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Smartphone e tablet, ecco perché non ti conviene portarteli a letto

“Niente male, davvero. Come si spegne?”
“E che ne so? Non l’ho mai spento.”

Questa conversazione è avvenuta davvero, tra me e un mio amico che vive così in simbiosi con il suo smartphone da portarselo rigorosamente a letto per poi infilarlo puntualmente sotto il cuscino prima di addormentarsi. Pensavo fosse un’ossessione sua, magari un viatico per sublimare una qualche carenza affettiva, e invece a quanto pare il mio amico è in buona compagnia. Secondo un recente studio condotto negli Stati Uniti,  il 90% delle persone di età compresa tra i 18 e i 29 anni, in possesso di uno smartphone, hanno l’abitudine di portarselo a letto quando dormono.

Perché? Per vari motivi. C’è chi lo utilizza (in alternativa a un tablet o alla TV) nei minuti che precedono il sonno, per controllare mail, surfare sul Web o postare gli ultimi contributi social (il 95%), c’è chi tende a svegliarsi nel sonno e vuole averlo a portata di mano per controllare eventuali notifiche (il 50%), chi decide di lasciare la suoneria accesa in modo da essere svegliato da eventuali messaggi o chiamate (il 25%), chi magari lo silenzia ma lo tiene comunque accesso, perché se ne dimentica, o perché ha scaricato delle app per la monitorazione del sonno.

Comunque sia, il dato importante è che la stragrande maggioranza dei giovani americani si porta a letto il proprio dispositivo mobile come surrogato dell’orsetto di pezza. Questo, oltre a essere abbastanza triste, è particolarmente dannoso. I motivi sono due.

Il primo, e più lampante, è l’effetto che l’utilizzo di smartphone e tablet in nottata ha sulla qualità del sonno. Diversi studi hanno dimostrato come esporre gli occhi a luci intense, e in particolare a schermi LED, produca inevitabilmente una certa soppressione della produzione di melatonina, l’ormone che regola il nostro orologio biologico per il sonno. Naturalmente, questa reazione ha origini evolutive. La melatonina viene prodotta dal nostro cervello negli orari notturni, agisce sull’ipotalamo per comunicare al nostro sistema circadiano che è arrivata l’ora di abbassare le tapparelle. Quando la nostra retina viene colpita da una luce intensa, questo ha un effetto limitante sulla produzione di melatonina, un po’ come farebbe la luce solare. Questo è particolarmente vero per alcune lunghezze d’onda dello spettro visivo, nello specifico quelle comprese tra i 450 e i 495 nanometri (corrispondenti alla luce blu), che guarda caso sono le stesse prodotte da lampadine e schermi retroilluminati. Diversi scienziati credono che gran parte dei disturbi del sonno sperimentati dalla popolazione giovanile americana siano proprio dovuti a questo tipo di abitudine notturna.

Il secondo motivo per cui dormire con il tuo dispositivo mobile è dannoso, è quello che più di tutti dovrebbe convincerti a spegnere lo smartphone prima di dormire, o quantomeno tenerlo lontano dalla testa. Solo un mese fa la Corte di Cassazione italiana ha stabilito , per la prima volta nella storia, che un utilizzo massiccio di cellulari e il rischio di tumore al cervello possano essere correlati. Sebbene non esistano ancora prove incontestabili della cancerogenicità dell’utilizzo del cellulare, esistono studi che dimostrano come il campo elettromagnetico prodotto dai dispositivi mobile connessi sia in grado di alterare il metabolismo del glucosio nel cervello.

Per sapere con certezza che tenere troppo a lungo un cellulare vicino alla testa comporti un sostanziale rischio tumorale, bisognerà aspettare ancora anni. Nel frattempo però, per la salute tua e quella del tuo sonno, fossi in te, tornerei al peluche.

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