Sony RX100 VI, prime impressioni






Partiamo da una considerazione: ci sono almeno 10 buoni motivi per acquistare la nuova Sony RX100 VI, a cominciare dal fatto che non troverete un’altra macchina con zoom 24-200 millimetri che stia comodamente nel taschino dei vostri pantaloni.

D’altro canto, bisogna pure ammettere che 1.300 euro per quella che è a tutti gli effetti una compatta non è un’idea facile da digerire; chi ha quella cifra da spendere, di norma, punta a macchine di ben altro calibro.

Sony però è convinta di avere dalla sua tutte le argomentazioni necessarie per fare breccia nel cuore, e nel portafogli, degli scettici. Sia sul piano tecnico che su quello più pratico/funzionale.

Una compatta dall'occhio lungo

Le dimensioni raccontano infatti solo una parte della storia, quella più evidente. Ciò che fa della RX100 Mark VI una macchina da tenere in seria considerazione va cercato altrove. Nella lunghezza della focale, tanto per cominciare. Potendo contare su un'escursione che parte dai 24 millimetri e finisce a 200 millimetri,  la nuova ultracompatta di Sony riesce infatti a offrire buona parte dei benefit offerti da una superzoom ma senza gli svantaggi. 

"È come avere una RX100 V ma con una seconda ottica da 70-200 mm", ci spiegano i responsabili della casa, pur senza nascondere il compromesso che questa soluzione comporta a livello di apertura: dall'f/1.8-2.8 della Mark V si passa a un più modesto f/2.8-4.5.


Ci sono poi tutti i miglioramenti apportati al sistema di messa a fuoco: la RX100 VI si presenta con un AF con 315 punti AF a rilevamento di fase sul piano focale per una copertura pari a il 65% dell'inquadratura, e impiega meno di un decimo di secondo (0,03 secondi per la precisione) ad “agganciare” il soggetto. 

Buone notizie anche per gli amanti della raffica: la "piccola" di casa Sony riesce a scattare fino a 24 fotogrammi al secondo con tracking AF/AE in continuo, un piccolo prodigio reso possibile dal nuovo sistema di elaborazione Bionz X, lo stesso - per intenderci - della mostruosa Alpha 9. 

Il mirino c'è ma non si vede

L’aspetto più sorprendente di questa RX100 VI sta però nella quantità di risorse utili che Sony è riuscita a racchiudere in un corpo macchina davvero lillipuziano: c'è un mirino elettronico a scomparsa (basta un tocco per farlo uscire e infilarci dentro la pupilla), un mini-flash (anch'esso a scomparsa), un joypad a 5 vie e un display LCD con touch focus che può essere ruotato verso il basso di 90 gradi (i food blogger ringraziano) o verso l'alto di 180° (qui il plauso arriva dai vlogger e dai virtuosi del selfie).

Non mancano, poi, tutte le varie risorse di connettività - dal Wi-Fi all’NFC al Bluetooth - ormai imprescindibili per qualsiasi fotocamera immatricolata nei tempi moderni.

Tanta concentrazione di risorse si paga ovviamente alla voce batteria: la piccola unità contenuta nel vano posteriore riesce a malapena a raggiungere la mezza giornata di autonomia. Per fortuna la ricarica passa da un ingresso microUSB integrato sul corpo macchina: chi non volesse acquistare una seconda batteria di scorta, insomma, può sempre ripiegare su un più economico power bank da asporto.

Versatile di natura

Ok, ma come vengono le foto e i video scattati con la nuova RX100 VI? Due giorni a Venezia in compagnia di un modello di pre-produzione ci consentono di dire che la nuova supercompatta di Sony è quel genere di fotocamera che, pur senza lasciare a bocca aperta, si dimostra sempre versatile, pronta, reattiva. Senza scomodare paragoni con le macchine destinate alla fotografia naturalistica o sportiva, si può dire che puntando l'obiettivo su un qualsiasi soggetto, anche a notevole distanza, si ha sempre la sensazione di avere fra le mani un oggetto in grado di portare a casa il risultato.

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Sony RX100 VI: qualche scatto di prova

Il sensore CMOS stabilizzato da 1 pollice e 20,1 megapixel se la cava bene in quasi tutte le condizioni di luce, nonostante qualche incertezza nella lettura dell'esposizione. Lavorando sulle opzioni secondarie, comunque, si riescono a trovare le opportune contromisure: utilizzare l'HDR nel bel mezzo di un canale con forti chiaroscuri, ad esempio, ci permette di migliorare una foto altrimenti poco incisiva.

Davvero godibile il risultato sui ritratti: la presenza di un obiettivo con dieci elementi asferici, di cui due in vetro ED (Extra-low Dispersion), e la possibilità di fissare il fuoco sul soggetto (grazie alla funzione AF Eye) ci regala un risultato nitido e un bokeh al di là delle nostre aspettative [clicca per ingrandire].

Video 4K con HDR

Di buon livello anche le prestazioni video: con una RX100 VI fra le mani si possono realizzare clip in 4K o fino 120p a modalità Full HD, con lettura completa dei pixel senza "pixel binning". La sovrabbondanza di punti AF a rilevamento di fase porta in dote una messa a fuoco e un tracking piuttosto precisi, anche quando si lavora in continuo.

I videomaker più smaliziati apprezzeranno anche il supporto S-Log3/S-Gamut3, il cosiddetto Picture Profile, la registrazione proxy, nonché la possibilità di effettuare riprese in super slow motion a 240 fps, 480 fps o 960 fps. La RX100 VI è anche il primo modello Cyber-shot a supportare l'HDR grazie al nuovo profilo immagine HLG (Hybrid Log-Gamma), che offre una soluzione di workflow Instant HDR.

Unica nota negativa la mancanza un ingresso da 3.5 mm per microfono esterno, il che significa che per registrare un audio migliore rispetto a quello captato dal microfono integrato occorre dotarsi di un'unità esterna (che andrà poi sincronizzata col video).

Conclusioni

Anno dopo anno, mark dopo mark, la RX100 cresce a livello di prestazioni (e purtroppo anche di prezzo). Quella che un tempo era poco più che una compatta evoluta, oggi è un piccolo concentrato di tecnologia. Che ammicca a tutti quei produttori di contenuti online - vedasi alla voce Instagrammer, fashion, food e travel-blogger, vlogger, ma anche "selfie-maniaci" - che ormai non si accontentano più del proprio cellulare.

A dire il vero, la RX100 VI ha tutte le carte in regola per farsi apprezzare anche da tutta quella frangia di fotografi più tradizionali che ha bisogno di una seconda macchina da utilizzare in tutte quelle situazioni in cui una reflex o una mirrorless risulta troppo ingombrante. Sotto questo profilo, le notizie migliori arrivano dalla nuova ottica 24-200 millimetri, un obiettivo che si adatta alla stragrande varietà di intenzioni di scatto.

Non siamo di fronte una macchina professionale, è giusto precisarlo, ma la possibilità di mettersi in tasca un oggetto con questo livello di versatilità, sia lato foto che video, giustifica in buona parte la spesa. Chi proprio non se la sentisse di sborsare i 1.300 euro richiesti dal produttore, può sempre ripiegare sul modello precedente (la RX100 V), che rimane a catalogo a un prezzo più abbordabile.

Per saperne di più

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