Musica
March 21 2024
Prima di tutto, una considerazione: The Song Remains The Same, non cattura del tutto quello che erano i Led Zeppelin all'inizio degli anni Settanta. Il doppio album è la testimonianza degli show di fine luglio del 1973 al Madison Square Garden di New York. I Led Zeppelin erano una macchina live micidiale, perfetta e capace di improvvisare, di rendere unico ogni concerto. Detto in altre parole, dal vivo non avevano rivali. Ecco perché The Song Remains The Same, pur essendo un album riuscito non al cento per cento è comunque un disco epocale che rivela la superiorità live dei quattro rispetto a tutte le altre band di quel tempo.
In questi giorni torna nei cinema italiani li film di cui l'album è colonna sonora. Il disco è stata rimasterizzato e remixato due volte, nel 2007 e poi nel 2018, con l'aggiunta di sei tracce che non erano incluse nella prima versione. Il trattamento in studio ha senza dubbio migliorato la qualità del suono e l'impatto generale delle canzoni. Ma al di là dei dettagli tecnici, The Song Remains the same è un pezzo di storia della musica contemporanea, testimonianza di un tempo in cui gli album live erano parte fondante della discografia di una band, oltre che la fotografia nitida dello stato di grazia del gruppo come ensemble di performer.
In questa "live experience" sono sufficienti le iniziali Rock and Roll e Celebration Day per chiarire che cosa fossero gli Zeppelin in concerto in termini di potenza e impatto. E poi, l'immensa No Quarter, che da sola basta a giustificare la presenza di The Song Remains The Same nella propria personale collezione di album indispensabili, i 29 minuti di blues psichedelico di Dazed and Confused e, naturalmente, il gran finale con Whole Lotta Love.
Dal punto di vista della critica del tempo questi non erano più i Led Zeppelin affamati degli esordi, ma una band splendidamente adagiata nel comfort del mainstream. Il che, secondo questa interpretazione, faceva di questo disco un'opera minore. Falso. The Song Remains The Same è senza mezzi termini un disco bellissimo, che nel corso degli anni è stato ampiamente rivalutato. E a ragione. Per questo lo abbiamo riascoltato con grande piacere in questi giorni che precedono il ritorno al cinema del film omonimo.