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February 27 2013
Fanno male o no? I benefici sono superiori ai rischi? Che cosa sappiamo sugli effetti del "vapore passivo"? Le sigarette elettroniche ancora non hanno un pedigree che parli per loro, ma di sicuro hanno conquistato gli aspiranti ex fumatori italiani. L'idea di non dover dire addio al gesto, all'abitudine rassicurante, alla sigaretta che scandisce i momenti importanti della giornata rende questi prodotti molto appetibili a chi vorrebbe tanto smettere ma proprio non ce la fa. Restano però molti dubbi non solo sulla loro efficacia come strumento di sostegno per chi vuole abbandonare il fumo, ma anche sulla reale innocuità delle sostanze contenute nelle miscele vaporizzate. Con una incognita ancora maggiore per quel che riguarda gli effetti del vapore inalato "di seconda mano".
Sono prodotti nuovi con una storia ancora troppo breve per permettere di fare considerazioni sul loro uso a lungo termine. Qualche studio scientifico ha però esaminato il loro effetto immediato, verificando per esempio che il loro uso dopo 10 minuti provoca il broncospasmo, ovvero un aumento della resistenza delle vie aeree. Ma i loro effetti diretti e indiretti vanno ulteriormente indagati. Nel frattempo però la loro vendita è libera, in Italia vietata ai minori di 16 anni per i prodotti contenenti nicotina, ma per il resto assai poco regolamentata. Come regolarsi allora? Panorama.it ha raccolto qualche parere dagli esperti.
Lorenzo Corbetta, pneumologo, professore associato di Malattie dell'apparato respiratorio presso l'Università degli Studi di Firenze.
Sigaretta elettronica sì o no?
La mia risposta è sì. Anche quel minimo che potrebbe eventualmente essere incriminato per nocività legata alle sostanze usate per creare il vapore raggiunge comunque una tossicità almeno mille volte inferiore a quella delle sigarette tradizionali. Chiunque passa da quelle alla sigaretta elettronica perciò guadagna in salute.
Ma aiutano a smettere?
Anche come strumento di disassuefazione dal fumo funzionano. C'è bisogno di molti più studi rispetto a quelli che abbiamo già, come per i cerotti e le gomme alla nicotina, ma i primi studi sono promettenti. Capisco che la cosa migliore sarebbe quella di fare il famoso gesto di buona volontà, ma a ben guardare qualunque altro sistema per smettere prevede un periodo di abbandono graduale.
Cosa pensa del cocktail di sostanze che le sigarette elettroniche contengono?
Oggi i sostituti della nicotina vengono venduti in farmacia. Credo che questi prodotti debbano essere venduti se non in farmacia almeno in un ambiente controllato. Nel mondo al momento c'è un far west e questo non va bene.
Questi prodotti possono indurre i giovani a fumare?
Io non credo proprio e non so su che basi sia venuta fuori questa cosa. Non mi sembra né attendibile né dimostrata. Sono più d'accordo semmai sugli inviti alla cautela per quanto riguarda il fumo passivo. E' giusto che ci sia prudenza nell'uso di queste sigarette negli ambienti chiusi finché non abbiamo dati sicuri della loro assoluta innocuità. Un conto è il singolo che fuma e si autoespone a questo inquinamento, altro è chi si ritrova involontariamente a respirarne i vapori.
Umberto Tirelli, direttore del dipartimento di Oncologia medica dell’Istituto Tumori di Aviano
Favorevole o contrario?
Io sono a favore delle sigarette elettroniche, pur con la cautela alla quale invita anche il ministero della Salute, perché riducono il problema principale, cioè l'inalazione delle centinaia e centinaia di sostanze cancerogene della sigaretta. Ovviamente poi le sostanze inalate con questi nebulizzatori possono avere una loro tossicità e anche sulle dosi di nicotina assunte, nei prodotti che ne contengono, occorre vigilare perché non è cancerogena ma causa altri problemi.
Aiutano a smettere?
Se uno non ce la fa a smettere in altra maniera, con l'aiuto del chewing gum, dei cerotti o con la sola forza di volontà, questo sostituto è una buona cosa. E' chiaro che si rimane a rischio di tornare a fumare di nuovo le sigarette, ma questo è vero per tutti gli ex-fumatori. Il fatto che mantenga la gestualità però aiuta a passare dalla sigaretta tradizionale a quella elettronica. E come oncologo, dati alla mano, devo dire che non è mai troppo tardi per fare questo passaggio e poi smettere del tutto, guadagnando anni di vita.
Possono indurre a fumare?
Il rischio di indurre i giovanissimi che non avrebbero magari mai provato le sigarette classiche a provare quelle elettroniche c'è, soprattutto per la loro diffusione e il loro uso molto libero.
Cosa ne pensa del cocktail di sostanze che contengono a parte la nicotina?
Che ci vuole prudenza, ma la prima impressione è che se dobbiamo mettere sulla bilancia i pro e i contro, per ora i pro sopravanzano i contro, però c'è ancora troppo poco follow-up sull'incidenza di effetti collaterali. Va tenuto conto del fatto che questa forma di inalazione potrebbe accentuare in alcuni soggetti malattie polmonari, per esempio negli allergici e negli asmatici. Ma non esiste niente che sia privo di effetti collaterali.
Roberta Pacifici, responsabile dell'Ossfad, Osservatorio Fumo Alcol e Droga dell'Istituto Superiore di Sanità.
Lei è per il si o per il no alle sigarette elettroniche?
Io non sono per il no. Il problema è collocare questi dispositivi nella giusta sfera di commercializzazione. Se dovessero dimostrarsi utili per smettere di fumare penso che vadano incentivati, ma come prodotto sostitutivo della nicotina. Se poi invece lo vogliamo considerare un prodotto ludico a scopo voluttuario, ho molte perplessità rispetto a chi lo utilizza, alle sostanze che è tutto da dimostrare che siano innocue, alla gestualità che è un richiamo all'uso di sigarette tradizionali e infine rispetto alla possibilità di usarlo dove oggi è proibito fumare.
Il rischio è l'incognita su cosa contengono?
Per ora sono considerati come prodotti di libera vendita e devono avere solo avere il marchio Ce. A eccezione della nicotina, sul resto dei prodotti contenuti non è riconosciuta la pericolosità. Quelli alla nicotina in Italia sono vietati ai minori di 16 anni. Ci sfugge però tutta una parte da regolamentare in maniera più stringente, non abbiamo notizie sulla qualità dei prodotti, di cui esistono molte forme, marche e tipologie. E' notizia fresca di cronaca che sia scoppiata una sigaretta con tanto di marchio Ce in mano a un ragazzo. Il fatto è anche che questi oggetti si prestano a un utilizzo molto intensivo: c'è gente che li attacca al collo e li usa per ore.
Ma è sempre meglio che fumare quelle vere, o no?
Questo prodotto non mi convince come sostituto della sigaretta: dal punto di vista della dipendenza psicologica, la gestualità rimane inalterata. Indubbiamente il livello di tossicità è talmente inferiore a quello della sigaretta tradizionale da non essere nemmeno confrontabile. Credo che chi è passato dal pacchetto di sigarette alla sigaretta elettronica ha già fatto un percorso di allontanamento e allora deve fare un ulteriore passo avanti, recarsi in un centro antifumo e rivolgersi a specialisti che saranno in grado di inquadrare la sigaretta elettronica in un percorso di disassuefazione totale.
Ha paura dei rischi del "vapore passivo"?
Sui rischi per chi inala involontariamente i vapori della sigaretta elettronica si sa meno ancora che su quelli legati al consumo diretto. Io trovo però che l'aspetto più grave sia che 10 anni di legge Sirchia possono essere vanificati da questo prodotto. Oggi abbiamo luoghi di condivisione dove anche il fumatore accanito non ci pensa proprio più ad accendersi una sigaretta, è diventato un fatto riprovevole. La legge ci ha educato e disincentivato, permettendoci di presentare ai giovani dei modelli di comportamento senza fumo e abbassando così notevolmente le probabilità che diventino fumatori. Questo patrimonio non deve andare perso.