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October 16 2018
"Sia lodato Gesù Cristo!... Carissimi fratelli e sorelle siamo ancora tutti addolorati dopo la morte dell’amatissimo papa Giovanni Paolo I. Gli eminentissimi cardinali hanno chiamato un nuovo vescovo di Roma. Lo hanno chiamato di un paese lontano, lontano ma sempre così vicino per la comunione nella fede e nella tradizione cristiana... Anche non so se potrei ben spiegare nella vostra… nella nostra lingua italiana. Se mi sbaglio... se mi sbaglio mi corrigirete!...".
È il tardo pomeriggio del 16 ottobre 1978 quando, con un italiano approssimativo nella forma sintattica, ma chiaro nei contenuti, un oscuro cardinale arrivato dalla Polonia, arcivescovo di Cracovia, Karol Wojtyla, appena eletto Papa col nome di Giovanni Paolo II si affaccia dalla Loggia della Benedizione della basilica di San Pietro e pronunzia un improvvisato discorso a braccio che rompe secoli di rigido cerimoniale pontificio che imponeva all'eletto di limitarsi ad impartire la prima benedizione apostolica senza pronunziare parola.
Papa Wojtyla – 58 anni, una età "giovanissima" per un successore di Pietro, il 264esimo della storia della Chiesa – non esita a rompere schemi ormai superati ed entra subito in sintonia col popolo, cristiani e non cristiani, credenti e non credenti, mostrandosi con tutta la sua semplicità pastorale, spinta da una sorprendente forza plasmata da una vita forgiata, da giovane seminarista, prete, vescovo e cardinale, all'interno e alla testa di una comunità polacca sopravvissuta a invasioni naziste, oppressioni comuniste, e a un conflitto mondiale lungo e doloroso.
Prove superate, comunque, da Karol Wojtyla sempre con la forza della fede in Cristo e da una lunga esperienza di vita che lo portano alla “chiamata” attraverso tortuosi e imprevedibili sentieri fatti di studi, affetti giovanili accanto anche ad una fidanzata segreta che lascia nel momento in cui entra in seminario, attività sportive (calcio, canoa, camping...), attività teatrali (recita da promettente attore in palcoscenico), poesie, commedie, operaio in una miniera chimica.
Un personaggio, quindi, completo che arriva alla guida di una Chiesa ancora traumatizzata dalla morte del papa dei 33 giorni, Giovanni Paolo I (Albino Luciani), presentandosi subito come vescovo di Roma con espressioni diventate subito storia.
Papa Francesco, l'argentino Jorge Mario Bergoglio, ricorda Wojtyla come il papa che "ha lasciato un segno incancellabile nella Chiesa e nella società".
Come pure il Presidente della Polonia Andrzej Duda, che ha sottolineato come i discorsi di Giovanni Paolo II siano "le parole più importanti che siano mai state dette per la Polonia. Ci ha lasciato una grande eredità che è sempre presente nella nostra memoria".
Era dunque il 16 ottobre 1978 quando, dopo due giorni di conclave, cinque scrutini e tre fumate nere, nel tardo pomeriggio la fumata bianca annunciò al mondo l'avvento del Papa, Giovanni Paolo II, che macinerà record su record, dalla lunghezza, quasi 27 anni – il terzo pontificato dopo quelli di San Pietro e di Pio IX - al numero dei viaggi, 104 internazionali, centinaia in Italia e a Roma dove visita quasi tutte le parrocchie; Wojtyla fu anche il primo Papa di un paese dell'est e comunista, il primo ad assistere a un concerto rock, a entrare in una Moschea e in una Sinagoga, quella di Roma, dove definirà gli ebrei "nostri fratelli maggiori".
Dirompente il suo discorso programmatico il 22 ottobre in Piazza San Pietro dopo la cosiddetta "intronizzazione", che culmina con l'indimenticabile "Non abbiate paura: aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!...".
Poi l'attentato in piazza San Pietro nel maggio del 1981, la devozione a Maria, il ritorno in Polonia accolto nelle sue tre visite da milioni di persone malgrado le ferree disposizioni restrittive del regime comunista, l'amicizia con gli ebrei sia in Polonia che a Roma.
Le "scappate" dal Vaticano per andare a sciare con un cittadino "qualsiasi" in compagnia del presidente della Repubblica italiana, l'amico socialista Sandro Pertini, l'amore per i giovani che lo portò a inventare le Giornate Mondiali della Gioventù, veri e propri raduni oceanici, l'attenzione alle donne e a tutto l'universo femminile codificata nella Lettera alle donne del 1993 dove chiede scusa per tutte le ingiustizie compiute a loro danno dagli uomini chiamati anche a rispondere in materia di aborto.
Intensa l'attività pastoral-letteraria con 14 lettere encicliche dedicate alle più importanti tematiche sociali e religiose in linea col rinnovamento conciliare come il lavoro, la dignità dell'uomo, l'ecumenismo, l'accoglienza dei migranti, l'ambiente, la scelta preferenziale dei poveri.
Non mancano, comunque, nei 27 anni di pontificato wojtyliano scelte controverse e dolorose, come la diffidenza – nella prima parte del pontificato – verso i vescovi latinoamericani che combattevano le dittature di destra, come monsignor Oscar Romero, che nella prima ed unica udienza concessagli il 7 maggio 1979 accolse con freddezza a causa di cattivi consiglieri di Curia e delle prevenute note del nunzio apostolico in Salvador che lo dipingevano come vescovo "comunista".
Di Wojtyla non va inoltre dimenticato l'avvio della pulizia nella Chiesa da ecclesiastici accusati di abusi sessuali e pedofilia, come il cardinale austriaco Herman Groer, responsabile di aver abusato in gioventù di seminaristi e per questo privato del cardinalato e condannato alla clausura fino alla morte. Opera di pulizia proseguita con più forza dai successori Benedetto XVI ed ora da papa Francesco.
Giovanni Paolo II muore dopo una lunga agonia la sera del 2 aprile 2005 nel suo letto, nel palazzo apostolico, dopo essere stato eroicamente alla guida della Chiesa malgrado sei ricoveri ospedalieri, i postumi dell'attentato e di due interventi all'addome per un cancro e alla gola, perdendo anche l'uso della parola negli ultimi mesi di vita.
Ma non si sottrasse mai dalle sue responsabilità pastorali, senza nascondere i suoi acciacchi, perdonando il suo attentatore, e lanciando ripetuti messaggi anche dall'ospedale senza timore di mostrarsi con tutte le sue fragilità. "Santo subito!" gridarono a gran voce in piazza San Pietro il giorno dei funerali, dopo che per 4 giorni la salma di Giovanni Paolo II era stata omaggiata da oltre 3 milioni di pellegrini, ma anche da non credenti e diversamente credenti, arrivati da tutto il mondo. Invocazione subito raccolta da papa Francesco che ha proclamato Giovanni Paolo II il Santo del Terzo Millennio.