Sbarra (Cisl): «Scioperi generali? Fallimento negoziale o pregiudizio ideologico»

«È da qualche anno, ormai, che registriamo una differente visione di merito e di metodo sindacale». A sottolineare questa spaccatura in seno al mondo delle associazioni dei lavoratori è Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl. Il motivo è presto detto, il ruolo storico dei sindacati prevedeva la tutela dei diritti dei lavoratori, mentre da tempo nel nostro Paese si predilige quello (tutto italiano) di opposizione politica alternativa, cristallizzato da un improprio invito “alla rivolta” lanciato dal segretario generale della CgilMaurizio Landini.

Continua Sbarra: «C'è una diversità (con gli altri sindacati) nel giudizio che diamo sui risultati ottenuti rispetto alle rivendicazioni, ma direi anche di interpretare il ruolo stesso del sindacato. Noi abbiamo un'ossessione: contrattare, negoziare, confrontarci con le difficoltà e, nella difficile condizione data, conquistare risultati per le persone che noi rappresentiamo nella prospettiva di migliorare le condizioni sociali dei lavoratori e dei pensionati». Sarebbe a dire il ruolo preciso per cui sono stati ideati i sindacati.

Com’è ormai ben noto, però, non tutte le sigle la pensano così. Su espressa domanda relativa al fatto che altri sindacati facciano politica, il Segretario generale della Cisl ha affermato che: «Ogni volta che si proclama uno sciopero generale nazionale un leader sindacale dovrebbe sentire di aver fallito nella fase negoziale. Qui siamo al quarto di fila. O c'è un problema di rappresentanza o c'è un pregiudizio ideologico». Nel caso di Landini e della Cigl difficile non propendere più per la seconda ipotesi. «Quello che è certo è che è sbagliato confondere il ruolo del sindacato con quello dell'opposizione politica. Proclamare uno sciopero generale contro una manovra che destina più di due terzi delle risorse a lavoratori, pensionati, famiglie, contratti pubblici e coesione mi sembra fuori dai principi del sindacato», ha chiosato Sbarra.

Parole che certamente non faranno desistere Landini dal continuare nel suo percorso di opposizione politica attiva. Tant’è vero che oggi, intervistato dal Corriere della Sera, il segretario generale della Cgil non arretra neanche di un passo, asserendo di aver invitato alla rivolta sociale per dire alle singole persone di non voltarsi dall’altra parte di fronte alle disuguaglianze. La Treccani alla voce “rivolta” riporta: «L’azione e il fatto di rivoltarsi contro l’ordine e il potere costituito». Insomma qualcosa che sembra avere più a che fare con gli scontri di Torino e meno con il trascendente invito di Landini a «non voltarsi dall’altra parte».

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