Economia
April 04 2024
Le banche spariranno dal territorio italiano? I numeri fotografano una desertificazione in costante aumento. Gli sportelli bancari nel 2023 erano 20.2019, 826 in meno rispetto al 2022 (dati Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl su dati Bankitalia e Istat). Nel 2008 erano 34139. Vuol dire che in 15 anni hanno chiuso oltre 14mila sportelli. Oggi il 42% dei comuni italiani non ha filiali, nel 2015 erano il 28,16%. Un quarto del territorio nazionale è stato abbandonato dalle banche. Quali sono i motivi? E diventeremo un Paese senza banche presenti in città e paesi?
Un tempo ogni banca voleva essere sul territorio con una sede prestigiosa. La crescita è stata sempre costante. Si è partiti da 15447 sportelli nel 1988, 26255 del 1998 e 34139 del 2008, l’apice. “Nel 2008/2009 è finita la fase ascendente della presenza bancaria sul territorio. A spingere è stata l’introduzione del TUB (testo unico bancario) nel 1994 che con la liberalizzazione ha accelerato la concorrenza e quindi l’essere sul territorio. Ma poi è arrivata la crisi Lehman Brothers e il mondo è cambiato. La regolamentazione più stringente ha messo pressing sulle banche in termini di profittabilità e ha innescato quello che oggi vediamo e chiamiamo desertificazione”, spiega Paolo Grignaschi responsabile scientifico della Fondazione Fiba di Frist Cisl.
Nel periodo delle crisi bancarie si è cercata la riduzione dei costi in nome della stabilità, ma poi è entrato in gioco il concetto che, per essere stabili a lungo termine, gli istituti di credito dovessero essere anche profittevoli. E il costante aumento di margini di profitto attesi e richiesti alle banche (prima per affrontare il periodo di crisi e dopo cresciuto con l’entrata nella composizione azionaria di azionisti prettamente finanziari) ha portato ad un’attenzione forte alla riduzione dei costi. Quindi tagli agli sportelli. Si è poi aggiunto il fenomeno della concentrazione bancaria, sempre conseguenza della crisi Lehman Brothers. Dal 1999 al 2022 la quota controllata dei primi cinque gruppi italiani sul totale ha superato il 50% del mercato domestico (+24,9%). In Francia siamo al 46,4% e in Germania al 35%. Oggi in Italia abbiamo 434 banche, contro le 1037 del 1993. E più il sistema si è concentrato, più è diminuita la presenza delle banche sul territorio. Se un istituto ne incorpora un altro, chiude gli sportelli vicini.
Tutto questo ha portato ai numeri attuali. Ci sono 3300 comuni italiani senza filiali (134 si sono desertificati solo nell’ultimo anno). Nel 2023 hanno chiuso 826 sportelli. Ci sono oltre 4milioni di Italiani che non possono accedere ai servizi bancari nel comune di residenza. E sono oltre 6 milioni gli italiani che vivono in Comuni dove è rimasto un solo sportello (il 24%). Le regioni più colpite nel 2023 sono Marche (- 6,7%), Abruzzo (- 5,1%), Lombardia (- 5,1%), Sicilia (- 5%) e Calabria (- 4,2%). Sempre meno banche sul territorio dunque, eppure sono sempre più presenti nella vita di famiglie e aziende, fornendo e offrendo servizi, più che sportelli. “La banca si allontana dal territorio, ma la sua presenza nelle nostre vite tende a essere sempre più necessaria. Ora tutti i pagamenti sono intermediati e la circolazione del denaro passa sempre più dalle banche. Abbiamo più conti correnti che famiglie. E sono aumentati quei servizi che la banca può veicolare ai cittadini a prescindere dalla presenza sul territorio. L’importanza della banca nella nostra vita è alimentata anche a livello normativo (la legge sulla limitazione del contante, i pagamenti elettronici ormai per tutto) e aumenterà con l’arrivo dell’euro digitale” spiega Paolo Grignaschi
C’è il digitale a compensare, dicono in molti. Ma i dati dimostrano che dove ci sono meno sportelli c’è anche meno uso dell’internet banking. I due aspetti sono complementari. La Calabria, per esempio, è una delle Regioni dove si fa minore uso dell’internet banking (26,8%) ed è anche una di quelle con il minore numero di sportelli ogni 100mila abitanti (18). “Il pericolo di esclusione, senza banche sul territorio, è reale. Per la popolazione anziana, ma non solo. La banca dovrebbe tornare a essere il luogo sociale che era, anche nell’interesse delle banche stesse. Luogo in cui entri e trovi aiuto su come risolvere le tue problematiche finanziari, che tu sia uno studente, un lavoratore giovane, un lavoratore, un adulto vicino alla pensione o un anziano. Ma per fare questo bisogna essere sul territorio”, continua Grignaschi.
E poi c’è la questione lavoro. La chiusura degli sportelli vuol dire anche ripercussioni sul personale. Significa ridefinizione delle competenze o taglio del personale. Nel 2023 c’è stato un calo di 2mila dipendenti rispetto al 2022 (stime Bankitalia).
Le stime dicono che nel 2024 si scenderà sotto i 20mila sportelli. Siamo un Paese destinato a non avere più le banche sotto casa? “Negli Stati Uniti anche le grandi banche hanno ripreso ad aprire sportelli. JP Morgan ha avviato un ripopolamento della rete di sportelli al motto: “Nessun americano deve essere più lontano di tot minuti di macchina da un nostro sportello”. Sembrerebbe in atto un cambiamento di strategia. Stare sul territorio fa bene alla società, ma anche alle banche. Da noi il trend di calo continuerà, ma non spariranno completamente gli sportelli fisici. Di sicuro però cambierà la fisionomia. Le filiali sul territorio saranno più simili ai negozi finanziari. Il contatto con la comunità sarà fatto più su consulenze finanziarie e sulle questioni previdenziali e del welfare”, conclude Grignaschi.