori non vogliano evadere un po’ dai tempi cupi e bui? E poi, è vero che Tolkien è maestro di maghi, gnomi e guerrieri. Ma il Trono è stato tante altre cose: un mix di sesso, politica, guerre e colpi di scena degni più di un thriller che di un fantasy.
La risposta di Netflix al Trono di Spade è una serie basata sui romanzi dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski, che avrà per protagonista il muscoloso Henry Cavill (Superman). Cavill interpreterà Geralt, un cacciatore di mostri che deve proteggere una giovane principessa “magica”.
Perché potrebbe essere il nuovo Trono di Spade: il tocco fantasy c’è. E Netflix non è seconda a nessuno quando si tratta di produrre una bella serie tv.
Perché no: il cast è un po’ ridotto: pochi protagonisti, anche se buoni, riusciranno a non farci rimpiangere la coralità di Game of Thrones?
Per il suo debutto come streamer, Disney + punta su un classico di tiene saldi i diritti: Star Wars, che dovrebbe essere declinato in ben due serie tv. Una, The Mandalorian, ha per protagonista una vecchia conoscenza del Trono di spade, Pedro Pascal, nei panni di un bandito solitario che bazzica i confini dell'universo. Costo: sui 100 milioni di dollari. L'altra, tecnicamente ancora in fase di sviluppo, sarebbe un thriller con l’attore Diego Luna, interprete di Cassian Andor nel film Rogue One. Ma poiché le guerre, come insegna il Trono di Spade, si vincono soprattutto con la strategia, per non avere concorrenza, Disney ha anche assoldato David Benioff and D.B. Weiss, i due padri padroni del Trono di Spade, per il prossimo episodio cinematografico di Star Wars, rubandoli di fatto alla concorrenza.
Perché potrebbe essere il nuovo Trono di Spade: Star Wars è un universo ricchissimo a cui attingere. E può già contare su un vasto seguito di fan nel mondo.
Perché no: ci saranno i colpi di scena? E la politica? E il sesso? Perché il pubblico del Trono vuole anche quelli.
Morto un trono se ne fa un altro, nel senso di spin-off: è certo che la HBO produrrà una serie figlia di Game of Thrones, scritta dallo stesso George R.R. Martin. Il problema per ora è come farla, per non toppare: "Stiamo discutendo su come continuare brillantemente l'universo di Game of Thrones ", hanno ammesso i big della HBO. "Ma dobbiamo essere davvero ponderati per non uccidere la gallina dalle uova d'oro e non mettere su serie che non sono all'altezza di quel livello di qualità”. Per ora si sa poco, tipo che ci saranno Naomi Watts e Josh Whitehouse (Poldark). E che gli sceneggiatori coinvolti per il pilot sono 5 e di altissimo livello: Max Borenstein ( Kong: Skull Island), Jane Goldman, Brian Helgeland (vincitore del premio Oscar LA Confidential), Carly Wray (Westworld) e Bryan Cogman, uno dei principali scrittori di Game of Thrones. Infine, pare, che la serie dovrebbe essere un prequel, ma non è detto.
Perché potrebbe essere il nuovo Trono di Spade: perché, formalmente, è il nuovo Trono di Spade.
Perché no: mai sentito parlare della maledizione dello spin-off? Se Breaking Bad, si è salvata in corner con Better Call Saul, una bella serie che però non ha neppure un quarto degli spettatori dell’originale, gli spin-off sono quasi sempre andati a finire male: da Friends a Dallas, passando per Baywatch, partire da una serie tv cult non è sempre sinonimo di successo. Ma come si dice in questi casi, chi vivrà, vedrà (in tv).