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Rifugiati tigrini in arrivo al campo profughi Um Raquba, in Sudan, l'11 dicembre 2020 (Getty Images).
Dal Mondo

L'SOS del vescovo di Adigrat: «Milioni di persone stanno morendo di fame in Tigray»

  • La lettera del vescovo
  • «Vi cancelleremo da questa terra»: il rapporto di Amnesty International e Human Rights Watch

Dopo la pubblicazione, il 6 aprile, di un rapporto congiunto Amnesty International/Human Rights Watch che denuncia la devastante pulizia etnica compiuta negli scorsi 17 mesi dall'etnia Amhara contro i tigrini occidentali, Panorama pubblica in escusiva la lettura di Abune Tesfasellasie Medhin. Come denuncia la nostra fonte nella regione dell'Etiopia, il prelato «deve nascondersi perché pubblica queste verità. Se lo trovano lo ammazzano».

Il vescovo di Adigrat Tesfaselassie Medhin.

SOS per un rapido intervento umanitario al fine di salvare milioni di persone che muoiono a causa della spietata carestia causata dall'uomo nel Tigray

Pace a voi in Cristo.

Prima di tutto vorremmo esprimere il nostro apprezzamento e ringraziamento a coloro che hanno lavorato instancabilmente (individui, istituzioni, governi e partner) per portare un barlume di speranza al popolo del Tigray che soffre per la devastante guerra genocida in corso dal 3/4 novembre 2020 (519 giorni).

Tuttavia, il ritmo attuale delle consegne sul terreno di quanto promesso non sta portando alcun cambiamento significativo per la vita delle persone che si trovano assediate da oltre 500 giorni, con un blocco totale di tutti i servizi e diritti di base (cibo, medicine, accesso bancario, stipendio, tutte le forme di comunicazione, fornitura di beni al mercato, libera circolazione da/per il Tigray e altri servizi sociali) rispetto alla grandezza e all'intensità delle crisi umanitarie in corso e non sarà in grado di raggiungere quei milioni di persone che si trovano in questo momento decisivo fra la vita e la morte di massa.

Questa crisi devastante esercita ogni sorta di male sulla popolazione del Tigray su una scala che va oltre ogni immaginazione, con massacri genocidi di civili, stupri dilaganti e violenze legate al genere, saccheggi e incendi di proprietà, case, distruzione di luoghi di culto (chiese, moschee), installazioni economiche, istituzioni sanitarie, scuole, musei eccetera. 1,7 milioni di bambini in tutto il Tigray privati dell'istruzione in questi due anni! (vedi UNOCHA 15 novembre 2021).

Siamo sconvolti e inorriditi dagli atti di crimini brutali che hanno portato alla morte di 11 persone, di cui nove tigrini, bruciati vivi tra le fiamme il 3 marzo 2022 a Ayisid Kebele.

Con il blocco totale qui in Tigray, la scala del bisogno umanitario è immensamente critica, al punto che la popolazione - professionisti e altri, che hanno contribuito allo sviluppo del Paese tra cui medici, docenti universitari, ingegneri, insegnanti, eccetera - privata dell'accesso ai propri beni, è costretta a mendicare per la sopravvivenza ed è spinta, in migliaia di casi, a morire di fame e di malattie prevenibili causate dall'uomo.

È estremamente doloroso rimanere sotto assedio, privi di tutti gli sbocchi, sperimentando queste atrocità che ci accadono in Tigray da 18 mesi con una guerra genocida. In mezzo a tutto questo, è altrettanto scioccante e triste sentire le accuse e le critiche rivolte contro le poche voci timorate di Dio e le grida di alcuni importanti leader religiosi del Paese come Sua Santità il Patriarca Mattias e altre personalità che versano le loro lacrime e chiedono costantemente la pace, la fine di questa guerra folle, dei trattamenti inumani e l'accesso all'aiuto umanitario immediato e illimitato a tutti i bisognosi.

La Chiesa cattolica in Tigray condanna fermamente queste continue atrocità disumane e ancora una volta lancia il suo SOS per:

  • un aiuto umanitario immediato e illimitato e tutti i servizi sociali dovuti per raggiungere la popolazione in estremo bisogno nel Tigray e altrove dove necessario
  • il ritiro delle forze di occupazione dal Tigray e il ritorno degli sfollati alle loro case/villaggi
  • un dialogo pacifico per porre fine a questa guerra genocida e ai crimini di guerra in corso.

È molto doloroso e inaccettabile vedere madri, bambini e adulti che stanno morendo ogni singolo minuto perché privati del diritto alla vita e ai servizi di base, e per il fallimento dell'arrivo di quanto promesso, a lungo atteso e negoziato, in termini di rifornimenti illimitati di aiuti umanitari salvavita per la popolazione qui in Tigray. Questo è un appello terribile, lanciato ancora una volta per sollecitare una rapida azione da parte di tutta la comunità internazionale, interessata e competente, per salvare le vite di milioni di persone sull'orlo della morte per una spietata carestia causata dall'uomo in Tigray in questo momento vitale. Altrimenti il mondo deve essere preparato a vedere mucchi di cadaveri in tutta la regione del Tigray, provocati dalla prevenibile carestia causata dall'uomo. E che alla fine metteranno a ferro e fuoco le nostre teste e i nostri cuori per il nostro fallimento collettivo e per la nostra vergogna in quanto istituzioni/organizzazioni internazionali civilizzate che non trovano più gli strumenti e gli mezzi da impiegare per alleviare una tale sofferenza umana per servire e salvare l'umanità nelle crisi più critiche.

Pertanto, in questo momento critico, chiediamo disperatamente alla comunità internazionale di intraprendere una rapida azione per salvare dalla perdizione milioni di persone in Tigray, prima che la situazione raggiunga un livello irreversibile, per il nostro inadempiente dovere umanitario collettivo e per il nostro obbligo morale. Restiamo grati per i vostri sforzi, sperando devotamente nel successo dei vostri sforzi finalizzati ad azioni concrete.

Che le grazie della Passione e della Resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo rafforzino la nostra popolazione sofferente in Tigray e altrove nel Paese e nel mondo, per ritrovare la luce della vita rispettabile e della pace.

Auguro a tutti voi una Pasqua benedetta!

Abune Tesfaselassie Medhin

Vescovo dell'Eparchia di Adigrat

Lettera+del+vescovo.pdf



«Vi cancelleremo da questa terra»: il rapporto di Amnesty International e Human Rights Watch

In un rapporto diffuso il 6 aprile, Amnesty International e Human Rights Watch hanno accusato le forze di sicurezza regionali della regione Amhara e le autorità civili della Zona occidentale del Tigray (anch'esse Amhara) di aver commesso, a partire dal novembre 2020, «violenze di tale diffusione e intensità contro la popolazione tigrina da poter costituire crimini di guerra e crimini contro l’umanità».

Le due organizzazioni hanno denunciato che le autorità dell’Etiopia hanno fortemente limitato l’accesso e il monitoraggio indipendente in quest’area, riuscendo a tenere ampiamente nascosta la campagna di pulizia etnica. L'indagine ha messo nel mirino le autorità di fresca nomina nella Zona occidentale del Tigray e le forze di sicurezza della vicina regione Amhara, con l’acquiescenza e la possibile partecipazione delle forze federali dell’Etiopia.

E le ha accusate di aver «sistematicamente espulso dalle loro case diverse centinaia di migliaia di civili tigriniricorrendo a minacce, uccisioni illegali, violenza sessuale, arresti arbitrari di massa, saccheggi, trasferimenti forzati e diniego dell’assistenza umanitaria. Questi attacchi, massicci e sistematici, contro la popolazione civile dei Tigray costituiscono crimini contro l’umanità e crimini di guerra».

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