Stefano Schirato
Musica

Sergio Cammariere: Una sola giornata è un viaggio emotivo tra jazz e canzone d'autore

Vent’anni fa, grazie a una felice intuizione di Pippo Baudo, Sergio Cammariere, pianista virtuoso e raffinato chansonnier crotonese con alle spalle già una lunga carriera nei music club, è diventato un volto noto grazie alla splendidapiano ballad Tutto quello che un uomo. La canzone si è classificata a sorpresa terza e ha vinto meritatamente il Premio della Critica e il Premio Migliore Composizione Musicale, diventando un classico della musica italiana. Un brano che sarà interpretato dalla magica voce di Mina nel suo prossimo album Ti amo come un pazzo, in uscita la prossima settimana: «Ora Tutto quello che un uomo diventerà a tutti gli effetti una evergreen», ha dichiarato Cammariere. «Quando la sentirò cantata da lei sono certo che mi emozionerò: lo considero un premio alla carriera».

Da oggi è disponibile nei negozi fisici e digitali l’ultimo raffinato lavoro del cantautore, Una sola giornata, pubblicato dalla Parco della Musica Records, l’etichetta discografica della Fondazione Musica per Roma. L’album, prodotto da Giandomenico Ciaramella per Jando Music, Sergio Cammariere per Grandeangelo SRL e Aldo Mercurio (con distribuzione Egea), è un affascinante viaggio musicale, in 13 canzoni, che pone al centro della sua poetica l’amore in senso lato, unico vero baluardo all’entropia di una società sempre più cinica, iperconnessa e ripiegata su se stessa. Il disco è un caleidoscopio emotivo in cui il jazz, la canzone d’autore, la black music (Qualcosa poi verrà, Come un fuoco mai spento), colori mediterranei (I fiori parlano) e ritmi sudamericani (Regina del mio mondo) si mescolano in una sintesi originale, calda, malinconica e gioiosa allo stesso tempo. Pur essendo orgogliosamente un uomo del Sud, nella poetica di Cammariere è evidente l'influenza della scuola genovese, in particolare dei suoi maestri Bruno Lauzi e Sergio Endrigo, senza dimenticare l'amico Sergio Bardotti, da cui ha mutuato l'amore per le suadenti atmosfere della bossanova. La title track Una sola giornata racconta gli incontri di una vita, le speranze e i sogni a volte infranti dall’incedere del tempo, ma anche di come tutta l’esistenza sia, in realtà, riconducibile ad una sola giornata: il susseguirsi di quell’eterno attimo che è il nostro presente. C’è una cura certosina, come sempre, nei testi poetici, impressionisti e riflessivi vergati insieme al fido paroliere Roberto Kunstler. Un po’ come Burt Bacharach e Hal David negli anni Sessanta, Cammariere e Kunstler sono un duo affiatato e fecondo, che lavora fianco a fianco dal 1992, quando si sono conosciuti grazie ai comuni interessi spirituali.

L’album, reso ancora più arioso e suggestivo dall’orchestra d’archi diretta da Marcello Sirignano, è una sorta di all star del jazz italiano: accanto alla sua rodatissima band (Amedeo Ariano alla batteria, Luca Bulgarelli al contrabbasso e Daniele Tittarelli al sax soprano), in Una sola giornata troviamo come ospiti Fabrizio Bosso alla tromba, Giovanna Famulari al violoncello, Luciano Biondini alla fisarmonica, Alfredo Golino alla batteria, Ares Tavolazzi al contrabbasso, Maurizio Fiordiliso alla chitarra elettrica e lo stesso Roberto Kunstler alla chitarra acustica.

Cammariere, nell'incontro con la stampa all'Auditorium Parco della Musica, ha sottolineato che la maggior parte dei brani sono stati composti 7-8 anni fa, trovando però la definitiva maturazione durante il periodo dell'isolamento forzato della pandemia, quando si è ritrovato spesso in compagnia del pianoforte e del suo inseparabile gatto. Il cantautore ha rivelato, poi, che due suoi brani erano stati scelti da Amadeus come "papabili" per le ultime due edizioni del Festival di Sanremo, tra cui l'irresistibile latin-jazz di Regina del mio mondo, una brano con echi dei Buena Vista Social Club, ma poi sono state fatte scelte diverse dal direttore artistico della manifestazione: «C'è stato una sorta di black-out, per me e per almeno altri cinque artisti che conosco: alla fine non c'è stato più spazio per la mia canzone al Teatro Ariston. Va bene così, so che prima o poi arriverà un'altra occasione: per fortuna ho uno zoccolo duro di persone che riempiono i teatri nei miei concerti e che riconoscono la mia sincerità artistica». Il nuovo tour prenderà il via il 17 giugno nella cornice estiva della Casa del Jazz di Roma, dove l'artista crotonese sarà accompagnato da un'orchestra d'archi, per poi fare tappa lungo le principali arene estive della Penisola. Cammariere, che si è sempre diviso tra carriera solista e compositore di colonne sonore (ne ha realizzate 20), sarà protagonista nei prossimi giorni anche al cinema: è sua la title track de La quattordicesima domenica del tempo ordinario, l'ultimo film di Pupi Avati (conosciuto dal cantautore per caso mentre passeggiava per via Margutta) nei cinema dal 4 maggio. La canzone, un brano in stile Luigi Tenco, citato anche nel nuovo brano Qualcosa poi verrà («Vedrai,vedrai»), viene eseguita nel film anche dai due protagonisti Gabriele Lavia e Lodo Guenzi, che interpretano lo stesso uomo che, a 35 anni di distanza, ritrova un amore che pensava ormai perduto. Ma per fortuna la vita offre spesso una seconda occasione, se si è capaci di coglierla.

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