Sofia Coppola, neorealista annoiata
In fondo, Sofia Coppola è sempre stata una neorealista. Una neorealista ricca e annoiata, come in fondo sono stati tutti i neorealisti. Ha cercato di fregarvi cominciando (ottimamente) col racconto di una famiglia middle class nelle Vergini suicide, lei che veniva da una delle dinastie più dinastie di Hollywood. Ha proseguito con lo stesso sguardo puntuale sui lussi e sulla noia con la Scarlett sperduta per il Giappone (e per il Park Hyatt soprattutto), con la Maria Antonietta che affogava il tedio nei macaron, con quegli appuntamenti nel giardino dello Chateau Marmont in Somewhere che pareva De Sica quando riprendeva il Pantheon in Umberto D. D’accordo, diciamo quasi.
Pure in questo The Bling Ring appena visto prende ragazzini piccolo-borghesi e li sbatte dentro il sogno di pochette Louis Vuitton e sandali Louboutin, di ville a Los Feliz e titoli su Tmz. È un Meno di zero al tempo di The Social Network, che le piacerebbe ricalcare alla fine, quando i complici una volta amici si ritrovano davanti al giudice. Non le riesce e s’impianta nella noia ancor più noiosa di una qualsiasi giornata di quei quattro ragazzi che non sanno che fare se non provare a turno giacchini leopardati e altre cose per loro assai belle e postare foto su Facebook, massimo taglio sociologico del film, una puntata de L’Italia sul 2 scaverebbe più a fondo (e con drammatizzazioni migliori).
Sofia Coppola è una ragazza nata ricca e dunque cresciuta annoiata, ha talento e quello sguardo neorealista, appunto, che ne ha fatto una regista non solo col cognome giusto ma stimata e applaudita (sempre meno).
Nel supplemento di Le Monde dedicato e distribuito al Festival di Cannes c’è un pezzo su The Bling Ring accompagnato da foto di Sofia, il solito sguardo annoiato delle mucche che guardano passare i treni, nel suo studio a New York. C’è il MacBook Air, e poi un iPhone, e un’agenda che si direbbe di Aspinal con le sue iniziali, e pure una valigetta gialla con le iniziali, insomma tante cose belle.
Sofia Coppola è una ragazza ricca. Se vuole una Vuitton, basta che chiami il suo amico Marc Jacobs. In fondo, a pensarci bene, capisci perché si annoia. (A parte che – glielo leggo dietro quello sguardo annoiato – giusto quelle ragazzine del film possono pensare che le Vuitton monogrammate siano ancora cool.)
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