Le pagelle del campionato 2022: 10 a Pioli, 3 a Giulini

Il campionato più combattuto degli ultimi dieci anni va in archivio con lo scudetto del Milan, il secondo posto dell'Inter e la retrocessione del Cagliari che si unisce a Genoa e Venezia nel salto indietro in Serie B. Erano gli ultimi verdetti attesi dopo aver celebrato la qualificazione alla Champions League del Napoli e della Juventus, l'Europa League delle due romane e il ritorno in Europa (Conference League) della Fiorentina con tanti saluti all'Atalanta dopo cinque stagioni vissute da cenerentola di lusso.

Ci siamo divertiti e non era scontato. Il Milan ha vinto lo scudetto a quota 86 punti alla faccia di chi continua a sostenere che il nostro sia un campionato solo mediocre, livellato verso il basso. Non siamo la Premier League, ma nel complesso hanno fatto meglio quelli della classe media e, quindi, è stato meno facile per i vincitori infilare serie di successi consecutivi come in altre stagioni. Non è una cattiva notizia. Anzi. Ecco, dunque, promossi e bocciati del campionato, non senza sorprese:

VOTO 10

Lo merita il Milan intero per l'impresa di essere tornato sul tetto d'Italia dove mancava dal 2011. Impresa frutto del lavoro e della programmazione, non miracolo, perché dietro la festa rossonera ci sono le visioni di Elliott, la capacità di Gazidis di trasformarle in identità aziendale e la competenza e il milanismo di Maldini e di chi lavora con lui. Voto dieci per Stefano Pioli (zero a chi gli sfilato la medaglia sul prato di Reggio Emilia): era il perdente perfetto, si è ribellato al suo destino e dietro la crescita dei mille ragazzi di talento della squadra c'è tanto del suo lavoro e del suo buonsenso da padre di famiglia. L'uomo giusto al posto giusto.

VOTO 9

Va al campionato che ha saputo regalare emozioni fino alla fine e a chi lo ha onorato anche se non aveva nulla da giocarsi: l'Udinese che ha rischiato di mandare in Serie B la Salernitana, ad esempio, il Venezia che lo ha fatto con il Cagliari pur essendo già retrocesso. Oppure che si è messa di traverso con la Roma che voleva prendersi in anticipo l'Europa. Il Bologna che ha deciso la volata scudetto, l'Empoli mai domo anche a salvezza acquisita e tanti altri ancora. Grazie. E grazie alle tifoserie che hanno dato merito alle proprie squadre anche davanti a obiettivi falliti; cito in ordine sparso Marassi che acclama in Genoa in B e San Siro che si congeda dall'Inter beffata.

Ansa

VOTO 8

Pagella di lusso anche per Simone Inzaghi, due titoli e un secondo posto. E' vero che ha avuto in mano lo scudetto e passerà l'estate a cercare di capire perché gli è scivolato dalle dita (mezzo punto in meno per i cambi a metà secondo tempo nel derby di ritorno), ma non bisogna mai dimenticare da dove è partito: l'Inter era una squadra forte ma da ricostruire dopo l'estate choc delle partenze eccellenti. Lui lo ha fatto senza mai lamentarsi ed è quasi arrivato al tripletino: si è meritato gli applausi della sua gente, condivisi anche con Marotta che ora sarà chiamato a un'altra estate di equilibrismi (voto 4 a Zhang). Voto 8 anche a Spalletti perché ha fatto sognare Napoli e il Napoli (voto 7,5 complessivo).

VOTO 7

Allo Spezia e all'Empoli che si sono salvate pur essendo destinate sulla carta alla retrocessione. Voto più alto per Thiago Motta (si merita 8) che lo ha fatto da esonerato in pectore perché a Natale i suoi dirigenti (voto 4) non vedevano l'ora di mandarlo via. Alla Fiorentina tornata in Europa dopo cinque, lunghi, anni anche se a metà anno ha ceduto a peso d'oro Vlahovic (voto 10 all'operazione di mercato) senza risentirne in campo: Italiano (voto 8) è l'emergente tra gli allenatori del nostro calcio. Lo merita anche Sarri che ha vissuto una stagione alla guida di una Lazio lontana dalle sue necessità ma alla fine l'ha spinta nel porto sicuro dell'Europa League: sarà anche un fondamentalista, ma chiusa la parentesi di Napoli ha dimostrato di saper raggiungere gli obiettivi anche in contesti in cui si è dovuto adattare.

VOTO 6

Mourinho di campionato si prende la sufficienza, poi si vedrà perché la Conference League è un'occasione storica per la Roma e lui ha il grande merito di averci provato e creduto sin dall'inizio. Sei pieno anche per la Salernitana che è la media tra l'andata praticamente non giocata e un ritorno da favola (Nicola merita 10). Qualche decimale in più (6,5?) per Torino e Verona, a patto che le loro posizioni a ridosso delle parti alte della classifica siano l'inizio di un percorso e non un divano comodo su cui sedersi.

Ansa

VOTO 5

Massimiliano Allegri (voto 5 meno) ha chiuso con 8 punti e 20 gol segnati in meno rispetto a Pirlo. Stagione deludente, non fallimentare solo perché l'Europa della Champions League è stata garantita con margine e non aspettando regali dagli altri come nella passata stagione. La Juventus ha vissuto un campionato di transizione ed è un lusso che, visti investimenti e monte ingaggi, non può permettersi. Promosso Arrivabene (voto 7) che ha preso in mano la situazione, bocciato Nedved (voto 4) troppo spesso in mezzo a polemiche e discussioni che non servono a nessuno nell'ambiente bianconero.

Voto 5 anche alla stagione del Var, con pochi ma difficilmente accettabili errori. Quasi una crisi di rigetto che ha rischiato di compromettere alcuni verdetti del campionato mentre gli arbitri di campo, nel mezzo di un passaggio generazionale complesso (Rocchi merita un 6,5) alla fine prendono una sufficienza stiracchiata: Sozza e Marinelli sono il futuro che già si vede e non è una consolazione da poco. I tentativi di trasparenza e comunicazione la cosa migliore da parte dell'AIA da anni a questa parte.

VOTO 4

Si è salvata e ha l'alibi di una situazione societaria quasi disperata, ma la stagione della Sampdoria è da dietro la lavagna senza se e senza ma. Vale anche per il Venezia, che pure ha l'attenuante di aver avuto un budget nettamente inferiore e la colpa di aver sbagliato totalmente la ricetta, accumulando giovani e stranieri nell'illusione che si potessero amalgamare con un tocco di bacchetta magica. Impossibile. Non bene nemmeno il Sassuolo anche se pieno di talento: non è colpa di Dionisi (voto 6) ma, forse, delle aspettative del post-De Zerbi e di un tam tam mediatico da saldi di fine stagione per ragazzi che in campo hanno funzionato solo a intermittenza.

VOTO 3

Male male male. Chi? Il Genoa prima di tutto, perché la classifica deficitaria è la fotografia esatta della stagione. E poi il Cagliari che ha fatto di tutto per retrocedere, cambiando allenatori e progetti in corsa, perdendo tempo e denaro, peccando di capacità autocritica e gettando al vento tutte le occasioni consegnate dal destino compresa l'ultima serata a Venezia quando sarebbe bastato un gol per evitare la Serie B, non un votaccio in pagella.

Ansa

VOTO 2

A tutti quelli che hanno evocato a sproposito calciopoli e altre sciocchezze, non capendo che delegittimavano anche la propria squadra e non solo gli avversari. A chi dopo anni non ha compreso che la contemporaneità delle partite è retaggio della preistoria e continua a evocarla a comodo (compresi i giornalisti che fanno le domande): si tagli lo stipendio che viene pagato dalle tv, se proprio vuole tornare al vecchio calcio tutto insieme. A chi ha straparlato di calendari e sospettato che ci fosse sempre la solita mano e il solito Palazzo (P maiuscola) per spiegare i proprio momenti difficili. A chi ha provato ad avvelenare i pozzi, insomma, e non ce n'era davvero bisogno.

VOTO 1

Ai razzisti che purtroppo non se ne vanno dai nostri stadi, finalmente tornati pieni (voto 10 alle immagini dei tutti esauriti in molte città d'Italia). A chi non interviene per estirpare il cancro e si limita a futili dichiarazioni di principio, a chi fa spostare uno steward bullizzato invece di salire in tribuna e accompagnare all'uscita i suoi carnefici, a chi non ha il coraggio di prendere una posizione e a tutti quelli del politicamente corretto. Il problema non l'abbiamo solo noi, ma va detto con forza che razzismo e inciviltà sono ancora una piaga lontana dall'essere sconfitta.

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