Televisione
January 28 2022
Uno psicopatico nudo coperto di sangue abbattuto dalla Polizia mentre divora un uomo; un gruppo di donne incinte (di cui una tramite la pratica dell’utero in affitto) che partoriscono improvvisamente mentre sono in palestra; una donna che si intrattiene morbosamente a letto con la compagna prima di tradirla con un’amante, una coppia gay di cui uno si contorce dal dolore finché un vigile non gli estrae dall’ano lentamente ed ostentatamente un lungo verme solitario.
Di cosa stiamo parlando? Di un cocktail choc di immagini violente, raccapriccianti, sessualmente esplicite e pro-gender trasmesso dalla Rai nel bel mezzo della fascia protetta, dunque alla mercé di bambini e adolescenti. Il tutto, infatti, è contenuto in un episodio della serie televisiva 9-1-1 andato in onda lo scorso 7 gennaio, su Rai 2, alle ore 19.40. I primi a sollevare il caso sono stati l’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche familiari Carlo Giovanardi e l’ex presidente del Forum delle Associazioni Familiari Luisa Santolini, che hanno presentato un esposto formale al Comitato di Applicazione del codice di autoregolamentazione media e minori.
La cronaca nuda e cruda di quanto appena raccontato lascia poco spazio alle interpretazioni e anche, osiamo dirlo, alle opinioni meramente personali e di “gusto”. Sarebbe infatti sconcertante pensare che ci sia qualcuno che abbia appunto il “gusto” e il “piacere” nel vedere tali immagini, men che meno pensare che siano contenuti adatti ad un pubblico sensibile ed impressionabile come quello dei bambini, anche molto piccoli. Un telespettatore maggiorenne, infatti, è nelle condizioni di scegliere ma un bambino no.
Contenuti choc e raccapriccianti che hanno spinto l’associazione Pro Vita & Famiglia – che si è occupata del caso dopo la denuncia di Giovanardi e Santolini - a lanciare una petizione (https://www.provitaefamiglia.it/petizione/serie-shock-sulla-rai-davanti-ai-bambini), per chiedere proprio al Comitato di Applicazione del Codice di Autoregolamentazione “Media e Minori” di sanzionare la Rai per la messa in onda in fascia protetta di questi contenuti.
Siamo di fronte, infatti, ad una chiara e palese violazione delle normative che regolamentano la messa in onda di contenuti adatti o meno per i minori. E questa oggettività dei fatti porta naturalmente a chiedere – e, non a torto, a pretendere – una pesante e tempestiva sanzione proprio nei confronti della Rai. È infatti inammissibile che milioni di famiglie italiane debbano pagare, obbligatoriamente in bolletta, il Canone per poi vedere l’educazione e la crescita dei propri figli messi a repentagli da una condotta assurda e inqualificabile da parte della televisione pubblica di Stato, ormai purtroppo ben lontana da quella famosa “mamma Rai” che nei decenni passati tanto bene ha fatto all’educazione, alla formazione e alla cultura di molte generazioni.
Adesso, invece, sembra che la Rai – non dimentichiamoci il recente passato tra propaganda gender e pubblicità all’utero in affitto – abbia cambiato rotta verso una programmazione sconclusionata (senza preoccuparsi se si è o meno in fascia protetta) e che risponde ad assurde e dannose logiche horror, sadiche e volte ad ipersessualizzare il mondo dei bambini. Logiche che però vengono avallate da chi, alle denunce, fa colpevolmente orecchie da mercante. La politica, infatti – presa dalle lotte intestine e di poltrona per eleggere il Presidente della Repubblica – ha risposto con il silenzio e con l’assenza alla preoccupazione generalizzata su questi temi. Un’assenza di indignazione che, come ha anche giustamente dichiarato lo stesso Carlo Giovanardi, rende vani gli enormi sforzi che famiglie, genitori, insegnanti, educatori, parroci quotidianamente fanno per indirizzare bambini e adolescenti al rispetto di certi valori.