Uno smartwatch contro il Parkinson

Lo abbiamo detto più volte: i big data sono un pericolo ma anche una grande opportunità. Analizzare quello che le persone fanno e come si comportano può aiutare a capire meglio alcuni contesti, come il decorso delle malattie, la riuscita delle cure e persino prevenire, con i giusti mezzi, l’insorgere di problemi che con l’età possono diventare debilitanti. È proprio questo l’obiettivo che si pongono la Michael J. Fox Foundation, capitanata dal protagonista della trilogia di “Ritorno al futuro” che vive in prima persona il Parkinson, e Intel, azienda statunitense che mette a disposizione tutto il sapere in fatto di tecnologia e big data.

Lo strumento scelto per combattere il Parkinson è uno smartwatch. Da oggetto di divertimento da connettere a smartphone e tablet, l’orologio intelligente può divenire un accessorio fondamentale per i pazienti, in grado di monitorare costantemente il loro stato di salute durante la vita di tutti i giorni. Annunciata poco prima di Ferragosto , la collaborazione tra la fondazione e Intel porterà allo sviluppo di un'orologio interconnesso che collezionerà, in maniera anonima, le informazioni sui pazienti che soffrono di Parkinson, all’interno di una piattaforma aperta che dovrebbe portare ad individuare nuovi modelli di studio e miglioramenti nella cura della malattia.

Intel renderà possibile la condivisione delle informazioni attraverso Cloudera CDH, un’infrastruttura cloud basata su un’architettura proprietaria che, in un prossimo futuro, rappresenterà il luogo dove l’azienda porterà tutti i dati sulla salute recepiti con i propri indossabili; non solo riguardo al Parkinson ma anche ad altri disturbi. Il ricercatore e fondatore della Michael J. Fox Foundation, Todd Sherer, ha detto che i big data e le tecnologie indossabilihanno il potenziale per trasformare le abilità oggettive nel trattamento dei pazienti, in un’analisi soggettiva per la cura del Parkinson e lo sviluppo di farmaci”.

Il progetto è stato avviato all’inizio di quest’anno con uno studio volto a valutare l’usabilità e l’accuratezza delle misurazioni effettuate con gli indossabili. Attualmente gli scienziati di Intel stanno analizzando i dati raccolti durante la prima fase per migliorare l’algoritmo che misura i sintomi e la progressione della malattia. Il passo successivo, alla fine del 2014, sarà la realizzazione di una nuova app con cui i pazienti potranno registrare il proprio stato fisico, sensazioni e salute quotidiana. Queste rilevazioni “manuali” saranno poi incrociate con i dati empirici ottenuti dallo smartwatch, per donare un quadro generale quanto più completo e veritiero possibile. 

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