sinner atp finals 2024 vittoria
(Ansa)
News

Sinner è storia

Jannik Sinner è nella storia, anzi oltre. E' lui stesso la storia del tennis italiano (certamente) e promette di diventarlo anche per il tennis mondiale, travolto dalla crescita impetuosa del suo talento in un 2024 da record. Non solo i numeri (70 vittorie e 6 sconfitte) o i trofei, a renderlo unico è il modo con cui ha preso a dominare il circuito. Uno schiaffo dopo l'altro, testimoniato dalla apparente facilità con cui ha conquistato le ATP Finals di Torino, primo azzurro nella storia. E non finisce qui.

Lo statunitense Taylor Fritz è stato un avversario degno della finale. Si è arreso con lo stesso punteggio del Roung Robin (6-4 6-4) e in meno di un'ora e mezza, come tradizione nella settimana torinese in cui Sinner ha macinato tutti come se non fosse vero che al suo cospetto c'erano i migliori tennisti al mondo. Ha giocato un tennis sublime e feroce, Jannik. Il simbolo sono i 14 aces (10 nel primo set) che gli hanno garantito una cambiale in bianco nei turni di servizio valorizzando al massimo il colpo che fino a un paio di anni fa era il punto debole.

Sono pochi i giocatori capaci di vincere in una stessa stagione i due Slam sul cemento e il torneo dei Maestri. Sinner si è aggiunto alla ristretta élite e ha solo 23 anni. Un anno fa stava mettendo insieme i pezzi del puzzle e proprio nel mese di novembre, prima a Torino e poi in Coppa Davis a Malaga, aveva dato chiari segnali di accelerazione nel processo di maturazione. Un anno dopo il cerchio si è chiuso.

A Malaga l'Italia proverà a bissare il successo nella Davis poggiandosi sulle spalle del numero uno e di un gruppo di ragazzi fortissimi: Matteo Berettini, Lorenzo Musetti, Simone Bolelli e Andrea Vavassori. Più quelli che il capitano Volandri è stato costretto a lasciare a casa. E' un momento favoloso per il tennis italiano, sugellato dalla decisione della ATP - comunicata da Gaudenzi sul campo di Torino - che le Finals resteranno da noi anche dal 2025 al 2030. C'era l'ipotesi che andassero in Arabia Saudita ma sarebbe stato un peccato: ha vinto Sinner e ha vinto l'Italia intera, capace di rendere un appuntamento iconico ancora più meraviglioso.

Post scriptum - A sfondo di tutto rimane sempre la vicenda del doping, con il ricorso della Wada che continua a pendere come una spada di Damocle su Sinner e su tutto il movimento. Ancora una volta: giù le mani da Jannik. E' innocente, l'ha provato, che la questione sia chiusa senza sfidare giustizia e buonsenso.

YOU MAY ALSO LIKE