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March 14 2018
Tensione alle stelle tra Russia e Regno Unito. Dopo l'avvelenamento dell'ex spia russa Sergei Skripal, in gravi condizioni così come la figlia Yulia che si trovava con lui, è stato ucciso Nikolai Glushkov, esule russo trovato morto nella sua casa di Londra. Un doppio caso che ha portato all'espulsione di 23 diplomatici russi dal Regno Unito e alla riapertura delle indagini su 14 morti sospette di cittadini russi.
Una vicenda complessa che va spiegata nel dettaglio e che ha aperto una profonda crisi diplomatica tra i due paesi.
Domenica 4 marzo, l'ex agente dell'intelligence russa Segrei Skripal, è stato trovato in fin di vita in una zona commerciale di Salisbury, a Londra. Insieme a lui, nelle stesse condizioni, c'era anche la figlia Yulia, di 33 anni. Secondo la polizia britannica l'avvelenamento è da attribuire ad un agente nervino prodotto dall’esercito sovietico. Skripal, che oggi ha 66 anni, era un ex agente segreto russo che dal 1995 ha lavorato come spia per i britannici fornendo informazioni top secret riguardanti il Cremlino. Nel 2004 fu arrestato in Spagna dai russi, processato e condannato per alto tradimento. Nel 2004 fu però rilasciato nell'ambito di uno scambio di spie tra Russia e Stati Uniti avvenuto all'aereoporto di Vienna. Da quel momento Skripal si era trasferito nel Regno Unito.
Martedì 13 marzo Nikolai Glushkov, 68 anni, è stato trovato senza vita nella sua casa di Londra per un probabile caso di strangolamento. Negli anni '90 aveva lavorato per Boris Berezovsky, oligarca russo e oppositore di Vladimir Putin a sua volta trovato morto cinque anni fa in circostanze poco chiare. Arrestato in Russia per frode e riciclaggio di denaro Glushkov era stato liberato nel 2004 e aveva ottenuto asilo politico nel Regno Unito. Nel 2011 aveva anche testimoniato a favore di Berezovsky nel processo contro Roman Abramovich, il presidente del Chelsea e il più noto degli oligarchi vicini a Putin che vivono in Inghilterra.
L'avvelenamento di Skripal ha scatenato un terremoto politico e le immediate reazioni del governo britannico. Il Primo Ministro Theresa May ha dichiarato che l’agente nervino usato nell'avvelenamento di Skripal fa parte degli agenti nervini Novichok, creati dalla Russia tra gli anni Ottanta e Novanta e considerati tra le più pericolose armi chimiche al mondo. Il governo britannico ha reagito immediatamente: 23 diplomatici russi sono stati espulsi dal paese (dovranno lasciarlo entro una settimana) e la May ha annunciato che ai Mondiali di calcio di Russia 2018 non ci saranno delegazioni ufficiali né rappresentanti della famiglia reale. Se Mosca continuerà a non fornire spiegazioni si ipotizza anche la revoca della licenza nel Regno Unito alla tv Russia Today e all'agenzia di notizie statale Sputnik.
Londra aveva dato alla Russia come scadenza la mezzanotte di martedì 13 marzo per fornire spiegazioni sull'agente nervino ma il governo di Mosca ha immediatamente respinto le accuse chiedendo a Londra un campione da analizzare. La richiesta è stata respinta, aumentando ulteriormente la tensione. Inoltre, secondo il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov, la scadenza imposta dal governo britannico per fare chiarezza violerebbe il trattato internazionale sul controllo delle armi chimiche che prevede scadenze ben più lunghe in caso di controversia tra due paesi.
I due casi sono solo i più recenti di una lunga lista fatta di sospetti e tensioni tra i due paesi. Oltre alla morte di Berezovsky, ufficialmente archiviata come suicidio, torna alla memoria quella di AleksandrLitvinenko:a sua volta amico di Berezovsky, ucciso nel 2006 a Londra da un presunto avvelenamento col polonio. Misteri che dopo i casi di Skripal e Glushkov hanno imposto al governo britannico di riaprire le indagini. Amber Rudd, ministra dell'Interno di Londra, ha annunciato accertamenti su 14 casi di morti sospette tra cui anche quella di Berezovsky. Parigi e Washington si sono dichiarati disponibili per collaborare nelle indagini mentre per mercoledì 14 marzo alle ore 20 italiane è prevista una riunione d'urgenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu.