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February 10 2019
Luciano Spalletti contro Marotta e i dirigenti dell'Inter. I direttori, come li ha chiamati in maniera generica (ma non troppo) nel dopo partita di Parma con la squadra che aveva ritrovato la vittoria consentendogli di tirare un sospiro di sollievo vista la delicatezza del momento. Sul tavolo il rinnovo complicato di Mauro Icardi, una trattativa che si trascina da mesi e che sta condizionando il rendimento del centravanti argentino.
A proposito della vicenda Icardi, il tecnico ha detto con chiarezza un paio di concetti: che è arrivato il momento di chiarire la questione dopo averla tirata per le lunghe in maniera eccessiva e che quando le cose vengono lasciate a metà diventa difficile gestirle per chi si trova quotidianamente a confrontarsi con le persone.
Ai più superficiali è parso un richiamo al capitano che non segna da 7 partite e il cui rendimento è in picchiata. In realtà pare una puntura (nemmeno di spillo) verso "i direttori" e la strategia di una società che da luglio ha presentato al giocatore più importante della rosa, con contratto in scadenza nel 2021, solo una proposta di prolungamento a cifre ritenute oggettivamente troppo basse per essere prese in considerazione.
Dall'arrivo di Marotta, non è la prima volta che tra Spalletti e la dirigenza si scava un solco. Quello più recente non è stato nemmeno ancora rimarginato e risale al mercato di gennaio con la scelta del numero uno della società di mettere in piazza la volontà di Perisic di cambiare aria.
Una gestione che ha messo il croato davanti alle sue responsabilità, ma lo ha anche additato agli occhi dei tifosi costruendo un clima non semplice a San Siro nel momento più duro della stagione, quello della crisi di risultati e del timore di gettare al vento tutto.
Ma già prima i segnali di scollamento si erano visti. A metà dicembre, con Marotta appena insediato, Spalletti non aveva preso bene le parole di rassicurazione sulla sua posizione dopo l'eliminazione dalla Champions League: "Il supporto è una cosa che mi dà anche fastidio perché quandop uno ti dà supporto, ti dice "Ti voglio bene" ma allo stesso tempo ti dice "Ti aiuto perché non ce la fai"".
E poi il mercato invernale (tema già toccato anche un anno fa lamentandosi delle fughe di notizie) e le continue voci sul cambio di panchina in estate, con la passeggiata di Conte sotto la sede dell'Inter e i rumors su Mourinho e la sua voglia di tornare a Milano. Ufficialmente la stima tra massimo dirigente nerazzurro e tecnico è immutata ed è grande, nella realtà sono più i motivi d'attrito che quelli di un sereno confronto per superare le difficoltà.
Uno scenario già visto a Roma nella seconda parte della sua ultima avventura in giallorosso quando lo scontro con Sabatini era diventato quasi quotidiano. Non è detto che sia un preludio alla fine del rapporto, come in tanti danno per scontato, ma certamente è un malessere evidente e che la vicenda Icardi ha ulteriormente portato a galla.