Calcio
May 14 2020
Quindici pagine compresi gli allegati. Un documento che recepisce in pieno le indicazioni vincolanti del Comitato tecnico scientifico del Governo e le traduce in norme di comportamento per le due settimane di allenamento collettivo il cui via libera è stato fissato nel 18 maggio in attesa di verificare l'applicabilità, la tenuta della curva dei contagi e - in ultima analisi - la possibilità di far ripartire il campionato di Serie A dal 13 giugno.
Ecco il protocollo per la preparazione di squadra frutto della mediazione tra Figc e CTS. Un documento inviato ai ministri dello Sport e della Salute, Spadafora e Speranze, che sarà il sentiero stretto (ma non impossibile) attraverso cui il calcio italiano cercherà di garantirsi la ripresa cancellando il rischio di abortire la stagione.
E' diviso in 7 capitoli che toccano tutti gli aspetti della vita di gruppo e della gestione degli allenamenti e dei controlli sanitari, strettissimi, cui giocatori e staff si devono sottoporre per rendere accettabile lo svolgimento di una pratica che non consente il rispetto delle regole base della Fase 2: distanziamento sociale e utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (mascherine e guanti).
E' il primo passo della struttura del protocollo. "Per Gruppo Squadra si intendono tutti coloro che nella fase di ripresa dovranno necessariamente operare e opereranno a stretto contatto tra di loro" prevede il protocollo. Un gruppo "ragionevolmente limitato nel numero". Tutti, non solo i calciatori ma anche lo staff e le figure indispensabili di supporto, dovranno essere sottoposti a controllo sanitario preventivo 72-96 ore prima del giorno di inizio degli allenamenti compreso il doppio tampone.
Tutti gli atleti dovranno sottoporsi ad esami per il rinnovo dell'idoneità sportiva comprendenti elettrocardiogramma sotto sforzo ed ecocardiogramma. Per chi ha avuto il Covid-19 sono previsti ulteriori approfondimenti per verificare che non siano rimaste tracce del passaggio del virus con danni e problemi respiratori.
E' precisato che l'approvvigionamento dei test molecolari (tamponi) "non deve minimamente impattare sulla disponibilità del reagentario da dedicarsi in maniera assoluta ai bisogni sanitari del Paese". Tradotto: i club si devono fare carico di reperire i tamponi laddove possibile, pagandoli ed evitando le aree del Paese in cui ci sono problemi normativi e quantitativi.
Il gruppo così formato va in ritiro blindato per due settimane con possibile estensione per una terza. Si tratta di una sorta di quarantena volontaria all'interno del centro sportivo o, in caso di mancanza di una foresteria, dell'albergo scelto ad uso esclusivo e come tale utilizzato dalla società. L'eventuale allentamento dell'isolamento potrà essere dettato successivamente anche verificando l'andamento dell'epidemia sul territorio italiano. Chi proviene dall'estero deve restare in isolamento fiduciario per 14 giorni.
Al responsabile sanitario e medico della squadra e al medico competente è affidato il compito di monitorare il Gruppo Squadra con valutazione quotidiana delle condizioni di salute dei componenti, indicazione sui comportamenti da adottare in tutte le zone e i momenti del ritiro per gli allenamenti collettivi.
Nella prima settimana si prosegue con gli allenamenti individuali con apertura alla tecnica individuale e di gruppo organizzando gruppi al massimo di 7-8 giocatori. Allenatore e staff dovranno indossare mascherina e guanti e osservare la distanza di 2 metri l'uno dall'altro. Ridotte al minimo le sedute in palestra.
Al termine della prima settimana è prevista l'effettuazione del test molecolare/sierologico di controllo e in caso di esito negativo alla presenza di Covid-19 la squadra potrà inserire "gradualmente" esercizi di gruppo fino alla simulazione delle fasi di gioco sotto forma di partitelle e schemi. In questa seconda fase lo staff tecnico potrà anche non utilizzare i dispositivi di protezione personale".
Se nel periodo del ritiro (definito "quarantena volontaria") si dovesse verificare una positività, il soggetto interessato dovrà essere immediatamente isolato dal resto del gruppo. Tutti gli altri componenti della squadra, calciatori e sfatt, non potranno avere contatti con l'esterno per 14 giorni con sospensione temporanea degli allenamenti collettivi "fino alla ripetizione dei test molecolari e sierologici".
Tutto il gruppo finisce sotto la responsabilità della Asl locale cui è demandato il compito di decidere tempi e modi della ripetizione dei test.
Detto che il centro sportivo con foresteria o l'albergo o qualsiasi altra struttura indicata dal club dovrà essere utilizzata in forma esclusiva, le società dovranno provvedere alla sanificazione delle stesse con regole ferree per il rispetto del distanziamento di 2 metri (anche in spazi aperti) o per l'uso delle mascherine laddove non fosse possibile. L'obbligo di utilizzo dei dispositivi è assoluto per il personale extra gruppo, ovvero per chi si trova a lavorare in orari diversi e non a stretto contatto con la squadra per la manutenzione dei campi o per la sanificazione delle strutture. Lo stesso vale per gli addetti ai materiali sportivi la cui gestione dovrà essere sempre distinta in locali diversi tra materiali puliti e materiali sporchi.
Le stanze in cui il Gruppo Squadra dovrà alloggiare dovranno essere singole con divieto, almeno all'inizio, di qualsiasi attività ricreativa. I pasti dovranno essere serviti in porzioni singole confezionate. Obbligo di lavaggio mani e accesso a tutte le aree 'comuni' contingentato per evitare forme di assembramento.
Anche negli spogliatoi dovrà essere rispettato il distanziamento di 2 metri, anche attraverso lo scaglionamento degli ingressi. Docce fatte preferibilmente nelle camere singole. Utilizzo limitato di palestra, sala medica e sale massaggi e fisioterapia.