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September 03 2017
L'Italia dovrà passare dal playoff di novembre se vorrà qualificarsi al Mondiale di Russia 2018. Verdetto amaro ma giusto e inappellabile dopo la sconfitta nettissima subita a Madrid. Un 3-0 che non lascia nessuna scusa agli azzurri, dominati dall'inizio alla fine e mai in partita. Troppo divario tra noi e loro, almeno adesso.
Un passo falso che ci riporta sulla terra. Eravamo andati al Bernabeu convinti di potercela giocare alla pari e siamo stati respinti con danni. Isco e il centrocampo delle Furie Rosse sono stati decisivi, aiutati dalle scelte di Ventura che provando il 4-2-4 offensivo ha consegnato la zona nevralgica del campo ai nostri avversari. Superiorità numerica, tattica e tecnica: troppo per qualsiasi squadra.
La sconfitta apre al processo al ct azzurro, reo di aver sbagliato tutto nelle ore della vigilia. Un coro unanime di critiche che lo ha travolto sin dal fischio finale di Madrid e che lo accompagnerà per tutto l'inverno. Inesperienza, superficialità, errata valutazione delle forze in campo: questi capi d'accusa nei confronti di una allenatore che fino alla notte del Bernabeu aveva la media punti più alta della storia delle panchine azzurre dopo la prima stagione.
Certamente Ventura ha commesso degli errori e anche gravi. La superiorità della Spagna in mezzo al campo è stata evidente sin dalle prime battute di gioco, quando si è visto che il modulo con falso nueve scelto da Lopetegui altro non era che un modo per infoltire la zona centrale provocando così un'imbarazzante superiorità numerica: 5 (a volte 6) contro i soli De Rossi e Verratti.
L'Italia non ha cambiato spartito praticamente fino alla fine e si è consegnata quasi senza combattere. Anche perché gli azzurri non sono mai stati in grado di andare in verticale, ma si sono a lungo adattati al possesso palla degli avversari. Anche questo un suicidio con l'attenuante di una condizione fisica non sufficiente per correre più degli spagnoli.
Il risultato è stato vedere in campo giocatori fuori ruolo e posizione, costretti a fasi di gioco innaturali. Un esempio? Verratti a contrastare Busquets (e infatti è stato ammonito subito) e Insigne spesso basso quasi sulla linea dei difensori.
Infine la gestione comunicativa della sconfitta. Va bene riconoscere alla Spagna di essere in questo momento superiore all'Italia, ma sottolineare che questo dipenda da un ritardo di condizione quando la Liga è cominciata insieme alla Serie A è suonato come un disco rotto. Ventura aveva ragione a chiedere uno sforzo ai club in estate ma non ha perso per questo.
Quindi gli errori ci sono stati e negarli è sbagliato. Ma fare un processo a Ventura mettendone in dubbio capacità e futuro sulla panchina azzurra è esercizio di autolesionismo. La figura del ct va molto oltre la notte nera del Bernabeu e il giudizio sul suo operato deve essere molto più ampio.
Non si può dimenticare che alla vigilia nessuno o quasi ha alzato il dito per dissociarsi dalle scelte in vista del confronto con la Spagna. L'Italia offensiva con dentro tutti gli uomini di qualità piaceva anche a costo di rischiare qualcosa. Ora la corsa a scendere dal carro è evidente, ma basterebbe rileggere articoli e analisi del pre-partita.
Le chance di vincere in Spagna e volare direttamente al Mondiale erano poche. Già esserci arrivati in testa al girone era un'impresa visto che Ventura ha dovuto accelerare l'apertura del nuovo corso dopo l'Europeo di Francia, mettendo insieme la necessità di fare risultato subito e la volontà di programmare ringiovanendo la rosa.
La sconfitta del Bernabeu non pregiudica le nostre chance di andare in Russia. Sapevamo dal momento dello spareggio che il playoff sarebbe stata una possibilità molto concreta e il girone della morte è responsabilità piena dei predecessori dell'attuale commissario tecnico (Prandelli e Conte) e dei loro risultati soprattutto nelle amichevoli.
Ventura ha ereditato con coraggio un ranking disastroso e un girone mondiale da incubo. Può aver sbagliato al Bernabeu, ma è stato coerente con le sue idee e i frutti si dovranno cogliere più avanti. Andare a Madrid a difendersi e basta, magari perdendo ugualmente, sarebbe stato peggio. Ora sappiamo che non possiamo giocarcela alla pari con la Spagna. Forse era chiaro, ma contro Israele, Albania e a novembre nel dentro o fuori sarà tutta un'altra storia.