Lifestyle
May 23 2016
Una nuova bufera scuote il mondo del calcio. I carabineri di Napoli hanno portato a termine un'operazione della Dda arrestando 10 persone nell'ambito di un'inchiesta sull'influsso della camorra nel calcioscommesse con l'ipotesi partite truccate nella serie B stagione 2013-2014.
Un autentico terremoto che rischia di toccare anche il clan Italia a Coverciano. Nell'elenco delle persone indagate c'è, infatti, il nome di Armando Izzo, difensore del Genoa che fa parte del listone di Conte per l'Europeo. E' indagato per concorso esterno in associazione mafiosa per il periodo in cui era un giocatore dell'Avellino, società nella quale ha militato dal 2012 al 2014 prima di passare ai Grifoni.
I carabinieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per 7 persone mentre altre 3 sono state indagate a piede libero. L'inchiesta della Dda si è concentrata sull'attività nel clan camorristico di Secondigliano 'Vanella Grassi' e sul finale della stagione 2013-2014.
Chi è Armando Izzo, il calciatore indagato nel nuovo scandalo scommesse
Due in particolare sono le gare nel mirino degli investigatori: Modena-Avellino del 17 marzo 2014 e Avellino-Reggina del 25 maggio dello stesso anno. Partite truccate per favorire vincite illecite. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Izzo si sarebbe prestato da 'contatto' rispetto al clan permettendo così di arrivare ad altri calciatori per combinare i risultati in campo.
Nell'inchiesta ci sono anche i nomi di Francesco Millesi, già calciatore dell'Avellino, e di Luca Pini, ex giocatore con una carriera tra Serie D ed Eccellenza, ora agli arresti domiciliari dopo essersi visti contestare il reato di partecipazione esterna ad associazione mafiosa così come Izzo, che ha invece ricevuto la notizia nel ritiro azzurro di Coverciano.
Agli atti dell'inchiesta ci sono intercettazioni telefoniche che testimoniano l'attività del gruppo. In particolare esiste una telefonata compromettente nella quale gli interlocutori paiono parlare della necessità di ottimizzare le scommesse e i guadagni.
"Dobbiamo mangiare tre polpette, abbiamo la pancia piena". L'ordinanza che ha portato agli arresti e all'iscrizione nel registro degli indagati ricostruisce con precisione quanto accaduto intorno alle due partite finite nel mirino della magistratura.
Secondo gli investigatori, per la gara Modena-Avellino, disputata il 17 maggio 2014 e conclusa 1-0 per i padroni di casa (Bianchi al 49') il boss Accursio aveva stanziato 200mila euro, poi diventati 30mila, da girare all'ex calciatore Luca Pini nelle vesti di intermediario. I soldi sarebbero finiti a Millesi e sarebbero serviti per corrompere altri protagonisti del match in modo da combinare il risultato finale. Indagati Millesi e il calciatore Maurizio Peccarisi.
Il nome di Izzo compare, invece, per Avellino-Reggina del 25 maggio 2014, terminata 3-0 per gli irpini (gol di Fabbro, Galabinov e Ciano). Il clan avrebbe scommesso 400mila euro sul successo dei padroni di casa intascandone 110mila e all'intermediario Pini sarebbero stati versati 50mila euro.