Economia
October 14 2013
E’ sicuramente uno dei nodi fiscali più importanti quello che si appresterebbe a sciogliere domani il governo. Ci riferiamo alla nuova service tax, la tassa locale che dovrebbe andare ad assommare la vecchia Imu e l’imposta sull’immondizia, l’attuale Tares. Eppure sono ancora tante le versioni che circolano e dunque dare per certa qualcuna di essa diventa quanto mai azzardato. Una indeterminatezza che tra l’altro impazza da mesi, da quando cioè il governo Letta decise per decreto di abolire la prima rata dell’Imu e contestualmente annunciò l’entrata in vigore da gennaio 2014 della nuova service tax. Nel frattempo tanta acqua è passata sotto i ponti, e tante sono state le indiscrezioni circa la forma che la nuova imposta avesse dovuto assumere.
SERVICE TAX, ECCO COME NASCE LA NUOVA IMPOSTA LOCALE
Vediamo allora al momento quali sono le principali proposte in campo. Partiamo innanzitutto dal sistema di calcolo dell’imposta. Si dovrebbe ricorrere ad un prelievo iniziale pari a circa 3 o 3,5 centesimi per mille o di 30/35 centesimi a metro quadro per ciascun immobile, anche se ancora non è dato sapere se il calcolo dell’imponibile avverrà sulle attuali rendite catastali oppure sui valori di mercato.
ECCO CHI CI RIMETTE CON LA NUOVA TASSA
Resterebbe poi in campo la ripartizione della tassa in due componenti ben precise. La prima, detta Tari, farebbe riferimento alla tassa sui rifiuti e in caso di abitazione in locazione andrebbe interamente a carico dell’affittuario, come d’altronde accade già ora per la Tares. Il calcolo del valore della Tari, dovrebbe essere legata, anche se non è ancora chiaro con quali criteri, ai consumi e ai volumi di smaltimento di immondizia registrati per ogni nucleo familiare.
La seconda componete sarà poi quelle definita Tasi, che andrà a coprire i costi comunali di tutti i servizi accessori legati ad un’abitazione: dalla manutenzione delle strade, all’illuminazione pubblica, fino alla cura dei parchi cittadini. In questo caso, in presenza di immobili in locazione, l’importo della tassa sarebbe in parte a carico del proprietario e in parte a carico dell’affittuario, anche se ancora non sono state chiarite le rispettive percentuali di competenza.
SERVICE TAX, SE A PAGARE DI PIU' SARANNO GLI AFFITTUARI
Una questione questa non da poco, visto che in precedenza l’Imu era a totale carico del proprietario, mentre la Tares era di competenza dell’affittuario. Ora quest’ultimo invece si ritroverebbe a dover partecipare economicamente ad entrambe le imposte, una situazione che ha suscitato già numerose prese di posizione negative da parte delle associazioni degli inquilini. Il governo dunque dovrà trovare il modo più equo di sbrogliare questa intricata matassa.
Un’ultima notazione riguarda infine le modalità di versamento. Si potrà pagare ovviamente in una soluzione unica, ma chi lo vorrà potrà anche optare per una ripartizione in quattro rate. La prima scatterebbe intorno a marzo, mentre il saldo conclusivo ci sarebbe a dicembre. Su questo fronte comunque pare che verrà lasciata ampia autonomia ai Comuni di decidere e dunque ogni contribuente sarà chiamato a seguire le direttive che arriveranno dal proprio sindaco.