​Ippodromo San Siro
Snaitech
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Ippica: nuove luci a San Siro

Con l’inaugurazione della pista del trotto, il restauro della storica tribuna secondaria, uno spazio espositivo multimediale permanente e un calendario di appuntamenti ed eventi, l’ippodromo milanese realizza la visione di Snaitech: trasformare un’arena sportiva in uno spazio vivo, che ritorna alla città.

Per continuare a fiorire, un simbolo ha bisogno di un traguardo, di non limitarsi alla suggestione della sua tradizione. È successo all’Ippodromo Snai San Siro, luogo mitico di corse e cavalli, icona di milanesità dal blasone nazionale con oltre un secolo di storia, che oggi è molto più di un’arena dedicata allo sport: è uno spazio aperto alla città, capace di alternare momenti di musica ed eventi, di spalancarsi a manifestazioni culturali, mostre di design e arte, iniziative didattiche riservate alle scuole. Il tutto in un contesto speciale, in grado di fondere architettura, storia e natura.

È il frutto di un progetto lungo dieci anni promosso da Snaitech, uno dei principali operatori in Italia nel settore gioco legale e proprietario dell’impianto. «Quando abbiamo avviato il percorso di valorizzazione dell’Ippodromo Snai San Siro per trasformarlo da luogo votato esclusivamente all’ippica in un’arena polifunzionale aperta a tutti, a guidarci è sempre stata una parola chiave: contaminazione» racconta l’amministratore delegato Fabio Schiavolin. «Abbiamo scelto» aggiunge «di integrare l’attività sportiva con una serie di iniziative culturali, artistiche e di intrattenimento che potessero coinvolgere un pubblico più ampio e rendessero il nostro ippodromo un punto di riferimento e aggregazione per i milanesi e non solo». Un ulteriore passo in questa direzione è stato compiuto nelle scorse settimane, con l’inaugurazione della nuova pista del trotto, il completamento del restauro della tribuna secondaria e la presentazione della GAMI, la Galleria Archivio Multimediale dell’Ippodromo. Si tratta di un momento significativo perché l’impianto, anziché essere dedicato a una sola specialità, ovvero il galoppo come nelle origini, diventa una «horse arena»: si apre a tutto il ventaglio di discipline equestri, dal trotto ai concorsi a ostacoli.

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Gli interventi per ampliare la fruizione dell’impianto, e trasformare l’ippodromo in un autentico stadio degli sport equestri, sono stati numerosi. Spiccano la realizzazione della nuova pista del trotto collocata all’interno di quella del galoppo, ma anche la scelta adottata per i nuovi sistemi di illuminazione e irrigazione, che va nella direzione della sostenibilità e dell’innovazione. Se l’ippodromo è celebre per la grande statua del Cavallo di Leonardo che troneggia nella struttura catturando l’attenzione (e i post su Instagram) di milanesi e turisti, nell’area c’è un altro importante elemento architettonico da non trascurare e che torna al suo splendore originario: la tribuna secondaria, oggi ribattezzata «del trotto», progettata dall’architetto Paolo Vietti Violi e costruita nel 1920, come il resto dell’impianto.

Grazie a un accurato lavoro di restauro, è pronta ad accogliere circa duemila persone distribuite su due piani di gradinate sovrapposte. Diventa il punto privilegiato da cui assistere agli eventi e alle corse che si svolgono sul nuovo tracciato del trotto. Snaitech ha insistito per non alterarne la forma originale, optando per uno sforzo ingegneristico capace di preservarne l’identità e offrire, al contempo, una ricettività inedita. All’ombra del colonnato, al piano terra, s’incontra la nuova GAMI. È uno spazio ad accesso gratuito adatto a tutte le fasce d’età, che ripercorre la storia dell’ippica in Italia. Qui il digitale sposa la fisicità: il fulcro è un’installazione interattiva guidata da una voce narrante, attivabile tramite un codice Qr, che accompagna il visitatore, svelandogli aneddoti legati a vari temi.

Le sezioni sono quattro: si comincia celebrando l’architetto Paolo Vietti Violi, che con la sua visione moderna, avanguardista e liberty si aggiudicò nel 1911 il concorso per progettare l’ippodromo di San Siro; si passa poi a volumi, riviste, bollettini e registri, compresi i libri di genealogia in cui si annotavano i nomi dei cavalli adatti alla riproduzione, più un vasto repertorio di curiosità; la terza parte è dedicata al Cavallo di Leonardo, con una preziosità: la presenza di uno dei calchi originali utilizzati dalla scultrice Nina Akamu per la realizzazione della statua; infine, sfilano immagini, quadri e scatti per esplorare il ruolo e il peso delle corse ippiche, per ricordare il loro essere state un momento di socialità sin dalla fine dell’Ottocento. Un rito aggregante e trasversale, a cui partecipavano grandi personaggi come lo scrittore Ernest Hemingway o il regista Luchino Visconti. Anche in questa macchina del tempo, come per tutto il nuovo volto dell’ippodromo, la cultura si mescola con l’intrattenimento. Convivono passato e contemporaneità, tecnologia e nostalgia, passione e memoria.

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