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October 24 2017
Cacciati i combattenti dell'Isis, Raqqa, che per mesi è stata la roccaforte del sedicente Califfato islamico in Siria, ora è una città libera ma gravemente ferita, un agglomerato di macerie. La grande battaglia per liberarla è stata avviata il 6 giugno 2017 e si è chiusa 17 ottobre 2017, quando le Forze Democratiche Siriane, appoggiate dagli Stati Uniti, hanno eliminato le ultime sacche di resistenza attorno allo stadio e all'ospedale.
24 ottobre 2017 - È in corso la rimozione delle mine nella città di Raqqa: durante questa operazione è morto un ventiquattrenne cittadino britannico, Jac Holmes, che si era arruolato fra le file delle milizie curde per combattere l'Isis. Aveva lasciato il suo lavoro di tecnico informatico a Bournemouthnel 2015 per entrare come volontario straniero nell'Ypg, la cosiddetta Unità di protezione popolare curda.
Intanto i miliziani in fuga da Raqqa e Deir el-Zor (cittadina in cui l'Isis è stato affrontato da forze siriane sostenute dai russi), ex roccaforti jihadiste, sono affluiti nell'ultima cittadina sull'Eufrate in Siria ancora in mano all'organizzazione, la località frontaliera di Abukamal, sul confine con Iraq, e stanno scavando trincee e cunicoli sotterranei.
La Russia, dal canto suo, ha accusato la coalizione di bombardare fortemente Raqqa nella lotta contro l'IS.
20 ottobre 2017 - Un ritratto di Abdullah Ocalan, il leader del Pkk, inserito nella lista delle organizzazioni "terroristiche" degli Usa e della Ue, è stato issato sulla piazza principale di Raqqa durante i festeggiamenti delle milizie curde alleate degli Usa che oggi hanno dichiarato ufficialmente "liberata" la ex 'capitale' dell'Isis in Siria. (Ma lo Stato Islamico può davvero essere considerato sconfitto? e inoltre, quali sono le aree del mondo dove è ancora attivo?)
Il ritratto, su uno striscione a sfondo giallo, è stato esposto sulla Piazza al Naim ieri durante una manifestazione delle unità femminili delle Ypg, le milizie del partito curdo siriano Pyd, nato come affiliazione del Pkk. Anche nei giorni precedenti, i militanti curdi hanno girato la città riconquistata esponendo bandiere e foto del leader.
Le Ypg sono sostenute dagli Usa nella guerra contro lo Stato islamico. Ocalan è da 17 anni detenuto in Turchia, dopo avere dato inizio fin dal 1984 ad una insurrezione armata per l'indipendenza delle regioni turche popolate da curdi.
Ovviamente oggi sono anche arrivate le irritate proteste del governo turco, con presa di posizione del presidente Erdogan in persona.
18 ottobre 2017 - Nelle foto della gallery qui sopra, il fotografo Youssef Rabih Youssef ci mostra i miliziani delle Forze democratiche siriane (a maggioranza curda) che percorrono la città strappata all'Isis e che ora attende di intraprendere il cammino della ricostruzione.
17 ottobre 2017 - Raqqa è stata dunque riconquistata ma la battaglia contro lo Stato Islamico ha lasciato sul campo oltre 3 mila persone. In quasi un anno di campagna militare curda e americana per la liberare la città siriana a nord dell'Eufrate in tutto sono morte 3.250 persone, di cui 1.130 civili. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus).
Altre fonti non indipendenti riferiscono dell'uccisione di circa 3.500 persone tra le file del sedicente Stato islamico e circa 400 morti tra le forze curde e della coalizione anti-Isis.
17 ottobre 2017 - Le forze curde alleate degli Usa che combattono l'Isis hanno confermato di avere interamente strappato Raqqa al controllo dell'Isis. L'annuncio è stato dato dalle Forze democratiche siriane (Sdf), a predominanza curda, sostenute dalla Coalizione internazionale a guida Usa.
Le milizie filo-Usa hanno issato la propria bandiera all'interno dello stadio, ultimo bastione dell'Isis nella "capitale" del Califfato. Nei dintorni proseguono sporadici combattimenti.
16 ottobre 2017 - La caduta di Raqqa è imminente. "È prevista a breve la liberazione dei quartiere di Al-Andalus e Al-Matar, nel nord di Raqqa", afferma Yihan al Sheij Ahmed, la portavoce delle Forze democratiche siriane (Fds), alleanza guidata da milizie curde.
Circa 300 "o poco più" combattenti appartenenti allo Stato Islamico rimangono dentro la città del nordest della Siria.
Le Fds, con l'appoggio della coalizione internazionale comandata dagli Stati Uniti, stanno avanzando in diversi punti di Raqqa con l'obiettivo di strappare ai jihadisti il controllo di distretti ancora sotto il loro potere.
Le forze governative siriane e le milizie ausiliarie filo-iraniane intanto sono avanzate a est e a nord di Dayr az-Zawr, capoluogo dell'omonima regione orientale siriana in parte controllata dal sedicente Stato islamico.
2 ottobre 2017 - Le Forze della Siria democratica (FSD), alleanza guidata da miliziani curdi e sostenuta dagli Stati Uniti, ha sventato un contrattacco degli uomini dell'Isis, nella zona orientale di Raqqa.
Almeno 28 combattenti della coalizione sono stati uccisi negli ultimi tre giorni negli scontri scoppiati nel distretto di Al MeshLab, a est della città, e nel villaggio di Al Raqa Samra, nella periferia orientale. Circa 100 estremisti si erano infiltrati in quelle aree controllate dalle forze governative siriane. La presenza dell'Isis è limitata ad alcuni quartieri del centro di Raqqa. Questo attacco ha messo in luce come opera l'Isis e come comunica con le cellule dormienti nella zona. Ha permesso anche di scoprire l'esistenza di arsenali di munizioni nascosti.
20 settembre 2017 - Ormai il 90% di Raqqa, considerata la 'capitale' dell'Isis in Siria, è stata conquistata dalle forze a maggioranza curda sostenute dagli Usa. Lo riferiscono i media libanesi citando come fonte l'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus). L'Ondus aggiunge che i combattimenti continuano intorno al centro della città e nella parte nord-orientale, così come i bombardamenti aerei della Coalizione internazionale a guida americana.
I pesanti bombardamenti della Coalizione a guida Usa hanno costretto i jihadisti a ritirarsi da cinque quartieri nelle ultime 48 ore, ha detto il responsabile dell'Ondus, Rami Abdel Rahman. Ciò ha consentito alle cosiddette Forze democratiche siriane (Sdf) di prendere il controllo del 90% della città.
In particolare, i miliziani dello Stato islamico hanno dovuto abbandonare tutto il nord di Raqqa e sono ora confinati in una ristretta area del centro.
1 settembre 2017 - Le forze democratiche siriane sostenute dagli Stati Uniti annunciano di aver conquistato la città vecchia di Raqqa, portando i militari "a un passo dall'ultima linea difensiva dell'Isis", la cosiddetta capitale del Califfato in Siria. "Siamo a un passo dal centro, dove si annida il maggior numero di milizie", ha detto il portavoce Talal Sello, citato da Al Arabiya.
29 agosto 2017 - Continuano i combattimenti urbani a Raqqa, finora riconquistata per circa il 60% dalle cosiddette Forze democratiche siriane (Sdf) a maggioranza curda, anche grazie anche ai bombardamenti della Coalizione internazionale a guida Usa. Il 24 agosto l'Onu aveva inultimente chiesto una pausa umanitaria nei combattimenti per permettere a circa 20.000 civili rimasti intrappolati di lasciare la città.
Secondo Save the Children, tra questi sono tra i 9.000 e i 12.000 circa i minori intrappolati a Raqqa, esposti a brutali violenze. Decapitazioni ed esplosioni sono entrate a far parte della loro quotidianità, in una vita di disperazione e deprivazione, come hanno raccontato i ragazzi sopravvissuti alla fuga dalla città della Siria settentrionale.
Dall'avvio dell'operazione "Ira dell'Eufrate", nel novembre 2016, sono sfollate 271.000 persone; il 75% dei quartieri della città oggi risulta abbandonato, solo 6 su 24 sono popolati. Metà delle persone che li abita è rappresentata da fanciulli, costretti ad affrontare condizioni durissime: il ricollocamento forzato nelle aree controllate dall'Isis e la carenza di cibo e acqua sono una minaccia costante. Il tutto è reso ancora più difficile dagli attacchi aerei, che hanno già causato la morte di numerosi civili: le famiglie sanno di poter perdere la vita a causa di una bomba restando a Raqqa, così come sono consapevoli del rischio di morire tentando la fuga.
9 agosto 2017 - Continuano i combattimenti tra i miliziani dell'Isis e le Forze democratiche siriane a Raqqa, senza che nessuna delle sue formazioni riesca ad avanzare in modo significativo. I combattenti delle forze curdo-siriane hanno reso noto che gli scontri si concentrano attualmente nel distretto di Hisham bin Abdelmalek, dove dicono di aver ucciso almeno 5 combattenti dello Stato islamico.
L'8 agosto almeno altri 17 soldati dell'Isis sono morti nei bombardamenti nella zona di Homs, dove le truppe governative stanno portando un'offensiva contro i gruppi radicalizzati con l'appoggio aereo della Russia. Lo ha comunicato l'Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr) con base a Londra.
Riferisce l'agenzia cinese Xinhua che, secondo lo stesso Osservatorio, nella capitale de facto del Califfato in Siria almeno 30 civili sarebbero stati uccisi nelle ultime 24 ore dagli intensificati attacchi aerei Usa sulle postazioni jihadiste. Tra loro, 9 donne e 14 bambini. Il bilancio delle vittime è destinato ad aumentare a causa del gran numero di persone gravemente ferite.
6 agosto 2017 - "Damasco ha accusato la Coalizione internazionale a guida Usa in Siria di usare bombe al fosforo sulle aree residenziali e ospedali". Lo scrive l'agenzia governativa siriana Sana, aggiungendo che "il governo siriano ribadisce la necessità di mettere fine a tali azioni", in particolare "dopo il bombardamento dell'ospedale di Raqqa e di quartieri civili della città con fosforo bianco", ricordando che l'uso di tali bombe è "vietato internazionalmente".
Non si precisa il giorno del presunto bombardamento né si fornisce un numero di vittime. Il ministro degli Esteri siriano, Walid al Moallem, ha scritto al segretario generale delle Nazioni Unite e al Consiglio di sicurezza Onu, condannando i raid della Coalizione con l'uso di armi vietate sulle infrastrutture civili, sottolineando che la Coalizione Usa agisce in Siria senza il consenso del governo di Damasco e in violazione delle risoluzioni Onu. Moallem ha sollecitato il Consiglio di sicurezza Onu ad adempiere alle sue responsabilità per preservare la pace e la sicurezza.
2 agosto 2017 - Le forze governative siriane, appoggiate da Iran e Russia, avanzano a sud di Raqqa e in direzione di Dayr az Zor, ultimo bastione urbano dell'Isis nella Siria orientale. Lo riferisce in un comunicato, citato dall'agenzia governativa Sana, lo Stato maggiore delle forze armate siriane, precisando che nelle ultime ore sono state conquistate dai lealisti una decina di località lungo la sponda meridionale dell'Eufrate a sud di Raqqa. L'offensiva governativa su Dayr az Zor prosegue su due fronti: da quello di Raqqa a nord-ovest e da quello di Palmira a sud-ovest. Raqqa è assediata da forze curde sostenute dagli Stati Uniti.
19 luglio 2017 - L'esercito siriano ha dichiarato attraverso i media ufficiali del governo di avere riconquistato il 17 luglio dei giacimenti petroliferi nel deserto a sud-ovest di Raqqa, costringendo i miliziano del cosiddetto Stato islamico a un ulteriore indietreggiamento. Si tratta dei giacimenti di al Daylaa (situato nei pressi del giacimento di gas di Zamla), Wahab, al Fahd, Dbaysan, al-Qseer, Abu al Qatat e Abu Qatash. Sarebbero stati sottratti al controllo dei jihadisti anche anche numerosi villaggi della zona meridionale nella provincia di Raqqa.
La maggior parte dei giacimenti petroliferi della Siria sono situati nella provincia nord-orientale di Hasaka, nelle mani dei soldati curdi della Unità di Protezione Popolare (YPG).
18 luglio 2017 - Regna l'incertezza sulla sorte del leader dell'Isis, Abu Bakr al Baghdadi, che nelle ultime ore è stato dato per vivo: sarebbe nascosto nel nord della Siria, dopo che nelle settimane e nei giorni scorsi si erano rincorse voci e notizie sulla sua morte. Due autorevoli e distinte fonti dell'intelligence irachena hanno rilasciato il 17 luglio dichiarazioni circa il fatto che il capo del sedicente "Stato islamico" sarebbe ancora vivo e si troverebbe a Raqqa, sotto assedio da parte delle forze curdo-siriane sostenute dalla Coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti.
17 luglio 2017 - A Raqqa le Forze democratiche siriane hanno preso il controllo di oltre 42 chilometri quadrati di territorio, espandendo la loro presenza in numerose aree settentrionali del Paese, sottratte al dominio dell’Isis.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, nonostante i progressi, i combattimenti in corso non hanno ancora raggiunto il cuore della capitale de facto dei jihadisti in Siria: l’offensiva contro i miliziani dell’autoproclamato Califfato è frenata dal loro determinato contrattacco.
13 luglio 2017 - Secondo quando riferito da un portavoce dell'esercito statunitense, il colonnello Ryan Dillon, nella giornata del 12 luglio le truppe statunitensi hanno fatto il loro ingresso a Raqqa, la "roccaforte" dell'Isis in Siria.
Dyllon ha sottolineato che si tratta per lo più di soldati appartenenti alle forze speciali, impegnati in una missione di "consulenza e accompagnamento" dei combattenti delle Forze democratiche siriane (Fds), che dunque non combattono direttamente, ma coordinano in particolare le forze aeree.
Secondo quanto affermato ieri dalll'ONG Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), le cosiddette Forze democratiche siriane (Sdf) a predominanza curda, sostenute dagli Usa, continuano la loro avanzata nella città, di cui occupano ormai circa il 35% e dove rimangono intrappolate decine di migliaia di residenti.
La ONG ha sottolineato però che le perdite tra i civili sono molto elevate: secondo Ondus, da quando è cominciata l'offensiva finale contro i jihadisti sono stati 233 i civili uccisi nei combattimenti e nei bombardamenti reciproci, compresi quelli della Coalizione internazionale a guida Usa.
L'ong ha aggiunto di aver potuto documentare nello stesso periodo l'uccisione di 359 jihadisti dell'Isis e 137 miliziani delle Sdf. I combattimenti, i bombardamenti reciproci e le autobomba fatte esplodere dall'Isis per fermare l'avanzata del nemico hanno già provocato ingenti danni a centinaia di case, negozi e infrastrutture.
7 luglio 2017 - Almeno 224 civili sono morti nel primo mese dell'offensivafinale condotta dall'alleanza anti-jihadista contro lo Stato islamico a Raqqa, in Siria: lo ha reso noto l'Osservatorio siriano dei diritti umani, nel 30° giorno dall'inizio dell'assalto da parte delle Forze democratiche della Siria, appoggiato dalla coalizione internazionale a guida Usa. Tra i civili uccisi, secondo l'osservatorio, ci sono almeno 38 minori e 28 donne.
Tra le file dei militari dello Stato islamico ci sono stati almeno 311 morti, tra cui due comandanti locali, e 106 tra quelle di Fsd e alleati.
6 luglio 2017 - "Con la liberazione di Raqqa in corso, l'Isis è stato ferito gravemente e potrebbe essere sull'orlo della completa sconfittain Siria, se tutte le parti si concentreranno su questo obiettivo" ha affermato il capo della diplomazia Usa Rex Tillerson.
"Per completare la missione - ha aggiunto - la comunità internazionale, e specialmente la Russia, devono rimuovere gli ostacoli alla sconfitta dell'Isis" e contribuire a garantire stabilità, per impedire all'autoproclamato Stato islamico "di risorgere nuovamente dalle ceneri del loro Califfato fallito e fraudolento".
5 luglio 2017 - Nella giornata di ieri l'Isis ha pubblicato alcuni filmati in cui si vedono dei "civili uccisi a Raqqa", rimasti sotto le macerie causate, secondo la loro versione, "da bombardamenti della Coalizione".
In un alto video, un miliziano dell'Isis, identificatosi come Abu Yusuf al Australi (l'australiano), denuncia i "crimini americani", affermando che il 4 luglio, giorno dell'Indipendenza statunitense, i miliziani dello Stato islamico "attendono l'arrivo dei soldati americani".
Non è possibile verificare in maniera indipendente quello che viene riferito dagli organi della Coalizione, dai media dell'Isis e dalle forze curde.
Video pubblicati da queste ultime mostrano miliziani curdi dell'ala siriana del Pkk penetrati nel quartier Qasr al Banat nella città vecchia di Raqqa.
4 luglio 2017 - Le Forze Democratiche Siriane (FDS), sostenute dai bombardamenti della coalizione internazionale a guida americana, hanno aperto "due piccole brecce" nella storica muraglia di Rafiqah, vicino alla "Porta di Baghdad", che circonda la Città Vecchia di Raqqa, separandola dalla sua parte moderna.
Lo si legge in un comunicato di Centcom, il comando militare americano in Medio Oriente, che ha definito l'apertura del varco "una pietra miliare fondamentale" nella campagna di riconquista di Raqqa, aggiungendo che le FDS hanno trovato una forte resistenza perché l'Isis utilizzava la muraglia come postazione di combattimento e vi ha piazzato mine e ordigni esplosivi improvvisati per contenere l'avanzamento nemico.
La Coalizione assicura che si sta facendo del tutto per non danneggiare il patrimonio architettonico della città e che si tenta di evitare di infliggere perdite alla popolazione civile. Secondo stime approssimative dell'Onu, in città rimangono ancora dai 50mila ai 100mila civili. Giungono inoltre notizie della "totale assenza di medicine in città" e si parla di una situazione umanitaria "disastrosa".
Secondo la coalizione circa 2.500 jihadisti dell'Isisdifendono il nord di Raqqa. L'Onu ha ribadito la sua preoccupazione per la sorte dei 100mila civili intrappolati nella città, che è stata teatro delle peggiori atrocità commesse da parte dei seguaci di Abu Bakr al Baghadi.
Il progresso sul piano militare avviene mentre a Mosul, l'altro bastione Isis, in Iraq, i jihadisti del sedicente Califfo resistono negli ultimi metri contro le forze governative. E mentre la Turchia alza il tono della retorica e spara contro le forze curde presenti nel nord-ovest della Siria, a centinaia di chilometri dal fronte di Raqqa.
3 luglio 2017 - Le forze curdo-siriane sostenute dagli Stati Uniti sono penetrate nel quartiere di Yarmuk, dopo aver conquistato ieri alcuni distretti chiave vicino alla Città vecchia di Raqqa. Lo riferiscono media locali in contatto con testimoni vicini al fronte di guerra.
Secondo le fonti, le forze curde sono entrate oggi nel nuovo quartiere, nella parte sud-ovest della città, circondata su quattro lati. Nelle ultime 24 ore, le forze curde si sono avvicinate alle antiche mura di Raqqa e alla porta di Baghdad, sulla parte orientale della città.
29 giugno 2017 - Le forze curdo-siriane sostenute dagli Stati Uniti rafforzano il loro controllo attorno a Raqqa, dove i miliziani dell'Isis sono in trappola, ormai completamente circondati.
Le unità delle Forze democratiche siriane, ha riferito l'ong Ossevatorio dei diritti umani, hanno tagliato l'ultima strada di fuga dalla ormai ex roccaforte del sedicente califfato. Nelle ultime ore è stato conquistato il territorio sulla riva meridionale dell'Eufrate, che i jihadisti utilizzavano per inoltrarsi verso sud.
Secondo attivisti siriani in contatto con loro colleghi a Raqqa, i combattenti del sedicente Stato islamico controllano ora una superficie urbana di circa 30 chilometri quadrati, corrispondente al centro storico della città e ad alcuni quartieri moderni.
29 giugno 2017 - Si teme che siano almeno 100.000 i civili intrappolati a Raqqa, di fatto ostaggio di Isis nella sua "capitale" siriana, assediata dalla coalizione delle forze curdo/arabe sostenute dagli Usa. A lanciare l'allarme l'Alto commissario per i Diritti Umani dell'ONU, Zeid Raad Al Hussein, secondo cui i miliziani dell'autoproclamato Califfato impediscono ai civili di lasciare la città.
Secondo i dati raccolti a Ginevra, dal 1° giugno si contano almeno 173 vittime tra i civili da raid aerei o salve di cannone, secondo una stima del tutto prudente. Prima dell'inizio dell'offensiva, lo scorso novembre, si contavano a Raqqa almeno 300.000 civili alla mercé di Isis (che controlla il centro dal 2014), di cui 80.000 sfollati da altre città siriane.
28 giurno 2017 - Le Forze democratiche siriane, protagoniste dell’offensiva contro i miliziani dell'Isis a Raqqa, hanno affermato il 27 giugno che la riconquista della capitale de facto dei jihadisti in Siria, completamente circondata, "è solo questione di tempo".
La coalizione di milizie a maggioranza curda, composta anche da gruppi arabi e assiri, assicura che il gruppo dell’autoproclamato Califfato sta "ovviamente collassando" sotto la loro offensiva di terra, coadiuvata dagli attacchi aerei condotti dall’esercito statunitense.
La controffensiva degli islamisti consiste ad oggi principalmente in attacchi suicidi, a dimostrazione del collasso del loro stato d'animo. Le FDS hanno riferito di aver fatto saltare in aria nelle ultime ore due autobombe che i miliziani Isis stavano introducendo nel quartiere di Qadisiyeh, l’ultimo in ordine di tempo sottratto al loro controllo.
Centinaia di loro sarebbero stati "seppelliti vivi sotto le macerie", mentre alcune decine si sarebbero arresi segretamente al nemico. L'Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR) ha nel frattempo riferito che anche 13 soldati delle FDS sono stati sepolti dopo essere stati uccisi in combattimento a Qadisiyeh.
La riconquista definitiva di Raqqa non sarà comunque facile, anche per via della minaccia rappresentata dalle forze turche. All'inizio della settimana, le truppe di Ankara hanno fatto ingresso nel nord della Siria, in preparazione di uno scontro militare con le forze curde vicine al PKK, nemico giurato del regime di Erdogan, determinato a fermarne l’avanzata in Siria.
Secondo l'osservatorio SOHR, i ribelli siriani a sostegno della Turchia si stanno preparando a lanciare un'offensiva contro le FDS nelle campagne a ovest di Aleppo, il che potrebbe influenzare l'offensiva su Raqqa. Secondo altri attivisti, gli Stati Uniti avrebbero dispiegato delle truppe nell’area, vicino alla città di Tab Abyad, per tenere lontani i ribelli turchi dalla SDF.
26 giugno 2017 - Continua da ormai due settimane l'offensiva su vasta scala lanciata dalla coalizione a guida USA - in cui svolgono un ruolo fondamentale le Forze democratiche siriane, a maggioranza curda - impegnata nella fase contro l’Isis nella sua roccaforte in Siria.
Dopo aver riconquistato numerosi quartieri orientali e occidentali della città, le truppe alleate hanno occupato anche la sponda meridionale dell’Eufrate: ora i seguaci dell’autoproclamato Califfo sono assediati su tutti e quattro i lati della città.
Venerdì 23 giugno un portavoce delle Forze democratiche siriane ha dichiarato che i militanti dell’Isis hanno perso il controllo del loro bastione in Siria e che "stanno abbandonando la città come scarafaggi".
24 giugno 2017 - In un raid aereo condotto dalla coalizione internazionale a guida Usa contro l'Isis nella provincia di Raqqa, secondo quanto riferito dall'Osservatorio siriano dei diritti umani (Ondus), sono morti nelle ultime ore almeno otto civili, tra cui due bambini, e altre sono rimaste ferite.
Secondo i dati della ONG con sede a Londra, nell'ultimo mesealmeno 150 civili sono stati uccisi nella provincia siriana dai bombardamenti della coalizione anti-jihadista. In tutto il Paese, nello stesso periodo sono morti sono 472 i civili morti. È così salito a 8.798 il numero dei morti per i bombardamenti della coalizione dal loro inizio, il 23 settembre 2014.
23 giugno 2017 - I terroristi dell'Isis nella notte si spostano nella provincia di Hama, attraversando terreni impervi e lì mettono in piedi posti di comando e depositi di munizioni in grandi edifici: lo sostiene il ministero della Difesa russo, precisando di monitorare regolarmente i movimenti dei terroristi.
Secondo Mosca, inoltre, nell'ultima settimana i miliziani dell'Isis hanno provato numerose volte a lasciare la città assediata di Raqqa e a muoversi verso Palmira, usando un "corridoio meridionale".
19 giugno 2017 - Con l'avvicinarsi della conquista di Raqqa e della capitolazione dell'Isis, in Siria torna a salire la tensione tra Stati Uniti e Russia. Proprio a sud della roccaforte jihadista nel nord del Paese, un caccia americano F-18 Super Hornet ha abbattuto un jet Su-22 siriano che, secondo Washington, aveva bombardato le milizie arabo-curde addestrate dagli Usa.
L'abbattimento è avvenuto presso al Resafa, un'area dove le forze governative siriane e le milizie loro alleate hanno compiuto una rapida avanzata nelle ultime settimane e si trovano ora a contatto con le formazioni siriane a maggioranza curda, alleate degli Usa.
Mosca, stretta alleata di Bashar al-Assad, ha condannato quello che ha definito un "atto di aggressione" e il ministero della Difesa ha interrotto la cooperazione e il coordinamento con gli Usa nei bombardamenti anti-Isis per evitare incidenti nello spazio aereo siriano. Lo stesso ministero russo ha avvertito che "qualunque velivolo, inclusi i jet e i droni della coalizione internazionale, identificato a ovest dell'Eufrate sarà seguito come un bersaglio dai mezzi anti-aerei russi, sia terrestri sia aerei, nelle aree in cui l'aviazione russa è impegnata in missione di combattimento".
Secondo Damasco, si è trattato di una "flagrante aggressione che mostra inequivocabilmente la reale posizione degli Stati Uniti in sostegno al terrorismo" e che "mina la capacità" delle forze regolari siriane di combattere l'estremismo in tutto il Paese.
Sullo sfondo c'è la battaglia per Raqqa: le Forze democratiche siriane, milizie curdo-arabe, che stanno stringendo il cerchio attorno alla "capitale" jihadista in Siria, sono sempre più apertamente osteggiate dal regime siriano che vorrebbe essere il primo a espugnare la città. Le FDS hanno accusato le forze lealiste di averle attaccate nella stessa regione dove è avvenuto l'abbattimento, e hanno minacciato di rispondere duramente se queste azioni continueranno.
Il viceministro degli Esteri russo Serghei Ryabkov, ha sottolineato che "l'attacco Usa è l'ulteriore passo verso un'escalation pericolosa". "Stiamo mettendo in guardia Washington dall'utilizzo di simili metodi in futuro", ha aggiunto. Mosca ha parlato di "cinica violazione della sovranità della repubblica araba siriana". "Molte azioni belliche presentate dall'aviazione americana come operazioni di lotta al terrorismo violano il diritto internazionale", denuncia la Russia, risentita del fatto che "gli americani non hanno usato il canale di comunicazione dedicato" per il coordinamento con le forze di Mosca.
16 giugno 2017 - Amnesty International ha confermato che vi è stato un impiego illegale di munizioni al fosforo bianco nella zona di Raqqa, da parte della coalizione a guida statunitense, affermando che potrebbe trattarsi di un crimine di guerra. nei giorni precedenti, già Human Rights Watch aveva denunciato l'uso di bombe al fosforo bianco sulla città.
L'organizzazione ha esaminato 5 video, pubblicati in rete l'8 e il 9 giugno, in cui si vede l'artiglieria della coalizione lanciare munizioni al fosforo bianco contro le zone di Jezra ed el-Sebahiya.
Il fosforo bianco è prevalentemente usato per creare una densa cortina fumogena per rendere invisibili al nemico i movimenti delle truppe e per indicare gli obiettivi dei successivi attacchi.
In casi del genere, il suo uso non è vietato anche se è richiesta estrema cautela, mentre è assolutamente vietato nelle vicinanze di insediamenti di civili, poiché il fosforo bianco comporta per la popolazione un alto rischio di ferite orribili e di lunga durata. Gli Usa hanno però sempre smentito di aver fatto un uso illegale delle bombe al fosforo, che può provocare gravissime ustioni sulle persone.
15 giugno 2017 - L'esercito di Damasco continua la sua avanzata in direzione di Raqqa, la "capitale" dell'Isis in Siria, dove le forze a maggioranza curda sostenute dagli Usa sono entrate negli ultimi giorni e cercano di aprirsi la strada verso il centro. Fonti degli attivisti affermano che l'esercito di Damasco è arrivato a una quindicina di chilometri dalle forze curde che controllano la base militare di Tabqa, circa 40 chilometri da Raqqa.
Le forze governative siriane e le milizie sciite loro alleate, siriane e straniere, sono inoltre avanzate ulteriormente ad est di Palmira, strappando all'Isis alcuni pozzi di petrolio e avvicinandosi alla città di Sukhna, l'ultimo importante centro urbano ancora nelle mani dello Stato islamico nella provincia di Homs.
Media governativi e fonti degli attivisti hanno detto che le forze di Damasco hanno ripreso il controllo dei giacimenti dell'area di Arak, circa 30 chilometri a nord-est di Palmira. L'Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus) precisa che l'esercito e le milizie loro alleate si trovano ormai a non più di 25 chilometri da Sukhna, nelle mani dell'Isis dal maggio del 2015.
L'avanzata delle forze lealiste, che sempre secondo l'Ondus hanno riconquistato 15 chilometri di territorio negli ultimi cinque giorni, potrebbe permettere loro di puntare poi su Deyr az Zor, nell'est del Paese vicino al confine con l'Iraq, assediata dalle forze dello Stato islamico da tre anni.
14 giugno 2017 - Secondo l'ONU, a Raqqa c'è stata una "sconvolgente perdita di civili" nel corso dell'offensiva anti-Isis condotta dalla Coalizione internazionale a guida Usa. Secondo le Nazioni Unite, ben 169mila persone sono fuggite negli ultimi due mesi dalla roccaforte jihadista in Siria, assediata dall'ala siriana del Pkk.
Paulo Pinheiro, presidente della Commissione indipendente internazionale incaricata dall'Onu di far luce sulle violazioni commesse in Siria, ha detto che l'obiettivo dell'offensiva anti-Isis è di "liberare" i civili di Raqqa e non di esporli al pericolo.
Intanto proprio da Raqqa giungono notizie, non verificabili in maniera indipendente, dell'uccisione in bombardamenti aerei di un'intera famiglia che tentava di fuggire a bordo di una barca sul fiume Eufrate.
Un'altra notizia riguarda il danneggiamento dell'antico minareto della Grande Moschea di Raqqa, risalente all'8/o secolo d.C. Diversi attivisti hanno pubblicato foto del monumento decapitato, ma non si hanno conferme indipendenti.
13 giugno 2017- Le forze curdo-siriane hanno conquistato terreno nella parte orientale della città. Lo riferiscono attivisti originari di Raqqa in contatto con familiari e colleghi rimasti nella città assediata su tre lati dalle forze curde. Secondo le fonti, le milizie curde sono avanzate dal quartiere Mashlabverso la zona industriale. La città è bersaglio di continui raid aerei e di artiglieria e continuano i combattimenti a poche centinaia di metri dal perimetro orientale dell'antica cinta muraria della città sull'Eufrate, nel quartiere occidentale di Rumaniya.
Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), nelle ultime 24 ore un edificio è crollato nel centro di Raqqa dopo esser stato colpito da missili sparati da jet della Coalizione anti-Isis a guida Usa.
11 giugno 2017 - Dopo due giorni di continui combattimenti contro i jihadisti sunniti ancora presenti (circa 4.000), le Forze democratiche siriane, milizie curdo-arabe sostenute dagli Usa, hanno annunciato di aver strappato all'Isis il primo distretto occidentale di Raqqa, chiamato Al-Romaniya, giorni dopo aver riconquistato il primo sobborgo orientale.
10 giugno 2017 - "Le terribili violenze in atto a Raqqa stanno mettendo in pericolo le vite dei bambini. L'Unicef ha ricevuto notizie allarmanti di almeno 25 bambini uccisi e di molti altri feriti nella città". Lo fa sapere l'organizzazione umanitaria in un comunicato: "Circa 40.000 bambini sono ancora intrappolati nella città in condizioni estremamente pericolose. Molti sono bloccati dagli scontri. Sono state riportate notizie di attacchi contro ospedali e scuole. Tutti coloro che tentano di scappare rischiano di essere uccisi o feriti".
"I bambini sono deprivati della maggior parte dei beni di base e salva vita. A causa delle violenze e dell'accesso limitato dal 2013 le persone ad Al-Raqqa hanno ricevuto pochi aiuti.I combattimenti hanno causato sfollamenti di massa: circa 80.000 bambini sono sfollati interni e vivono in rifugi di fortuna e campi per sfollati". L'Unicef chiede alle parti in conflitto "di proteggere i bambini all'interno di Al-Raqqa, di garantire a tutti coloro che desiderano lasciare la citta' un transito in condizioni di sicurezza e garantire ai civili in fuga un ambiente protetto".
10 giugno 2017 - Almeno 7 civili sono stati uccisi oggi n un raid aereo della Coalizione internazionale a guida americana su Raqqa. Lo ha riferito la piattaforma indipendente locale di informazioni Raqqa 24. L'attacco, precisano gli attivisti, è avvenuto sulla Via Al Nur. Secondo Raqqa 24 altri due civili sono morti per l'esplosione di una mina posta dall'Isis su un terreno a nord-ovest della città, mentre cercavano di fuggire dai combattimenti.
Da parte sua, l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), con sede in Gran Bretagna ma con una vasta rete di informatori sul terreno, afferma che sono 13 i civili morti in bombardamenti della Coalizione su Raqqa nelle ultime 24 ore.
Fino ad ora le forze curde sono riuscite a penetrare in due quartieri periferici di Raqqa, ad est e ad ovest del centro.
9 giugno 2017 - Con l'intensificarsi dei combattimenti per il controllo di Raqqa, i civili in fuga dalla città e dai villaggi vicini non hanno altra possibilità che scegliere se restare sotto i pesanti bombardamenti aerei o scappare attraverso la linea del fronte e i campi minati: è la denuncia di Medici Senza Frontiere.
"I genitori sono costretti a prendere decisioni impossibili" dice il coordinatore dell'emergenza Msf, Puk Leenders. "Possono restare a Raqqa ed esporre così i loro figli a un livello di violenza crescente e ai bombardamenti aerei, o portarli oltre la linea del fronte, sapendo di dover attraversare campi minati e di poter essere colpiti dal fuoco incrociato". Lasciare Raqqa è molto difficile: "Le persone vengono punite se cercano di scappare e ci riescono solo attraverso il pagamento di cifre enormi a ufficiali corrotti".
Le équipe di Msf hanno allestito cliniche nei campi sfollati e lavorano in alcuni ospedali nelle aree limitrofe a Raqqa. I suoi operatori forniscono assistenza medica a persone in fuga da Raqqa e altre zone ed effettuano vaccinazioni ai bambini per ridurre il rischio di epidemie. Msf sta anche allestendo unità di stabilizzazione medica vicino al fronte per aumentare le probabilità di sopravvivenza dei feriti nei combattimenti prima che vengano trasferiti agli ospedali in cui sono disponibili assistenza post-traumatica e chirurgica.
L'organizzazione medico-umanitaria chiede a tutte le parti in conflitto e ai loro alleati di assicurare la protezione dei civili a Raqqa nonché la possibilità di raggiungere aree più sicure senza rischiare la vita. Msf chiede ai paesi confinanti di facilitare l'ingresso di aiuti umanitari in Siria e invoca attività di sminamento per motivi umanitari nel nord del paese.
9 giugno 2017 - La Russia accusa la coalizione a guida Usa e i gruppi armati curdi, che permetterebbero ai terroristi dell'Isis di lasciare Raqqa e di "dirigersi verso le province dove sono attive le forze governative siriane". "Invece di eliminare i terroristi colpevoli dell'uccisione di centinaia e migliaia di civili siriani - ha detto il comandante delle truppe russe in Siria, Serghiei Surovikin - la coalizione a guida Usa assieme all'Unione delle forze democratiche da essa controllata, agisce in collusione con i capibanda dell'Isis che lasciano senza combattere gli insediamenti che avevano preso e si dirigono verso i luoghi in cui sono attive le forze governative siriane".
7 giugno 2017 - È ripreso in mattinata l'assalto finale a Raqqa. Parlando dal villaggio di Hazima, alle porte della città, il portavoce delle Forze siriane democratiche (FSD), Talal Sello, circondato dai suoi luogotenenti, ha confermato che la roccaforte jihadista in Siria è stata "isolata da nord, ovest ed est", smentendo le illazioni secondo cui le milizie a maggioranza curda avrebbero acconsentito a lasciare aperto il fronte meridionale per lasciare una via di fuga ai miliziani di Daesh. Sello ha anche ribadito che la coalizione internazionale gli ha garantito un rifornimento costante di armi sofisticate.
Nella roccaforte jihadista in Siria i negozi sono chiusi, la popolazione è rintanata nelle case, e sono stati interrotti i rifornimenti di elettricità e acqua. I forni lavoravano, ma scarseggia la farina.
Ha riferito il New York Times che, secondo un residente, aerei e droni della coalizione hanno bombardato i traghetti che trasportavano verdure e frutta dentro Raqqa, i quali sono stati costretti a fermarsi.
Nelle ultime settimane molti combattenti Isis avrebbero lasciato la città con le loro famiglie, diretti a sud lungo l'Eufrate, diretti verso la città di Mayadeen, nella provincia di Deir el-Zor.
6 giugno 2017 - A dare l’annuncio dell'avvio della "quinta fase" dell'offensiva curdo-Usa su Raqqa (in corso da novembre) è stato Talal Sillo, portavoce delle Forze siriane democratiche (FSD), la coalizione guidata dalla YPG, la milizia dei curdi siriani legata al Partito dell'Unione Democratica (Omologo del turco Partito dei Lavoratori del Kurdistan, PKK) ma composta anche da miliziani arabi. "Dichiariamo l'inizio della grande battaglia per liberare Raqqa, capitale del terrorismo", ha detto Sillo, confermando che la battaglia viene condotta in coordinamento con la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti.
Sette mesi dopo aver sferrato la grande offensiva che ha permesso alle FSD di avvicinarsi progressivamente alla città e di circondarla, è partita la fase finale dell’operazione militare, condotta da circa 5mila soldati che, aiutati dai bombardamenti aerei della coalizione, si sono mossi lungo tre direttive principali: i combattenti curdi sono entrati da est nel quartiere di Meshlab; da nord nei pressi dei silos di grano; e da ovest nel sobborgo di Hawi Hawa.
In Siria i jihadisti controllano ancora anche settori della parte meridionale della provincia di Raqqa, parte della vicina provincia di Deir el-Zor, ricca di petrolio, e alcuni piccoli settori di quelle di Hama, Aleppo, Deraa e Damasco.
Il generale americano Steve Townsend, comandante delle forze Usa nel vicino Iraq, ha confermato che gli Stati Uniti continueranno a sostenere le forze curdo-siriane. Secondo il comando americano, nelle prime 24 ore sono stati compiuti 24 raid aerei sulla città.
Sarà "una battaglia lunga e difficile", ha affermato Townsend, che però assesterà "un colpo decisivo" ai seguaci di Abu Bakr al Baghadadi, riducendo, insieme alla riconquista di Mosul, la capacità dell'organizzazione di condurre attacchi in Occidente.
Townsend ha poi assicurato che il governo cittadino di Raqqa, una volta conquistata dalle milizie curde, verrà affidato a un "entità amministrativa locale". La Turchia, da sempre ostile all'espansionismo curdo nella regione, è tornata però a esprimere preoccupazione per questi sviluppi.
Tramite il premier Binali Yildirim ha infatti ribadito di essere pronta a rispondere "immediatamente se ci troveremo di fronte a una situazione che minacci la nostra sicurezza. A Raqqa o in qualsiasi altro punto della regione".
L’esclusione dei curdi è sempre stata la condizione posta dalla Turchia agli Usa per partecipare all'operazione. La polemica ha raggiunto il suo culmine con la decisione del presidente americano Donald Trump di armare i curdi, considerati da sempre una minaccia terroristica da Ankara, ma alleati nella lotta all'Isis da Washington.
Secondo fonti umanitarie collegate all'ONU, a Raqqa si troverebbero attualmente circa 200 mila civili, mentre altrettante sarebbero le persone già fuggite dall'inizio delle operazioni. Prima della battaglia, il portavoce delle FSD aveva chiesto ai civili che si trovano nella città di allontanarsi dalle postazioni dell'Isis e dalle zone del fronte. Le forze anti-jihadiste hanno accusato l'Isis di utilizzare i civili come "scudi umani" e di nascondersi tra la popolazione.
In un contesto in cui è impossibile verificare le notizie sul terreno, secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani sono stati uccisi almeno 21 civili che tentavano di fuggire da Raqqa tramite l'Eufrate, il confine naturale a sud della città. Altre notizie non confermate riferiscono della distruzione in un bombardamento aereo di una scuola, trasformata in centro di accoglienza, nel quartiere di Meshleb, dove erano ospitati degli sfollati.