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November 28 2020
Il 30 marzo 1989, grazie a un'idea di Danilo Fossati e di monsignor Luigi Giussani nasce il Banco alimentare. Una fondazione per promuovere politiche a favore della lotta allo spreco alimentare e a sostegno della povertà ed esclusione sociale. Ogni anno il Banco alimentare organizza una colletta alimentare che quest'anno, per rispettare le regole di distanziamento sociale e garantire il diritto alla salute di tutti, sarà “dematerializzata". Fino all'8 dicembre saranno disponibili nei supermercati delle card da 2, 5 e 10 euro che verranno convertite in prodotti alimentari per tante persone in difficoltà. Non solo, sarà possibile partecipare anche online sui siti Amazon ed Esselunga.
«Cambia la forma, non la sostanza», questo il claim della nuova campagna di raccolta. Ne abbiamo parlato con il presidente Giovanni Bruno.
Questo 2020 è un anno decisamente insolito. Come cambia l'impegno del Banco alimentare?
«Per la nostra attività ordinaria è stato importante coniugare il diritto alla salute di tutti quelli che lavorano per noi. Abbiamo pensato a lungo su come recuperare e consegnare il cibo in totale sicurezza e a metà settembre abbiamo deciso che sarebbe stato impossibile fare la colletta come il solito. Sapevamo però di non voler rinunciare a questa iniziativa, così importante per la nostra fondazione e per tutte le persone che aiutiamo da anni».
Ci racconti di più sulla nuova colletta “dematerializzata"
«Non ci saranno più i nostri ragazzi presenti fuori dai supermercati, ad eccezione delle zone gialle, ma alla cassa si troveranno delle card per fare una donazione del valore di 2, 5 o 10 euro. Inoltre si potrà anche fare direttamente la spesa per il Banco alimentare su due portali importanti: Esselunga e Amazon».
Che risultati vi aspettate per quest'anno?
«Abbiamo certamente messo in conto una flessione, visti i primi sette mesi dell'anno. La raccolta fisica sarà solamente in 6.500 punti vendita, invece dei soliti 12.000».
In un periodo difficile come questo, come si vive la solidarietà?
«La solidarietà continua nonostante tutto. In questo 2020 abbiamo incontrato 400 nuove aziende. È stata una grande testimonianza di solidarietà. Anche in una circostanza difficile come questa, dove alcune realtà non hanno potuto partecipare - principalmente per problemi informatici - le aziende con cui collaboriamo hanno scelto di fare una donazione personale al Banco alimentare. Alcuni hanno persino scelto di dire no ai regali, preferendo fare una colletta».
Quando sono importanti i social al giorno d'oggi?
«I social sono decisamente molto importanti. La comunicazione è diventata una parte cruciale della nostra missione e ci sta aiutando a veicolare i nostri progetti e i nostri spot, come l'ultimo con Claudio Marchisio».
Quali sono i vostri progetti futuri?
«Siamo pronti a metterci in gioco nei primi mesi del 2021. Sappiamo che il nuovo anno sarà importante per la nostra fondazione e siamo pronti ad accettare la sfida».
Enza Palazzotto e Gianni Bennati
Gianni Bennati è da 36 anni alla guida della Bennati srl, un'azienda specializzata nella produzione di cesti natalizi e nella distribuzione di generi alimentari. Un progetto nato dalla passione per il commercio e dall'amore per la moglie Enza Palazzotto. Quando abbiamo chiesto a Gianni come ha dato vita alla sua azienda ci ha spiegato con un sorriso come lui e la moglie fossero «le persone giuste per i nostri sogni». Con oltre 5 milioni di confezione vendute, Bennati è un vero punto di riferimento per i regali natalizi, ma non solo l'azienda collabora da anni con il Banco alimentare. Ogni vendita corrisponde a una donazione e l'obiettivo di quest'anno è decisamente ambizioso: 300.000 pasti.
Come nasce la collaborazione con il Banco alimentare?
«La solidarietà è da sempre un tema molto caro a me e alla mia famiglia. Varie vicissitudini della vita mi hanno portato a dare un aiuto concreto agli altri. Mi sono presto accorto, quando facevo ancora l'agente di commercio e avevo dato vita a un'associazione dedicata a un mio caro amico scomparso, che ogni volta che davo qualcosa, Dio mi dava indietro qualcosa di più. Mi sono avvicinato al Banco alimentare quasi per caso, dopo tanti altri progetti tra cui la creazione di un villaggio in Sri Lanka insieme ai Padri Somaschi. Abbiamo da subito abbracciato la loro missione e collaboriamo insieme da 3 anni».
Come funziona la vostra iniziativa benefica?
«Vorrei prima farle un appunto. Non amo molto il termine “beneficenza", mi sembra troppo formale. Io mi dico sempre impegnato ad aiutare gli altri. È questo il vero messaggio che tutti noi dovremmo veicolare. Bisogna tornare ad aiutarsi, specialmente in un momento come questo. Per quanto riguarda la nostra collaborazione, in ognuno dei nostri cesti natalizi c'è un a locandina che dice: “Con questo acquisto state aiutando il Banco alimentare a distribuire cibo ai più bisognosi". Vogliamo rendere i nostri clienti e chiunque riceva un nostro cesto in regalo (Bennati vanta molte aziende tra i suoi clienti, ndr) consapevoli di quest'atto di bontà verso il prossimo. L'anno scorso siamo riusciti a donare 200.000 pasti, mentre quest'anno qualunque sia il totale delle vendite ci siamo impegnati a dare 300.000 pasti a chi più ne ha bisogno».
Durante il primo lockdown avete anche portato la spesa a casa a molte persone. Come è nata questa idea?
«Questa primavera, quando tutto si è fermato, ci siamo trovati davanti a una scelta: mettere i nostri dipendenti in cassa integrazione oppure fare qualcosa di utile per la comunità. Insieme alla Croce azzurra abbiamo così pensato di attivare questo servizio di spesa a domicilio per tutte le famiglie dell'hinterland milanese. In totale abbiamo effettuato 12.000 spedizioni, completamente gratuite, di beni di prima necessità. È stato un momento meraviglioso perché ho visto i miei dipendenti, che negli anni sono diventati una famiglia, arrivare sul posto di lavoro col sorriso perché sapevano che stavano facendo qualcosa di importante. Era possibile ordinare sul nostro sito www.bennati.com oppure tramite telefono. Siamo stati anche una compagnia per tutti quegli anziani rimasti soli a causa del lockdown».
Fondazione Laps
«È il nostro dovere». Questo il titolo della nuova iniziativa di solidarietà firmata dalla Figc (Fondazione italiana giuoco calcio) e Laps, l’onlus fondata nel 2016 da Lapo Elkann. La campagna, che si svolgerà fino al 6 gennaio 2021, sarà disponibile sul sito della fondazione e tramite sms per i clienti Tim. I soldi raccolti saranno poi destinati alla Croce rossa italiana e al Banco alimentare, che li utilizzerà per donare alle famiglie più fragili beni di prima necessità.
Il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha commentato la campagna affermando: «Siamo felici di poter contribuire alla campagna solidale promossa da Laps, ringrazio Lapo Elkann per aver pensato alla Figc, alle Azzurre e agli Azzurri come amplificatori di un messaggio di solidarietà tanto importante. Sentiamo forte la responsabilità che ci impone il ruolo che ha il calcio nella società civile e, in tutto quello che facciamo, cerchiamo di trasmettere la stessa passione, le medesime emozioni che suscitano un gol della Nazionale italiana, perché è con questo spirito che si scende in campo per aiutare chi ha davvero bisogno. Vogliamo giocare e vincere da squadra, dentro e fuori dal campo».
Per Lapo Elkann, questa nuova iniziativa è un’occasione per «prendersi cura dei più deboli». Un gesto che descrive come «un dovere morale e sociale» e «un impegno che personalmente sento molto forte». Il presidente della Fondazione Laps ha continuato sottolineando come «il momento che stiamo vivendo sta mostrando la necessità di unire tutte le forze per contrastare l’emergenza: l’unione è una risorsa fondamentale per combattere la povertà e gli stati di fragilità socio-economica che stanno purtroppo aumentando ogni giorno. Chi può deve attivarsi, in qualsiasi maniera possibile, per supportare i meno fortunati. Sono estremamente felice che la Figc abbia aderito alla nostra chiamata: la nazionale Azzurra maschile e femminile rappresenta tutta l’Italia intera e sono, quindi, il partner ideale per invitare a sostenerci e supportarci gli uni con gli altri. Cuore, passione, amore e solidarietà sono valori che contraddistinguono noi italiani».
Anche il capitano degli Azzurri, Giorgio Chiellini, ha rilasciato una dichiarazione sostenendo che «l’impatto economico e sociale provocato dalla pandemia ha assunto contorni drammatici per tante famiglie, rendendo precarie tante piccole e grandi certezze sulle quali migliaia di persone vivevano il proprio presente e costruivano il proprio futuro. Situazioni del genere impongono a ciascuno di noi di assumersi la responsabilità di mobilitarsi. Per vincere questa sfida servono coesione e solidarietà, qualità che noi italiani sappiamo esprimere al meglio nelle difficoltà».
Il capitano della nazionale femminile Sara Gama ha poi aggiunto: «Questa campagna vede in campo assieme Azzurre e Azzurri, in una partita della massima importanza per coinvolgere tanti italiani e italiane a donare alle famiglie che a causa della pandemia stanno affrontando gravi difficoltà economiche. Azzurre e Azzurri, italiane e italiani, fianco a fianco per aiutare. È nostro dovere essere in prima fila in questo momento. Partecipando con noi, invece, la vostra è una scelta, ancora più importante».
La campagna solidale «È il nostro dovere» arriva in tempo per le feste, dopo il successo di «Beyond the mask», l’iniziativa della Fondazione Laps che ha raccolto in Italia, Portogallo e Spagna oltre un milione di euro e più di 150 tonnellate di cibo e beni di prima necessità.
«Quest’anno abbiamo imparato a stare vicini anche quando siamo distanti» ha dichiarato Giuliana Mantovano, direttore marketing di Coca Cola Italia. Per il quarto anno consecutivo, la bibita più famosa al mondo è al fianco di Banco alimentare per aiutare chi ha più bisogno, con un progetto che permetterà di raccogliere prodotti alimentari per almeno 2 milioni di pasti. Non solo, Coca Cola sarà responsabile dell’albero che campeggerà in Piazza del Duomo e che contribuirà a illuminare il cuore della città di Milano.
Uno dei simboli più importanti del Natale per il capoluogo meneghino, l’albero firmato Coca Cola sarà «poetico e sostenibile». L’albero centrale sarà circondato da piccoli alberi vivi che verranno ripiantati al termine del periodo natalizio, creando un’eredità verde per il capoluogo lombardo. Le luci che illumineranno l’albero saranno visibili da diversi punti della città per comunicare anche a distanza l’energia viva del cuore di Milano.
«L’Albero di Natale in piazza Duomo vuole essere un simbolo per celebrare il cuore solidale della città e quanto oggi sia ancora più importante lo spirito di condivisione. Invitiamo tutti a unirsi a noi nel sostenere Banco alimentare per rendere questo Natale speciale anche per chi ha bisogno» ha commentato Mantovano. Per Giovanni Bruno, presidente di Banco alimentare: «La rinnovata collaborazione con Coca Cola quest’anno è ancora più preziosa perché ci permette di rafforzare il nostro intervento sul territorio nei confronti di chi ha più bisogno».