Televisione
May 23 2022
Non poteva esserci occasione migliore della Giornata mondiale della legalità per la messa in onda della seconda e ultima puntata di Solo per passione, la miniserie di Rai1 sulla vita di Letizia Battaglia, diretta da Roberto Andò. L'iconica fotografa scomparsa lo scorso aprile, interpretata da Isabella Ragonese, riuscì infatti a trasformare la fotografia in un'arma di lotta e di salvezza, raccontando con i suoi scatti la Palermo più violenta, quella in cui la criminalità mafiosa alzò il tiro contro gli uomini delle istituzioni: ecco dunque le foto struggenti dell'omicidio di Piersanti Mattarella, l'amicizia con il giudice Giovanni Falcone e poi le minacce della mafia che sfidò continuando a lavorare in trincea. Ecco le anticipazioni del secondo episodio, in onda lunedì 23 maggio.
I primi tempi a L’Ora non sono facili per Letizia Battaglia (Isabella Ragonese). L’impatto con la cronaca nera nella violenta Palermo è per la donna una difficile iniziazione, ancora di più in un ambiente maschilista fatto di poliziotti, fotografi e cronisti. Gravano poi su di lei pesanti angosce personali: l’unità della famiglia si è sfilacciata e le figlie la rimproverano di avere anteposto alle loro esigenze le sue ambizioni professionali. Nel lavoro viene comunque fuori il carattere della fotografa, che stabilisce un rapporto di stima con il capo della Mobile, Boris Giuliano (Sergio Vespertino), e crea intorno a sé un’affidabile squadra di collaboratori. Intanto, la relazione con Santi (Enrico Inserra), insoddisfatto di quella vita convulsa vissuta in trincea, si è deteriorata: di comune accordo la coppia si scioglie e lui torna a Milano. Tempo dopo, Letizia, segnata dalla tensione e dallo stress, si prende una pausa dal lavoro e frequenta un laboratorio di teatro diretto dal regista Grotowski dove conosce un giovane fotografo, Franco Zecchin (Federico Brugnone), con il quale nasce una tenera amicizia. Quando Letizia torna a Palermo, Franco la raggiunge e decide di entrare nel gruppo di fotografi de L’Ora.
La criminalità mafiosa alza il tiro contro gli uomini delle istituzioni: la morte di Giuliano è un duro colpo per Letizia, che in modo rocambolesco fotografa l’arresto del suo assassino, Leoluca Bagarella. Ai morti per mafia la fotografa dedica le sue immagini più drammatiche e struggenti, come quelle dell’omicidio di Piersanti Mattarella. Dopo una mostra fotografica di denuncia, arriva a Letizia una minaccia di morte e il giudice Giovanni Falcone (Peppino Mazzotta), appena entrato nel pool antimafia e con il quale la fotografa instaura una solida amicizia, le consiglia di lasciare Palermo. Letizia e Franco continuano invece coraggiosamente il loro lavoro e sarà proprio Zecchin a fotografare i corpi del generale Dalla Chiesa e di sua moglie uccisi da un commando di Cosa Nostra.
Dopo anni impegnati a documentare i delitti più efferati, Letizia sente il bisogno di una ricerca più intima e così inizia a fotografare soprattutto bambine. Apprezzata a livello internazionale, nel 1988 ottiene a New York il prestigioso premio Eugéne Smith e con la chiusura improvvisa de L’Ora finisce un’epoca, mentre la mafia prosegue la sua stagione terroristica con l’uccisione del giudice Falcone. Di quello scempio sull’autostrada per Capaci, Letizia decide di non avere nemmeno uno scatto. Stanca e disgustata, è tentata di distruggere le sue foto di morte e mafia ed è Franco a convincerla a non farlo: sulla soglia dei sessant’anni, interrompere la relazione con il compagno, più giovane di lei, e di lasciarlo partire per Parigi, dove entrerà nell’agenzia Magnum. L’ultimo colpo giornalistico di Letizia è il recupero nell’archivio di una sua vecchia foto che inguaierà il senatore Andreotti, immortalato con il mafioso Ignazio Salvo. Da allora in poi Letizia Battaglia continuerà soprattutto a fotografare bambine.