News
January 15 2018
Giovani, diplomati e laureati, ma soprattutto capaci di muoversi nel mondo cyber con agilità e dimestichezza: sono i requisiti che devono avere gli aspiranti 007 italiani.
L'Intelligence sta, infatti, cercando nuovi "agenti segreti" da inserire nel proprio organico, in particolare nel settore della protezione cibernetica e della sicurezza informatica nazionale: le nuove sfide arrivano, infatti, dal web e riguardano anche il contrasto alla realizzazione di armi di distruzione di massa, ovvero ordigni nucleari, armi chimiche, biologiche e radiologiche, che possono essere messe a punto tramite attività online.
I moderni James Bond devono sapere analizzare i contesti geopolitici, muovendosi nel settore cyber, e devono conoscere strumenti e tecniche di data mining (letteralmente "estrazione dati") ovvero di analisi di internet, e dei contenuti del web e dei social media.
Le nuove minacce che provengono in larga parte dalla Rete e dagli hackers rappresentano un rischio per la sicurezza nazionale in ambiti politici, militari, economici, ma anche scientifici e industriali.
Non è un caso che nella Relazione annuale pubblicata dall'Intelligence, si faccia riferimento al fatto che "negli ultimi anni si è rafforzata la consapevolezza che anche le nuove tecnologie possono costituire - se utilizzare con finalità ostili - uno strumento passibile di determinare nuove ed inedite minacce, anche di estrema gravità, come la paralisi di settori vitali per le moderne società".
Gli esempi di attacchi da parte di pirati informatici a siti istituzionali o di grandi colossi industriali nel mondo e in Italia non mancano. Per questo la sicurezza dell'ambiente cibernetico ha acquistato sempre più rilievo e richiede nuovi profili.
L'Intelligence italiana è ora alla ricerca di circa 100 nuove figure da inserire nel proprio organico. L'identikit prevede uomini e donne (ce ne sono già molte nel settore) di età compresa tra i 18 e i 30 anni, che possono arrivare dal mondo universitario o professionale privato.
Particolarmente importanti risultano le conoscenze di "lingue rare", come l'arabo, se si considera che, come riportato dalla Relazione sulla politica dell'informazione per la sicurezza, "ai gruppi islamisti è imputato il 6% degli attacchi cyber perpetrati in Italia nel corso del 2016".
La restante parte di atti ostili è stata invece portata avanti da gruppi hacktivisti (52% delle minacce cyber) e da gruppi di cyber-espionage.
Fondamentali anche le competenze nella controprofilazione, dunque proprio nell'attività di prevenzione, rilevazione e contrasto della realizzazione di armi di distruzione di massa.
Per questo vengono valutate con attenzione le eventuali esperienze degli aspiranti agenti nell'individuazione di traffico di materiali, sia specifici per costruire ordigni sia cosiddetti dual use, ovvero che possono prestarsi a un doppio uso.
I moderni agenti segreti non sono certo come il protagonista del film cult nato dalla penna di Jan Fleming, interpretato via via da attori come Sean Connery, Roger Moore o Pierce Brosnan. Caratteristiche fondamentali sono sicuramente laprofessionalità, l'affidabilità e la sicurezza dei potenziali esperti di intelligence.
Le candidature degli aspiranti addetti alla cyber security , che saranno ricevute fino all'8 marzo al sito del Sistema di Informazione per la Sicurezza della Repubblica, verranno poi valutate in tre fasi.
Dopo un primo screening dei CV in base ai requisiti indicati (esperienza in settore ICT), avverrà una seconda selezione, con test di verifica delle caratteristiche di professionalità, sicurezza e affidabilità. Solo chi supererà entrambe le valutazioni potrà accedere ai colloqui finali e successivamente all'ammissione vera e propria.
I nuovi agenti andranno a ricoprire posti all'interno del Dis, il Dipartimento delle Informazione per la Sicurezza, dell'Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) e dell'Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna).
Alcuni candidati potranno anche essere selezionati per il Computer Emergency Response Team (CERT) o il per il Centro di Valutazione e Certificazione Nazionale (CVCN).
Tra le minacce più pressanti degli ultimi tempi c'è anche quella rappresentata da incursioni di hackers in occasione delle elezioni, con lo scopo di condizionarne l'esito.
Se negli Stati Uniti non è stato ancora fugato il dubbio di interferenze straniere, in particolare russe, alle presidenziali che hanno portato Donald Trump alla Casa Bianca, anche in Italia il voto del 4 marzo potrebbe essere nel mirino di attacchi informatici.
A sostenerlo è un report statunitense presentato al Congresso e commissionato dal senatore Benjamin L. Cardin.
Nelle sue oltre 200 pagine si legge, tra l'altro, che "l'Italia potrebbe essere un target dell'interferenza elettorale del Cremlino, che probabilmente cercherà di promuovere partiti che sono contrari a un rinnovo delle sanzioni Ue contro la Russia".
Il riferimento è alla posizione contraria dell'Europa, Italia compresa, alle manovre russe in Ucraina nel 2014. Al nostro Paese sono dedicate tre pagine, nelle quali si fa riferimento a una "ripresa dei partiti anti-establishment, che hanno fatto presa nelle popolazione e hanno raggiunto qualche successo".
Si parla esplicitamente della Lega (quattro volte) e del Movimento 5 Stelle (una volta), spiegando che si tratta di "forti sostenitori della politica estera del Cremlino" che "hanno ampiamente usato fake newse teorie del complotto nelle loro campagne media".
Esiste poi anche il pericolo di attacchi informatici ai siti istituzionali e delle Forze Armate, come già accaduto a gennaio dello scorso anno, quando l'Aeronautica confermò di aver respinto un attacco hacker, ipotizzando la matrice russa.
Nel mirino ci sarebbero stati i segreti degli F-35: la tentata intrusione, però, non andò a buon fine e i vertici militari assicurarono che l'accesso a dati classificati era fallito, confermando la tenuta del livello di sicurezza.
Un caso analogo si è ripetuto lo scorso novembre, quando il gruppo di pirati informatici Anonymous ha pubblicato sul proprio blog nomi, dati personali (comprese utenze telefoniche) e documenti di esponenti delle Forze Armate (Marina Militare in particolare), delle Forze dell'ordine, dei Ministeri dell'Interno e della Difesa, oltre che di istituzioni come Governo (Palazzo Chigi) e Parlamento europeo.
In occasione dell'ultimo avviso di ricerca di personale ICT, a novembre del 2016, erano state circa 4.000 le candidature giunte al Dis in soli due mesi, con una media di oltre 66 al giorno, segno del grande interesse per la possibilità di dedicarsi a un lavoro tanto delicato.
A queste si erano anche sommate le domande giunte nel corso del 2017, attraverso il "progetto Università" (1.402), che prevede incontri in 16 Atenei italiani, ai fini di una selezione e ricerca di neolaureati che hanno terminato il corso di studi con voti eccellenti.
Ci sono infine state candidature inviate in modo spontaneo tramite il sito istituzionale, nella sezione Lavora con noi (oltre 330).