La Francia alla sinistra che attacca Macron (ormai isolato)

Il secondo turno si è trasformato in un referendum sul Rassemblement National. Il RN ha perso pur prendendo molti voti e seggi in più del passato, e la Francia si ritrova con una assemblea nazionale senza maggioranza assoluta.

Come ricordava il politologo Giovanni Sartori al secondo turno vince chi riporta a votare tutti i suoi più gli elettori degli altri, e questo Bardella e Le Pen non sono riusciti a farlo. L’arrocco del “tutti contro” la destra ha funzionato, ha stroncato una possibile vittoria del RN. Su questo Macron ha avuto ragione, ma la Francia adesso sul piano politico dipende da una sinistra molto più radicale di quelle del resto d’Europa. In particolare, se la France Insoumise di Melenchon sarà decisiva per una maggioranza tra sinistra e centristi macroniani, il Presidente si ritroverà ostaggio di una minoranza di sinistra che tende al comunismo, all’ambientalismo, all’antisemitismo.

È stato un affare tornare al voto? La storia darà un responso, ma nel lungo periodo questo voto potrebbe anche aver spalancato la strada del potere alla sinistra radicale. Alle prossime presidenziali, infatti, sarà molto probabile che questa nuova sinistra sia candidata al ballottaggio con la destra. Ora Macron deve incaricare un premier, molto probabile che sia del Nuovo Fronte Popolare e poi trovare una quadra molto complessa sul programma. Vedremo se ci sarà possibilità di allargare la maggioranza alla destra moderata dei Repubblicani, ma questi ultimi non sembrano aver grande convenienza ad entrare in una maggioranza dominata dalla sinistra, soprattutto se coalizione di sinistra e macroniani arriveranno alla maggioranza assoluta insieme come sembra.

Ad ogni modo c’è un puzzle difficile da mettere insieme e che, al di là della lotta contro la destra, ha poco da condividere.La storia della polarizzazione politica in Francia è appena iniziata e non è detto che il paese ne esca più forte.

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